Scienza e Scienziati

La vita di Elon Musk, il visionario del 21esimo secolo

Come possiamo guardare dall’esterno la vita di Elon Musk? Spesso le caratteristiche dei grandi innovatori emergono fin dalla loro più tenera età, non fa eccezione a questa regola Elon: per capire la psicologia del nostro protagonista dobbiamo risalire alle radici familiari ed in particolare al nonno Josh Norman Haldeman.

Haldeman, con spirito da esploratore, a metà del 900 lasciò gli Stati Uniti d’America per recarsi in Sud Africa in cerca di fortuna e nuovi stimoli. Come in America, continuò ad alimentare le sue passioni per il volo e, in particolare, si costruì un velivolo con cui sorvolò le zone inesplorate del paese. Il nonno di Elon è morto a 72 anni in un incidente durante un atterraggio.

La vita di Elon Musk inizia in Sud Africa. Era molto piccolo alla morte di suo nonno ma, i racconti familiari delle imprese di suo nonno alimentarono la sua fantasia durante tutta l’infanzia e l’adolescenza. L’avventura e l’esplorazione, insieme alla passione per la scienza e alle prime esperienze con i primi personal computer della storia, caratterizzarono gli anni di formazione di Elon Musk. 

Dr. Joshua Haldeman con sua moglie Winnifred. Credit: Scott Haldeman

La vita adolescenziale del nostro Elon Musk

Secondo le testimonianze della famiglia, Elon ha sempre avuto una capacità di concentrazione incredibile: da bambino poteva passare anche 8/10 ore al giorno leggendo libri di ogni tipo. Nel weekend addirittura riusciva a leggere due libri al giorno. Secondo i familiari, quando Elon ragionava e parlava di cose che amava come i viaggi spaziali, il coding e la scienza, era come se fosse rapito, come se entrasse in trance. 

Il suo primo personal computer è stato il Commodor VIC-20 con cui finì in solo tre giorni tutti gli esercizi proposti sul manuale. Addirittura nel 1984, quando aveva solo 14 anni, pubblicò su una rivista di settore il programma di un videogioco da lui stesso inventato con il titolo Blastar. Il codice lo ha venduto per 500$.

Purtroppo il suo carattere e le sue esperienze giovanili avevano un rovescio della medaglia: questa sua incredibile bravura non passò di certo inosservata in un ambiente spesso spietato come quello della scuola. Come molti studenti brillanti, il giovane Elon fu vittima di bullismo. La vita di Elon Musk in quegli anni si aggiunsero anche la separazione dei genitori e i problemi di compatibilità caratteriale con il padre che sembra maltrattasse lui e i suoi fratelli.

Possiamo quindi capire che Elon Musk non ha vissuto un’adolescenza proprio facile. Forse fu proprio questo che probabilmente accentuò la sua ambizione e la sua voglia di rivalsa. Forse anche per questo, ma anche per assecondare lo spirito di avventura ed esplorazione presente nei suoi geni a 17 anni, si sposta in Canada da solo. Finalmente, nel 1992 all’età di 21 anni, si sposta definitivamente negli Stati Uniti d’America dove si iscrive alla facoltà di fisica e di economia della University of Pennsylvania, una delle 8 più prestigiose università del paese.

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L’ascesa di Elon alla Silicon Valley

Dopo la laurea in fisica e in economia nel 1995 Elon cominciò un phd in fisica applicata e scienze dei materiali all’Università di Stanford, ma si ritirò solo dopo due giorni per seguire la carriera da imprenditore. Inizia a fare le prime esperienze lavorative in Silicon Valley e, proprio durante una di queste esperienze, partorisce la sua prima idea di business.

In quegli anni nascevano servizi e siti ad ogni angolo della Silicon Valley. Le opportunità di business erano infinite per chi avesse un minimo di coraggio e un po’ di competenza informatica. Così, anche se con tante difficoltà e senza fondi per finanziare le proprie idee, zip2.com nacque ed iniziò a crescere.

