ONU e l’impegno Agenda 2030, buoni propositi in 3D
Giunti quasi alla fine del 2020, per tutti è arrivato il momento di fare i conti con i buoni propositi. Gli obbiettivi e le scadenze precedentemente posti, hanno subito l’influsso negativo di varie problematiche. Se per le persone comuni la pandemia da Covid-19 è stata ed è un forte impedimento quotidiano, per l’ONU le difficoltà si sono tradotte in una notifica di ritardo nel raggiungere gli obbiettivi prefissati per il 2030.
L’impegno per il 2030
Nel settembre 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite rilasciava l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Essa rappresenta un vero e proprio programma d’azione per trasformare, migliorandolo, il mondo che conosciamo.
Agenda 2030 è un passo enorme per l’ONU perché, per la prima volta, l’organizzazione è riuscita a stilare un programma che racchiude 17 obbiettivi nelle tre principali dimensioni dello Sviluppo Sostenibile: la dimensione ambientale, quella sociale e quella economica, inscindibili l’una dall’altra.
A partire dal 1° gennaio 2016, l’ONU incoraggia le nazioni a raggiungere 17 obbiettivi atti a promuovere lo sviluppo economico e tecnologico. Il tutto però, rispettando e prendendosi cura della natura e delle sue risorse, senza trascurare i diritti umani, garantendo la parità di genere, e favorendo l’emancipazione femminile.
L’Agenda 2030 diviene così una raccolta, opportunamente modificata, dei precedenti trattati internazionali. In particolare unisce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Dichiarazione del Diritto allo Sviluppo, la Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo, ed i loro successivi aggiornamenti.
L’ONU si pone soprattutto di raggiungere – e superare – gli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio posti nel 2000.
Perché l’ONU deve agire ora
L’idea di sviluppo delle Nazioni Unite vuole favorire la collaborazione globale, tenendo conto delle diverse possibilità e livelli di partenza dei Paesi, iniziando ad aiutare proprio quelli più in difficoltà.
Non è difficile immaginare il perché di questi obiettivi in questa specifica epoca.
Lo sviluppo tecnologico non è mai stato più incalzante di ora, internet e la condivisione in tempo reale offrono una visione del mondo immediata, da cui i conseguenti e repentini cambiamenti di trend ed idee. Il mondo attuale, ha la possibilità di svilupparsi basandosi su poliedriche conoscenze comuni, sfruttando la miriade di informazioni condivise in ogni momento ed il crescente tasso di scolarizzazione.
Tuttavia, detto avanzamento ha purtroppo incentivato le disuguaglianze economico-sociali. Il mondo è scisso fra chi potrebbe permettersi quasi qualunque cosa, e chi invece, si vede costretto a vivere con meno di un dollaro al giorno. Vi è poi la questione disoccupazione, ora anche giovanile. Quest’ultima è aggravata, fra altre problematiche, da un aumento delle aspettative di vita, con conseguente pensionamento ritardato. Questi ed altri mutamenti sociali, hanno fortemente inibito il ricambio generazionale, generando stagnazione nel mondo del lavoro.
La molteplicità del problema
Sul fronte ambientale invece, non è più trascurabile il gran numero di recenti disastri naturali, oltre all’enorme problema del riscaldamento globale, che incombe minacciando seriamente i Paesi al di sotto del livello dei mari e quelli meno sviluppati. Politicamente parlando, vi è l’aumento dei conflitti interni ed esterni, il terrorismo, la migrazione incontrollata dei popoli. Ma non possiamo non citare le minacce alla sanità pubblica mondiale, le conseguenze del sovraffollamento del Pianeta, il consumo sregolato delle risorse naturali etc. Tutti questi fenomeni, sono la ragione per cui si è visto necessario istituire un regolamento generale, con piani e obbiettivi strutturati e comuni alle nazioni.
Ciò che rende particolarmente gravi queste problematiche, oltre alla loro diffusione a livello globale, è anche il fatto che sono concatenate fra loro. Ad esempio, il riscaldamento globale, genera un aumento del numero e dell’intensità dei disastri naturali, questi a loro volta determinano danni economici alle Nazioni, che si impoveriscono ed incrementano il consumo di carburanti fossili. Questo ovviamente aumenta la quota di emissioni inquinanti, i quali contribuiscono al riscaldamento globale, e così via.
L’impegno Italiano per l’ONU
Con circa un anno e mezzo di ritardo, l’Italia il 22 dicembre 2017 approva la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, SNSvS. In questo documento, il Paese conferma il suo impegno a rispettare gli obbiettivi dell’Agenda 2030 conciliandoli con quelli imposti dall’Unione Europea.
Per attenersi all’invito dell’ONU a fornire report per monitorare l’integrazione dello sviluppo sostenibile, l’Italia ha istituito la Commissione Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri. L’organo così disposto, redige una relazione annuale sull’attuazione delle politiche Agenda 2030. Dalla nascita della commissione, sono stati pubblicati Primo (2017), Secondo (2018) e Terzo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia (2019).
Basandosi su diverse analisi, come quella dello Stockholm Resilience Center (SRC), l’Italia attribuisce un ordine gerarchico alle tre sfere di sviluppo scelte dall’ONU. Al primo posto troviamo la dimensione ambientale – obiettivi 6, 13, 14, 15 – intesa come propedeutica per il raggiungimento degli altri obbiettivi.
Agenda 2030 e Covid-19
Secondo il rapporto dell’ONU per gli Affari Economici e Sociali del 7 luglio 2020, il mondo è indubbiamente progredito in questi primi cinque anni. Tuttavia, il miglioramento è insufficiente nell’ottica di raggiungere gli obbiettivi proposti da Agenda 2030. Gli sviluppi ottenuti fin ora, come la rappresentanza femminile nei governi ed il miglioramento della salute infantile e materna, sono controbilanciati da criticità come il peggioramento della sicurezza alimentare o dall’aumento del deterioramento ambientale.
La pandemia da Covid-19 ha pesantemente influenzato l’impegno ONU per Agenda 2030, danneggiando maggiormente la parte più povera del mondo.
Sul fronte climatico invece, il cambiamento in negativo si sta evolvendo più velocemente del previsto. Si stima che 71 milioni di persone precipiteranno nella povertà estrema, la disoccupazione aumenterà e il reddito medio calerà. Inoltre, su fronte sociale, vi sarà un peggioramento generale. In particolare, è prevista un’impennata delle denunce per violenza domestica ai danni di donne e bambini, oltre alla sospensione di servizi pediatrici e di vaccinazione in circa 70 Paesi. Per quanto riguarda l’istruzione, il diritto allo studio sarà messo in discussione dalla DAD (Didattica A Distanza) non accessibile a tutti. Oltre a tutto ciò, è atteso un peggioramento della salute mentale generale.
Nell’ultimo rapporto, l’ONU ribadisce la richiesta di partecipazione al patto per tutte le Nazioni. Inserisce inoltre tra i fenomeni a propagazione globale da abbattere, la pandemia da Covid-19. Tutte le istituzioni, ma soprattutto tutti i cittadini, sono invitati a collaborare attivamente per contrastare questa nuova emergenza, senza perdere di vista gli obbiettivi dell’Agenda 2030.
Articolo a cura di: Martina Avella