Geologia

Vulcano di ghiaccio, una meraviglia nella steppa del Kazakistan

L’arrivo dell’inverno in Kazakistan segna la nascita di un’installazione unica nel suo genere in mezzo la steppa kazaka. Si tratta di una torre di ghiaccio che raggiunge circa i 14 metri di altezza – nello specifico 13,7 m – e che presenta le fattezze di un vulcano.

Un’installazione naturale ricorrente

L’insolita formazione naturale appare ogni anno, nei suoi primi mesi, ed è una meta che affascina molti visitatori i quali accorrono da ogni dove per ammirarla prima che si verifichi in primavera il suo disgelo. La torre di ghiaccio è apparsa nella regione di Almaty, a quattro ore da Astana, capitale del paese. Questo cono di ghiaccio in passato fu etichettato come “vulcano di ghiaccio”, a richiamare la sua forma ma non la sua fenomenologia.

Vulcano di ghiaccio ed Almaty Credits: YouTube/Ruptly/Insider

La struttura deve la sua comparsa all’acqua artesiana che emerge da una fonte sotterranea e che si congela sotto forma di una colonna di ghiaccio per via del freddo. Le particelle d’acqua emesse dal camino e spruzzate nell’atmosfera, appaiono come un vortice di vapore il quale si congela ricadendo in superficie. Sebbene la forma richiami quella di un vulcano, si tratta di un fenomeno ben distinto dai vulcani rocciosi.

Vulcani di ghiaccio: altri avvistamenti

Coni simili sono stati avvistati anche in altre località sparse nel mondo. I principali avvistamenti si sono verificati sui grandi laghi degli Stati Uniti. Lo scorso anno, lungo le sponde orientali de lago Michigan, si sono presentate formazioni naturali nate dalle onde che spingono sotto lo strato di ghiaccio che si forma sulla riva. In pratica l’acqua entra attraverso piccoli canali e spaccature nel ghiaccio, risale in superficie, gela e infine produce un’eruzione costituita da acqua. Tutto questo accade quando la pressione supera un certo limite. Altri avvistamenti hanno riguardato i laghi Erie e il lago Ontario.

Il freddo resta l’elemento chiave per permettere la realizzazione di queste creazioni naturali. Benché non siano dei veri e propri vulcani, occorre prestare attenzione: ovviamente l’eruzione in sé non può provocare danni ma la problematica risiede nel cono che si forma. Questo risulta essere vuoto e dunque non è in grado di sorreggere troppo peso il che porterebbe ad una caduta della sottostante vasca di acqua.

Fenomeno dei criovulcani nello spazio

Gli avvistamenti più spettacolari di questi vulcani freddi si sono verificati nello nostro Sistema Solare. Nell’agosto del 1989 la sonda Voyager 2 osservò i primi segni di tale attività sorvolando il principale satellite di Nettuno, Tritone. Dalle immagini della superficie lunare si nota il geyser di azoto liquido che ha lasciato una macchia scura lunga e sottile. Questo emerge dal sottosuolo portando in superficie detriti scuri. Su Tritone la temperatura è di circa -240 ° C, quindi anche l’azoto superficiale esiste sotto forma di ghiaccio.

Nel 2016 la sonda New Horizons ha portato alla luce la presenza di due vulcani di ghiaccio nascosti vicino al Polo Sud di Plutone. Le foto riportate dalla sonda mostrano due montagne di forma circolare con un cratere dal diametro di circa 160 km e una profonda depressione nella zona centrale. Questa prima montagna è stata ribattezzata Monte Wright e presenta un’altezza che varia tra i 3 e i 5 km. La seconda montagna, denominata Monte Piccarda, presenta un’altezza di poco maggiore – circa 6 km – e come la precedente, somiglia in tutto e per tutto i vulcani terrestri. La differenza risiede nel loro contenuto in quanto essi eruttano ghiaccio.

Mappa topografica in 3D dei due vulcani di ghiaccio Credits: NASA/SWRI/JHUAPL

La scoperta è avvenuta durante il tracciamento 3D dei dossi sulla superficie plutoniana. Sebbene la presenza di vulcani su pianeti rocciosi nel sistema solare sia una caratteristica abbastanza comune, la scoperta di vulcani su pianeti nani remoti come Plutone ha sorpreso gli astronomi.

Published by
Marica Della Vecchia