Nel 1996 dopo un anno di attività di zip2.com entrò un fondo di investimento con 3 milioni di dollari. Con i soldi arrivarono anche i programmatori professionisti e, come spesso capiterà nella vita imprenditoriale di Elon, iniziarono anche le diatribe: lui non ha la fama di essere una persona dal carattere facile. È spesso scontroso e dispotico e, almeno all’inizio della sua carriera imprenditoriale, aveva seri problemi a relazionarsi e a lavorare in team.

Nel 1999 zip2.com, dopo 5 anni dalla fondazione, fu acquistata da una compagnia di computer per 340 milioni di dollari. Questo exit fruttò 15 milioni per Kimbal (il fratello) e 22 milioni tutti per lui.

La seconda Start-up ed il Coraggio di Elon Musk

Avendo fatto alcune esperienze nel settore bancario all’inizio della sua carriera, in particolare alla Bank of New Scotia, Musk aveva capito quanto la classe dirigenziale delle banche avesse compreso poco del digitale e della rivoluzione che stava avvenendo sul web. Così, nel 1999, mentre la sua prima azienda stava per essere venduta, fondò la sua seconda startup con il nome di X.com: una start up finanziaria.

Per affermare il suo brand tra gli imprenditori della Silicon Valley, comprò e si fece recapitare una macchina sportiva: la F1 della McLaren, dal valore di un milione di dollari. Musk chiamò la stampa per farla assistere a questo speciale evento: un unboxing costoso di un giovane e brillante ragazzo mentre mostra la sua nuova auto insieme alla bellissima fidanzata.

Si può immaginare quante difficoltà si devono superare per convincere le banche e i clienti, nel 1999, ad utilizzare il suo sistema rivoluzionario. Nel novembre del 1999 il team di sviluppatori dell’azienda aveva già creato una delle prime banche online della storia. La sua vita, portò Elon Musk a lavorare in quei giorni anche 20/22 ore al giorno.

Più di 200.000 persone si iscrissero al servizio di Elon Musk nei primi due mesi. Un anno dopo, nel Marzo del 2000, la sua compagnia si fuse con due startup dando origine a quella che sarebbe entrata nella storia col nome di PayPal.

Anche in questo caso Musk ed il resto dell’azienda sono entrati più volte in rotta di collisione: nel 1984 venne spodestato come amministratore delegato durante un vero e proprio “golpe” mentre stava festeggiando con la moglie il loro matrimonio in luna di miele. Saggiamente accettò la situazione: aveva capito che la società stava per guadagnare dei capitali enormi con cui poteva fare grandi cose.

Nel 2002 arrivò l’offerta che da mesi era nell’aria: eBay, che allora fatturava 240 milioni all’anno, offrì addirittura 1,5 miliardi di dollari. Da questa exit Elon ricavò per sé 250 milioni. Aveva solo 31 anni. In questo caso Musk trasformò questo suo podio in un vero e proprio trampolino di lancio per saltare più in alto e più lontano: nel 1995 fondò la terza startup, la Space exploration Technologies conosciuta ai più come SpaceX , diventando uno degli imprenditori più famosi degli Stati Uniti.

La vita di Elon Musk con la terza start-up: SpaceX

Dopo delle tensioni nella Silicon Valley, decise di spostarsi a Los Angeles: questa scelta non fu un caso, la città degli angeli è sempre stata storicamente molto votata per la ricerca e per lo sviluppo di sistemi aerospaziali.

Ci sono stati solo circa una mezza dozzina di eventi veramente importanti in 4 miliardi di anni di storia della vita sulla Terra, tra cui la vita monocellulare, la vita pluricellulare, la differenziazione animale, lo spostamento degli animali dall’acqua alla terraferma e lo sviluppo della coscienza. Il prossimo grande momento sarà quando la vita diventerà multi planetaria.

Elon Musk

Come sempre Musk raccolse intorno a sé i migliori talenti di quel campo, in particolare Tom Mueller, che diventerà il capo progetto di molti voli spaziali dell’azienda. Ancora una volta ha investito tantissimi soldi in questa impresa: circa 100 milioni di dollari. L’azienda partì sempre con lo stesso stile: dal basso, con un nuovo approccio, figlio della cultura snella e veloce del digitale. La fabbrica aveva scrivanie sparse qua e là in modo che gli informatici ed i progettisti plurilaureati potessero stare accanto ai saldatori e gli operatori.

