Asteroide Bennu: un nuovo studio ha calcolato la sua traiettoria
Lo spazio è, senza ombra di dubbio, uno scrigno pieno di tesori, spettacoli, meraviglie, misteri e bellezze. Alcune meraviglie spaziali, però, possono essere al contempo anche molto pericolose ed in questo caso vanno citati gli asteroidi. Gli asteroidi sono oggetto di costante monitoraggio da parte delle agenzie spaziali. Infatti, di recente la NASA ha calcolato la traiettoria del famosissimo e pericolosissimo asteroide Bennu. Ma prima, vediamo cosa sono gli asteroidi.
Gli asteroidi, i titani dello spazio
Gli asteroidi sono dei corpi celesti formati prevalentemente da rocce, metalli ed altri materiali spaziali. Normalmente gli asteroidi possono orbitare attorno ad una stella, girovagare liberamente per lo spazio o addirittura orbitare attorno ad un pianeta. È curioso sapere che gli asteroidi hanno le più svariate forme, spesso e volentieri anche indefinite. Anche le dimensioni di un asteroide sono molto diversificate; si va infatti da piccolo pietrisco fino a veri e propri titani spaziali.
Gli asteroidi possono essere attratti dalla forza di gravità di un pianeta. Quando ciò avviene, il destino dell’asteroide o del pianeta su cui precipita, dipende dalle dimensioni dell’asteroide stesso. Se è di discrete misure può disgregarsi, a causa dell’attrito generato con l’atmosfera del pianeta, andando a formare una meteora, chiamata comunemente anche “stella cadente”.
Se le dimensioni sono invece notevoli, un asteroide può impattare al suolo dando vita ad un meteorite, che può essere anche cercato, recuperato, studiato o collezionato. Oppure fare danni ben maggiori, come nel caso dell’asteroide di Chelyabinsk. Quest’ultimo, il 15 febbraio 2015, passò sopra la città russa di Chelyabinsk a ben 54.000 km/h, disgregandosi.
La disgregazione generò un’onda d’urto talmente potente che provocò danni di notevole gravità a moltissimi palazzi ed in particolare frantumando i vetri di essi, ciò fece crollare anche la copertura di una fabbrica di zinco, da questo accaduto sono rimaste ferite ben 1000 persone. Successivamente sono stati rinvenuti alcuni frammenti, uno addirittura di 570 kg circa, di questo asteroide nel lago russo Chebarkul.
Come abbiamo visto, quindi, la disgregazione di un asteroide, ed ovviamente anche la sua pericolosità, dipende dalla sua massa; oltre che da tanti altri fattori astrofisici. In aggiunta va detto, ed è molto interessante, che quando invece un asteroide è ghiacciato si parla di comete, caratterizzate dalle famose “chiome”; formate da vari detriti della stessa cometa e dalla sublimazione (ovvero il passaggio di stato della materia da solido a gassoso) del ghiaccio. Detto questo ritorniamo all’asteroide Bennu.
Le caratteristiche dell’asteroide Bennu
L’asteroide in questione è stato scoperto nel 1999 ed è di tipo C. Tale tipologia è chiamata anche carboniosa, ovvero con una struttura ricca di carbonio e simile a quella del Sole. Ovviamente senza idrogeno, gas volatili ed elio; sono presenti invece gli idrati, ovvero alcuni composti contenenti acqua. Il diametro di questo asteroide è di circa mezzo chilometro, la sua orbita dura un anno e 73 giorni terrestri, la sua forma è sferoidale ed il suo moto di rotazione dura 4 ore, 17 minuti e 16 secondi terrestri. Il suo nome completo è 101955 Bennu, mentre quello iniziale fu 1999 RQ36, il nome di Bennu deriva dal nome Benu della divinità/uccello mitologico egizio. Inoltre l’asteroide Bennu è anche un Asteroide Apollo, ovvero quella tipologia di asteroidi che, con la loro orbita, riescono ad incrociare l’orbita terrestre.
Essendo un asteroide molto pericoloso, Bennu è tra i più studiati dagli scienziati. Infatti è stato scelto per la famosissima missione della NASA OSIRIS-REX, il cui scopo è stato quello di analizzare, mappare e prelevare un campione dell’asteroide Bennu; quest’ultimo scopo è stato quello più importante.
Questa missione è iniziata l’8 settembre 2016, l’arrivo nei pressi dell’asteroide è avvenuto il 3 dicembre 2018, il 20 ottobre 2020 la sonda della missione ha invece raccolto tramite un braccio meccanico e senza atterrare un campione di asteroide, il 10 maggio 2021 la sonda ha iniziato il suo percorso di ritorno per la Terra previsto per il 24 settembre 2023.
