Come le emozioni influenzano le nostre espressioni?
Fin dall’antichità l’uomo ha provato a studiarsi, a conoscersi. Aristotele provò ad individuare quali fossero le emozioni che ci caratterizzano e Darwin ipotizzò che fossero universali per ogni essere umano. In poche parole, cos’è un’emozione? Dal latino emovère (ex=fuori + movere=muovere), significa portare fuori, smuovere, scuotere. Le emozioni sono definite come reazioni organizzate di breve durata del cervello determinate da uno stimolo interno o esterno, naturale o appreso. Ogni emozione ha una componente soggettiva di sensazioni accompagnata da possibili reazioni fisiche, come ad esempio sudorazione o aumento del battito cardiaco. Le emozioni, anche di breve durata, influenzano fortemente le espressioni facciali e sono comuni a tutto il genere umano, senza distinzione di sesso o etnia.
La classificazione delle emozioni
Nella nostro viso sono presenti circa 40 muscoli, che insieme ai movimenti della testa e degli occhi contribuiscono a dare vita alle emozioni. Esistono delle emozioni primarie, innate e universali, comuni a tutti i mammiferi. Di base sono cinque: gioia (felicità), rabbia, tristezza, paura, disgusto. Alcuni scienziati ne includono una sesta, la sorpresa e altri addirittura una settima, il disprezzo. Negli esseri umani le emozioni assumono delle caratteristiche più complesse, per questo si parla anche di emozioni secondarie. Ne sono esempio il senso di colpa, la vergogna e l’invidia, che sono fortemente soggettive e influenzano le interazioni sociali.
Emozioni e microespressioni facciali
Molti scienziati sostengono che le emozioni possano essere identificate facilmente dalle micro espressioni facciali, movimenti facciali talmente brevi da essere quasi impercettibili. Il pioniere di questa visione è il ricercatore statunitense Paul Ekman, che con i suoi studi ha rivoluzionato non solo la psicologia e la medicina, ma anche le indagini criminologiche, psichiatriche e persino di marketing.
Ekman sostiene che le emozioni primarie vengono espresse universalmente, senza differenza di etnia, cultura e periodo storico (come un tempo si credeva) e che influenzano le espressioni facciali di tutto il genere umano. Sicuramente le interazioni sociali e le differenze culturali sono implicate negli stimoli esterni che vengono forniti all’uomo, ma non nella reazione istintiva che ne deriva.
Come le emozioni influenzano le nostre espressioni: il caso della paura
La paura è una emozione che nasce con noi. Rientra nelle emozioni “negative” perché mette il soggetto in una situazione di allerta, perdendo lo stato di benessere. Si scatena quando si ha la percezione di un pericolo, che a volte potrebbe anche non essere reale. Influenzata dall’istinto, ha come obiettivo far scampare da una possibile situazione di minaccia e rischio imminente. Diverso il concetto di terrore, scaturito dal momento in cui il cervello pensa di non avere vie d’uscita.
La paura, come altre emozioni negative, è gestita dall’amigdala, situata nel lobo temporale del cervello. È proprio l’amigdala responsabile dell’aumento del ritmo respiratorio e della pressione, della tachicardia e dell’ansia generalizzata. In alcuni casi si assiste ad una sua iperattività, che porta il soggetto a vivere in una condizione di costante paura, con tutte le alterazioni connesse quali il costante rilascio in circolo dell’adrenalina. Lesioni dell’amigdala sono spesso accompagnate da alterazioni comportamentali abbastanza gravi, osservati sia nelle scimmie che nell’uomo, come l’aumento dell’aggressività.
La paura si manifesta attraverso diverse vie, in particolare una parte del segnale di paura dall’amigdala viene inviato in un altro circuito che raggiunge una zona del lobo frontale, ovvero la corteccia cingolata. In questa zona del lobo frontale si crea e si mette in evidenza quella che è l’espressione facciale relativa ad una emozione. Alcune delle tipiche espressioni facciali associate alla paura sono l’avvicinamento delle sopracciglia, il sollevamento delle palpebre superiori, gli occhi aperti e tesi.
Come le emozioni influenzano le nostre espressioni: una serie tv ad hoc
Sulla base degli studi di Ekman è stata realizzata una serie tv, “Lie to Me”, andata in onda tra il 2009 e 2011. Il protagonista è uno scienziato, esperto di microespressioni facciali, che collabora con gli enti governativi quali FBI per risolvere dei casi. Individua i colpevoli e scopre le loro bugie durante gli interrogatori attenzionando il linguaggio non verbale, la mimica facciale, il linguaggio del corpo e il timbro della voce.