Quando si parla del film Titanic, non può non venire in mente la scena iconica finale. Rose sale su una zattera improvvisata, mentre Jack rimane in acqua, morendo per ipotermia. La domanda che tutti i fan del pluripremiato film si fanno da sempre è: era proprio necessario far morire Jack Dawson (Leonardo Di Caprio)? Si sarebbe potuto salvare salendo sulla zattera insieme a Rose (Kate Winslet)? Cerchiamo di rispondere da un punto di vista prettamente scientifico.
La scena finale del film Titanic ritrae i due protagonisti nel bel mezzo dell’oceano, quando ormai il transatlantico è affondato, raggiungendo l’abisso più profondo. Poiché la collisione con l’iceberg è avvenuta nella zona più a nord dell’Oceano Atlantico, la temperatura dell’acqua circostante è ben al di sotto di 0 gradi centigradi. Sebbene dotati di giubbotto salvagente, tutti coloro che sono finiti in acqua cercano disperatamente di aggrapparsi ai più disparati oggetti per non rimanere a lungo in contatto con la superficie gelida dell’oceano.
Fra i naufraghi, vi sono anche i nostri due protagonisti, che rimangono aggrappati fino all’ultimo istante al ponte di poppa, per poi lanciarsi in mare aperto non appena la nave affonda completamente. Dopo alcuni istanti concitati, i due trovano un pezzo di legno a cui aggrapparsi, che sembra proprio la loro unica ancora di salvezza per non morire di ipotermia.
La “zattera” in cui si imbattono Jack e Rose sembra una porta del Titanic, o comunque un pezzo riconducibile a una delle porte delle grandi sale della nave. Non appena tentano di salire sulla loro unica speranza di salvezza, questa si ribalta, in virtù dell’eccessivo momento angolare che Jack impone alla zattera riversando tutto il suo peso su un unico lato della stessa. Al secondo tentativo Rose riesce a salire sul pezzo di legno, mentre Jack rimane in acqua aggrappato alla zattera, proprio di fronte alla sua amata.
Alcune ricostruzioni di Physics Central mostrano come la zattera avesse dimensioni \(183 \times 91 \, cm^2\), segno che dal punto di vista dello spazio a disposizione potevano essere stipati entrambi senza troppi problemi. Questa considerazione è dovuta al fatto che Di Caprio è alto esattamente 183 cm e che la somma della larghezze delle spalle di entrambi non supera gli 80 cm. Il problema, però, risiede nel galleggiamento.
Il principio di Archimede è una legge sperimentale della fisica che descrive la forza che riceve un corpo immerso in un liquido. Tale legge afferma che un corpo immerso in un fluido ideale è soggetto ad una forza, diretta verso l’alto e in modulo pari al peso del volume di liquido spostato dal corpo immerso. In formule, il principio di Archimede si può esprimere nel seguente modo: $$F_A = \rho_L g V,$$ ove \(\rho_L\) è la densità del liquido, \(g\) è l’accelerazione di gravità terrestre, mentre \(V\) è il volume del liquido spostato (e quindi anche quello dell’oggetto in questione).
Tramite questa legge è possibile determinare se un determinato corpo galleggia o affonda. Per fare ciò, si confronta la forza di Archimede sopracitata con la forza peso $$F_P = \rho_C g V.$$ Si presentano dunque tre casi:
Per determinare quindi se un determinato corpo immerso in un liquido galleggia o meno, è sufficiente rapportare correttamente le due densità, come mostrato sopra.
Per determinare da un punto di vista fisico se sulla zattera sarebbe potuto salire anche Jack, bisognerebbe prima definire qual è il materiale di cui è fatta quella zattera improvvisata. Sebbene infatti sia chiaro che quella specie di porta sia fatta di legno, esistono centinaia di tipi diversi di legno, con differenze sostanziali in termini di densità. Sempre su Physics Central, vengono citati tre tipi di legno con cui sarebbero stati realizzati gli interni del Titanic: teak, rovere e pino.
Nel primo caso, è facile calcolare che la zattera sarebbe affondata anche solo con Rose a bordo. Se invece la porta fosse stata in rovere, solo Rose o Jack avrebbero potuto starci sopra senza farla affondare. Nell’ultimo caso, quindi con una zattera in pino, avrebbero potuto salvarsi entrambi senza grosse difficoltà, vista la bassissima densità del pino rispetto agli altri due materiali.
Quindi, ipotizzando che la porta fosse stata realizzata sul set con un materiale simile al rovere, è verosimile che Jack non avrebbe potuto saltarci sopra senza far annegare di conseguenza anche Rose. Ma non è finita qui.
Nel 2013 il programma televisivo MythBusters rifiuta categoricamente il finale straziante del film “Titanic” proponendo una soluzione scientifica alternativa. Sebbene sia vero che quella zattera non avrebbe potuto far galleggiare entrambi, è anche vero che Rose era dotata di un giubbotto salvagente perfettamente gonfio, che poteva essere utilizzato come galleggiante se legato al di sotto della scialuppa di salvataggio stessa.
In effetti, la densità di un giubbotto gonfiato ad aria è pressoché simile, appunto, a quella dell’aria, e quindi di gran lunga inferiore a quella dell’acqua liquida. Collegando quindi quel tipo di galleggiante al fondo della zattera, avrebbero creato una maggiore spinta di Archimede, che avrebbe probabilmente bilanciato anche il peso di Jack, facendo sì che l'”imbarcazione” non affondasse sotto il peso dei due amanti.
Sebbene questa sembri una soluzione geniale, come sottolineato dallo stesso regista James Cameron, legare un giubbotto ad un detrito in legno di quel tipo avrebbe richiesto diversi minuti. Considerando che la temperatura dell’acqua era di circa -3°, Jack sarebbe comunque morto di ipotermia prima di riuscire nell’impresa. Gli uomini di MythBusters ci riescono senza problemi poiché effettuano l’esperimento in condizioni non estreme, immersi nel mare a temperatura ambiente e quindi avendo tutto il tempo di agire senza subire le gravissime conseguenze a cui il corpo umano va incontro in regime ipotermico.
Anche ricorrendo a vari trucchetti avvallati dalla scienza e dalla fisica, sembra che non vi fosse alcuna via di fuga “scientifica” per Jack.
Titanic è sicuramente uno dei film più famosi, vincenti e amati della storia del cinema. E probabilmente non sarebbe così se fosse stato concluso con un lieto fine. Al di là di tutte le considerazioni di carattere fisico e scientifico che possono essere fatte, l’unico vero motivo della morte di Jack è che era prevista da copione.
È il finale naturale di una storia d’amore in cui lui si sacrifica per salvare la vita della donna che ama, ed è il finale che ci fa commuovere ogni volta che rivediamo questo film, rendendolo uno dei più belli e romantici degli ultimi trent’anni.