Un nuovo studio sull’asteroide Bennu
Non solo le recenti notizie della missione senza precedenti sull’asteroide Bennu, ma anche un nuovo studio ha dato maggior fascino a questo corpo celeste. Lo studio in questione, gestito dagli scienziati della NASA, ha permesso di calcolare in modo dettagliato e preciso l’orbita dell’asteroide Bennu. Per farlo è stato utilizzato un complesso sistema di algoritmi. In questo studio sono stati utilizzati i dati raccolti durante la missione OSIRIS-REx.
Da questo studio, però, sono saltate fuori alcune date, tra cui il 2300 ed il 24 settembre 2182. Nella data del 24 settembre 2182 ci sarà una probabilità di impatto calcolata di una su 2.700, che corrisponde allo 0,037% di probabilità. Mentre nel 2300 ci sarà invece una probabilità di impatto calcolata di una su 1.750, corrispondente allo 0,057% di probabilità, e quindi maggiore. Fin qui sembrano numeri irrilevanti, ma in termini astronomici sono da tenere sotto osservazione.
Inoltre, ulteriori calcoli hanno mostrato un ennesimo dato d’interesse. Infatti, nel 2135 l’asteroide Bennu passerà molto vicino alla nostra Terra, non impatterà, ma entreranno in gioco alcuni fattori degni di nota. Nel passaggio ravvicinato del 2135 l’asteroide passerà nel cosiddetto “buco della serratura gravitazionale”, ovvero quella zona del campo gravitazionale di un pianeta che potrebbe fare cambiare traiettoria ad un corpo celeste, tra cui un asteroide.
Non solo forza gravitazionale
Oltre al problema del “buco della serratura gravitazionale”, durante il passaggio del 2135 entrerà in gioco anche l’effetto Yarkovsky. Tale effetto consiste nel fatto che quando un asteroide, avvicinandosi al Sole, si riscalda su di un lato e tale lato, raffreddandosi, genererà energia sotto forma di infrarossi in grado di provocare una piccolissima spinta. Tale spinta però è piccolissima, simile alla spinta di soli tre chicchi d’uva, ma, seppur quasi impercettibile, sarebbe in grado di modificare la traiettoria di un asteroide per i successivi anni, prima di ritornare ad un assetto normale.
Ma non finisce qui, altri fattori in grado di modificare la traiettoria dell’asteroide Bennu sono la forza gravitazionale solare, la gravità di altri pianeti, la gravità delle lune, la gravità degli altri asteroidi, varie tipologie di particelle e la polvere spaziale. Tutte variabili che potrebbero portare questo asteroide ad impattare in futuro col nostro pianeta. In ogni caso, questi fattori potrebbero rendere imprevedibili le traiettorie di Bennu per gli anni 2135 e 2300, ed anche le successive. Gli scienziati intendono comunque ulteriormente studiare, con più precisione e facilità, questo asteroide durante il suo passaggio ravvicinato del 2037.
Valide speranze
L’asteroide Bennu è continuamente sotto osservazione. Per il futuro si stanno progettando dei sistemi in grado di poter deviare eventuali asteroidi pericolosi, unendo alta tecnologia, radar ed armi spaziali. Infatti, uno dei sistemi più promettenti, chiamato LOP-G e progettato dal Politecnico di Milano e da varie compagnie spaziali, contro gli asteroidi, è quello di un gigantesco modulo spaziale in grado di contenere particolari sonde. Esse possono essere attivate e lanciate nella quantità necessaria quando si nota un asteroide pericoloso o in procinto di impattare col nostro pianeta. Successivamente il modulo verrà ricaricato con nuove sonde, simile ad un Revolver Spaziale.
Il funzionamento di queste sonde si ispira vagamente all’effetto Yarkovsky e la possibilità di deviare gli asteroidi anche con una potenza relativamente contenuta. Infatti le sonde del LOP-G possono impattare con estrema violenza su un asteroide pericoloso tale da deviarne la traiettoria.
Questo sistema del modulo LOP-G, che sarà utilizzato anche come base e magazzino di stoccaggio dagli astronauti per le future missioni spaziale, ricorda un sistema missilistico; e sicuramente ci saranno anche organi militari a collaborare per difendere la Terra dagli asteroidi. Al momento questa sembra una delle migliori speranze. Col tempo staremo a vedere.
A cura di Gioacchino Savarese