Nel Museo di Storia Naturale di Milano già da molti anni gli studiosi s’interrogano su di un oggetto davvero bizzarro noto come “la sirena di Milano”. Il reperto di piccole dimensioni affascina e al tempo stesso incute orrore.
La scoperta della sirena di Milano risale agli anni ’80. A trovarla fu Giorgio Teruzzi, paleontologo del Museo in corso Venezia ormai in pensione. La sirena di Milano era quasi nascosta all’interno del Museo. Si trovava infatti dietro un’intercapedine in un locale seminterrato, tra i tanti che fanno da deposito di studio.
Per Giorgio Bardelli, curatore della sezione di zoologia dei vertebrati, la sirena di Milano è uno “scheletro nell’armadio” che ogni museo possiede. Potrebbe forse appartenere alla donazione dei fratelli Villa, collezionisti milanesi che regalarono diversi reperti al Museo.
Riguardo la sirena di Milano non ci sono informazioni dettagliate. Ancora Bardelli conferma l’assenza di documenti o note che possano chiarire i tanti dubbi. Le teorie più plausibili parlano di una donazione prima del secondo conflitto mondiale in favore del Museo.
La sirena di Milano è lunga circa 30 centimetri e presenta capelli umani, artigli di volatili e pinne di pesce. Lo studio non si è fermato ovviamente all’aspetto esterno. Le radiografie mostrano chiaramente che per quanto possa essere verosimile, la sirena di Milano è un falso. Chiarita l’inesistenza di mostri-sirena, quello che ci chiediamo è il motivo della sua realizzazione.
Le radiografie hanno permesso di stabilire che la sirena di Milano non è una creatura ma un fantoccio. All’interno c’è infatti una struttura in legno e ferro che sostiene il corpo fatto in gran parte con cartapesta. L’inganno, se così lo si può chiamare, non era per niente facile da smascherare. L’attenzione ai particolari e ai dettagli (capelli, unghie e così via) ha scosso anche i più fermi e razionali.
In verità la sirena di Milano non è nata certo per fare uno scherzo. Sono stati creati diversi pupazzi simili a questo nel corso della storia per scopi di vario tipo. Le ricerche finora svolte datano la diffusione di questi fantocci nella seconda metà del 1800, in particolare quelli prodotti in Giappone.
Nella seconda metà dell’Ottocento, i collezionisti soprattutto provenienti da Occidente rimasero colpiti dalle statuine giapponesi. Un esempio è la sirena delle Fiji portata in America da Barnum, un imprenditore circense degli Stati Uniti. In moltissimi musei di tutto il mondo sono osservabili reperti affini. Nonostante le conclusioni ottenute, il Museo continua gli studi sulla sirena di Milano. Giorgio Bardelli commenta con queste parole il continuo delle ricerche:
«Più sappiamo e più ci rendiamo conto che ci sono tantissime cose che non conosciamo».
Appassionati, sognatori, curiosi e forse anche creduloni, non si arrendono alla realtà troppo spesso arida e immaginano mostri e creature leggendarie. La Scienza di certo non si lascia trasportare ma non rinuncia alla sfida, impegnandosi per dimostrare l’inesistenza o l’esistenza di esseri straordinari. È l’Oceano, con le sue oscure profondità, a generare dubbi più d’ogni altro luogo.
Una leggenda in particolare ha attraversato i secoli ed è quella del Kraken: un mostro capace di afferrare navi con i suoi tentacoli e trascinarle negli abissi. Il Kraken come descritto dalla leggenda ancora non si è fatto vivo (per nostra fortuna) ma questo non vuol dire che non esistano animali simili. Il calamaro gigante è il più grande invertebrato sul nostro pianeta ed abita gli oceani ad oltre 400 metri di profondità!
Altri esseri viventi sconosciuti abitano gli oceani: durante una spedizione terminata nel luglio di quest’anno, un equipaggio composto da ricercatori marini scopre la presenza di un polpo di vetro.