Invertire il processo di invecchiamento cellulare grazie all’ossigenoterapia iperbarica
“Elisir di lunga vita”: un’espressione che abbiamo sentito pronunciare perlopiù nei film o nei cartoni, proprio perché è un qualcosa di molto lontano dalla realtà. O meglio, era lontano dalla realtà! Infatti, per la prima volta nella storia scientifica, un gruppo di ricercatori israeliani è riuscito ad invertire il naturale e biologico processo di invecchiamento cellulare, grazie all’ossigenazione iperbarica. Per portare avanti lo studio che ha concesso di invertire il processo di invecchiamento cellulare si è reso necessario il contributo di diversi studiosi, provenienti da più centri di ricerca israeliani: Università di Tel Aviv, The Sagol Center for Hyperbaric Medicine and Research, presso lo Shamir Medical Center, e l’Università Bar Ilan di Ramat-Gan. Già in precedenza era stato realizzato uno studio simile nel Regno Unito, ma i risultati ottenuti erano ben lontani da quelli raggiunti dal team israeliano.
Da cosa dipende l’invecchiamento
Quando si ricerca una soluzione, è opportuno capire, a fondo, quale sia il problema alla base. E anche lo studio che ha permesso di invertire il processo di invecchiamento, si è basato, naturalmente, sulle cause del decadimento cellulare. L’invecchiamento, infatti, è legato principalmente a due fenomeni:
- la senescenza cellulare: cioè la morte delle cellule il cui ciclo vitale si è interrotto;
- l’accorciamento dei telomeri: ovvero la parte terminale dei cromosomi, che ogni anno diventa sempre più corta. Condurre una vita sana, attiva, non consumare alcolici o fumare può rallentare e ridurre i due fenomeni, al contrario, una vita sedentaria e abitudini malsane li favoriscono.
Lo studio condotto in una stanza iperbarica
Il gruppo di ricercatori israeliani ha raggiunto l’obiettivo di invertire il processo di invecchiamento cellulare, sfruttando una terapia a ossigenazione iperbarica (HBOT, hyperbaric oxygen therapy). Detta anche ossigenoterapia, la HBOT consiste nell’utilizzo terapeutico di ossigeno, puro al 100%, a pressione superiore rispetto a quella atmosferica. Tale terapia avviene in particolari costruzioni apposite chiamate camere iperbariche. 26 volontari, in salute e già inseriti nel programma di ricerca sull’invecchiamento, sviluppato dall’università di Tel Aviv, si sono sottoposti al trattamento. Ai fini della riuscita dello studio sui volontari, essi sono dovuti rimanere in una camera iperbarica cinque volte a settimana, in sessioni da un’ora e mezza ciascuna, per un periodo durato 3 mesi.
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Allungamento dei telomeri dopo l’HBOT
Gli scienziati, dopo aver condotto vari esami pre e post terapia, hanno scoperto che, una volta concluso il ciclo, i telomeri dei partecipanti si erano allungati notevolmente, fino al 20%. I risultati ottenuti sono sensazionali e soprattutto, non erano mai stati raggiunti prima negli esseri umani. I telomeri, come anticipato, subiscono un accorciamento di anno in anno, perdendo tra le 20 e le 40 basi annue. Pertanto, l’aver ottenuto un loro allungamento significa, non solo contrastare l’invecchiamento, ma invertirlo totalmente. Inoltre, non è da sottovalutare tale terapia come preventiva nei confronti di alcune malattie, come il cancro, in quanto l’accorciamento telomerico è anche legato al rischio di sviluppare questo tipo di patologie. Il prof. Shai Efrati, uno dei due coordinatori del gruppo, in un comunicato stampa rilasciato su PR Newswire ha dichiarato: “Dopo aver destinato la nostra ricerca sull’ossigenoterapia all’esplorazione del suo impatto sulla funzionalità cerebrale e sul declino cognitivo correlato all’età, abbiamo ora scoperto per la prima volta negli esseri umani gli effetti biologici dell’HBOT a livello cellulare negli adulti sani che invecchiano. Poiché l’accorciamento dei telomeri è ritenuto essere il ‘Santo Graal’ della biologia dell’invecchiamento, molti interventi ambientali e farmacologici vengono ampiamente esplorati, nella speranza di consentire l’allungamento telomerico. Il notevole miglioramento della lunghezza dei telomeri mostrato durante e dopo questi protocolli HBOT fornisce alla comunità scientifica una nuova base per comprendere che invertire l’invecchiamento, a livello cellulare-biologico di base, è possibile”.
Riduzione delle cellule senescenti CON l’HBOT
I ricercatori hanno osservato anche un’importante riduzione delle cellule senescenti, le quali, normalmente dovrebbero essere espulse dal nostro organismo in maniera autonoma, ma a volte non succede e ciò può provocare l’insorgere di alcune patologie. Inoltre, il loro accumulo inibisce la normale proliferazione cellulare, fenomeno di crescita che avviene soprattutto quando si è giovani.
Nonostante gli strabilianti risultati, è necessario, però, approfondire la ricerca e portare avanti i test su più volontari, in quanto 26 persone non sono sufficienti a garantire il funzionamento di una certa terapia.