Anche in questo caso Musk ci aveva visto giusto: non solo la corsa verso lo spazio era un ambito che da anni non veniva più esaltato dalla cultura americana, ma i voli spaziali erano carissimi: all’inizio del secolo mandare in orbita 250 kg costava circa 30 milioni di dollari. Con il primo razzo prodotto dall’azienda SpaceX, Musk prometteva di portare nello spazio addirittura 635 kg con meno di 7 milioni; stiamo parlando di tagliare le spese di circa 10 volte!

Mentre il progetto Falcon 1 stava vedendo la luce, l’azienda di Elon apre un secondo progetto: il Falcon 5. Questo razzo avrebbe avuto 5 motori ed era stato progettato e pensato per portare in orbita terrestre carichi enormi: circa quattro tonnellate (4000 kg). L’azienda aveva individuato il suo primo cliente target: la Nasa.

Il 24 Marzo del 2006 il Falcon 1 era pronto ad essere lanciato nello spazio tra la vegetazione hawaiana. I primi secondi di volo furono perfetti, ma poi il Falcon 1 iniziò a roteare su se stesso e, ad un certo punto, esplose.

Un anno dopo quel primo incidente, avvenne un secondo lancio, in cui il primo stadio, esaurito tutto il combustibile, cadde verso terra come previsto lasciando proseguire il secondo stadio che, dopo pochi secondi, esplose. Un altro duro colpo per Musk che spese tutti i soldi che i suoi investitori russi gli avevano anticipato. La sua amata start up spaziale rischiava di fallire: c’era “benzina” al massimo per un altro tentativo.

La prima vittoria della SpaceX

Musk mantenne il sangue freddo: non comunicò mai al team e al mercato il senso di panico che stava provando; ma, invece di focalizzare le forze e le energie sull’obiettivo principale (mettere in orbita il suo primo razzo) chiese al team di ingegneri di iniziare la progettazione di un terzo razzo: il Falcon 9, questa volta con 9 motore.

Finalmente il 28 settembre del 2008 il Falcon 1 era nuovamente pronto a decollare. L’azienda si giocavano tutto in quell’unico lancio. Musk passo le ore precedenti a Disneyland con il fratello ed i figli. Arrivò nella sala controllo solo pochi istanti prima che il razzo accendesse i suoi motori. Questa volta tutto andò per il verso giusto: il Falcon 1 di SpaceX divenne il primo razzo completamente finanziato da privati a raggiungere con successo l’orbita terrestre.

 Beh, è stato fantastico. Molte persone pensavano che non ci saremmo riusciti, ma come si suol dire: il quarto tentativo è la volta buona, no? Non so voi, ma io stasera darò una grande festa.

Elon Musk

In quei mesi finalmente, Musk ed i suoi collaboratori, firmarono un contratto milionario da circa 300 milioni di dollari con la Nasa per il Falcon 9 e per 12 lanci verso la Stazione Spaziale Internazionale. SpaceX non era solo più un’idea audace nella testa di un folle visionario, ma era la prima azienda privata aerospaziale della storia americana che ancora oggi stupisce il suo pubblico sbalordendo sui social network milioni di persone durante i suoi lanci.

Le prime luci della Tesla

Nel 2003 contribuì alla nascita di un’altra azienda rivoluzionaria, la Tesla. La vita di Elon Musk lo portò a conoscere J.B. Straubel, un grande esperto e appassionato progettista di auto elettriche e batterie ricaricabili, in particolare di quelle agli ioni di litio.

Nel 2003 cioè nei mesi in cui sognavano una nuova auto elettrica, i due ingegneri fondarono una nuova azienda che si basava sull’idea di produrre auto elettriche belle e potenti, sfruttando la loro esperienza nel campo dell’alimentazione elettrica. L’azienda venne chiamata Tesla, in onore del fisico di fine 800 che rivoluzionò il mondo dell’elettricità con straordinarie invenzioni.

Nel 2003 la società Tesla era in cerca di finanziatori, così Musk investì in Tesla 6,5 milioni di dollari, diventando subito il maggior azionista ed il presidente dell’azienda. Come stava succedendo parallelamente in SpaceX, Elon impresse al team di lavoro un ritmo impressionante, con una visione sempre più ambiziosa dei progetti e dei prodotti che l’azienda avrebbe venduto sul mercato.

Tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005 un team di circa 20 tecnici progettò e costruì il primo prototipo di auto completamente elettrica, la Roadster. Un’auto velocissima e bellissima, esattamente l’opposto dell’idea che le persone avevano in quegli anni delle auto elettriche: strane e bruttine. Al lancio della sua prima auto, Musk affermò:

Fino ad oggi le auto elettriche facevano tutte schifo.

Elon Musk

L’imprenditore di origini sudafricane investì altri 13 milioni di dollari, permettendo così all’azienda di crescere, sviluppare e industrializzare tutti i suoi prodotti.  La Roadster sarebbe costata una cifra spropositata: 90.000 $ e avrebbe avuto un’autonomia di circa 400 km, ma i geni digitali della Silicon Valley impazzirono per quell’auto. Tra i primi acquirenti ci furono i fondatori di Google.

Ora per Musk e la sua azienda, dovevano affrontare la sfida di costruire una macchina per il mercato di massa e dal costo contenuto. Tra tante polemiche, nel 2007 Tesla aveva più di 200 dipendenti e una situazione finanziaria molto difficile. Tra il 2008 e il Marzo del 2012 Tesla ha venduto più di 2250 Roadster in 31 paesi diversi. Nel 2008, quando l’azienda compie 5 anni, Elon Musk fu nominato amministratore delegato. 

Nel 2010 Tesla e Toyota annunciano una partnership per lavorare sullo sviluppo di veicoli elettrici. Toyota avrebbe investito 50 milioni di dollari, e la Tesla si sarebbe impegnata per 42 milioni di dollari acquistando una parte della fabbrica di Toyota nel 2012. 

Nel 2015 la Tesla raggiunse le vendite della Model S intorno alle 100.000 unità. Con l’ultimo prodotto, la Model 3, presentato nel Marzo del 2016, Tesla ha ricevuto nella settimana successiva la presentazione 325.000 prenotazioni. Anche grazie a questi numeri, nel 2017 Tesla superò per la prima volta Ford e General Motors in capitalizzazione azionaria, e diventò l’azienda automobilistica americana di maggior valore.

Non solo Tesla e SpaceX!

Negli ultimi anni della sua vita, Elon Musk ha lanciato altre idee e aziende visionarie, sempre al limite tra follia e visione:

  • Hyperloop, un’azienda che sta costruendo un treno che viaggia alla velocità di 1000 km all’ora, in un tubo sottovuoto, che attualmente è in costruzione in diverse parti del mondo;
  • Boring Test Tunnel, un’azienda che scava buchi per far viaggiare le auto da una parte all’altra della città salendo su pattini automatici;
  • Neuralink, una start up che permette di connettere il cervello degli umani ai computer per archiviare informazioni e aumentare la potenza di intelligenza dell’umanità;
  • OpenAI, una piattaforma di intelligenza artificiale open source molto utilizzata negli ambienti accademici e della ricerca;

Queste appena elencate sono tutte attività molto serie e, probabilmente, con uno sfondo di business. Altre sono vere e proprie provocazioni, come l’incomprensibile lanciafiamme lanciato sul mercato tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Eppure anche qui, partendo un po’ per scherzo, vendette circa 10.000 esemplari, raccogliendo 5 milioni di ricavi di dollari dal mercato.

Infine, nel Febbraio del 2018 Musk mischio le carte in un’operazione di comunicazione geniale: la sua azienda SpaceX, durante il volo inaugurale del suo Falcon, ha lanciato nello spazio l’automobile Tesla Roaster che, ancora oggi, viaggia nel cosmo con il suono della canzone Space Oddity nell’autoradio, ed un manichino con indosso la tuta spaziale marcata SpaceX.

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Published by
Antonio Parlati