Effetto Mozart: la musica ci rende persone migliori?
Ascoltare Mozart, quindi essere influenzati dall’effetto Mozart, fa rilasciare dopamina e questo migliora le prestazioni cognitive. Funziona con tutti i tipi di musica, è sufficiente che ci piaccia. Quindi in realtà ascoltare la tua musica preferita, indipendentemente se sia di Mozart o no, migliora le tue prestazioni cognitive.
Effetto Mozart come fu scoperto?
Il cosiddetto “effetto Mozart” fu scoperto nel 1991. Solo due anni dopo fu pubblicato uno studio sulla rivista Nature da un’equipe di neurobiologi dell’Università della California. Gli scienziati arrivarono alla conclusione che ascoltare Mozart conducesse ad un miglioramento temporaneo nelle capacità di ragionamento spazio-temporali. Infatti, questi neurobiologi, facendo ascoltare Mozart a degli individui, e successivamente facendo dei test, notarono proprio questo: un miglioramento delle prestazioni cognitive.
Le conseguenze di questa scoperta
Questa idea, che ascoltare la musica classica aiuta in qualche modo a migliorare il cervello, sembra plausibile. Mozart era indubbiamente un genio, la sua musica è complessa e c’è la speranza che se ne ascoltiamo abbastanza, un po’ di quell’intelligenza potrebbe contagiarci. Quindi questa scoperta come potete ben immaginare, lasciò le persone meravigliate e curiose di sapere come poter utilizzare al meglio, per sé stessi e per i propri bambini, l’effetto Mozart per migliorare le proprie capacità.
Quindi, per esempio, sfruttando tutto ciò, Don Campbell, un insegnante di musica del Texas, sfruttò l’idea scrivendo un best-seller, The Mozart Effect, in sintesi, affermando e spiegando che la musica ha il potere di curare il corpo, rafforzare la mente e sbloccare lo spirito creativo. Questo ha condotto ad ulteriori studi per capire la veridicità di quanto affermato.
L’effetto Mozart è fondato su argomentazioni scientifiche o è solo un mito?
Per la stragrande maggioranza degli scienziati e dei ricercatori, l’effetto Mozart è solo un mito. In realtà, dati scientifici permettono di affermare che ascoltare Mozart fa aumentare il livello di dopamina che molto probabilmente migliora le prestazioni cognitive. Infatti, nel 1999, due team di ricercatori attraverso un’analisi, dimostrarono che l’effetto Mozart ha una semplice spiegazione neuropsicologica, chiamata “arousal di godimento“.
In realtà questo effetto non si ottiene solo con Mozart ma anche, per esempio, ascoltando l’album di Gazzelle, se vi piace la sua musica, mangiando una barretta di cioccolato, o leggendo una storia di Stephen King. Cioè si ottiene con qualsiasi cosa ci piaccia e non avrebbe luogo in assenza del suo apprezzamento.
Studi scientifici che testimoniano quanto detto precedentemente
Dei ricercatori austriaci, e successivamente dell’Università del Texas, hanno confermato che l’effetto non ha fondamenti scientifici ma comunque conduce a dei benefici. Nel 2010 uno studio austriaco ha compiuto degli esperimenti sull’effetto Mozart, concludendo che l’effetto Mozart, ossia la teoria, secondo cui ascoltare Mozart migliori le capacità spaziotemporali, non ha sufficienti prove.
Però questo non significa che, se siete grandi appassionati di Mozart, ascoltarlo non abbia effetti positivi sul cervello anzi. Infatti, recentemente è stato compiuto uno studio da alcuni scienziati dell’Università del Texas che hanno osservato che i chirurghi che ascoltavano Mozart prima di cercare i polipi nel colon di un paziente ne trovavano percentualmente di più di chi non avesse ascoltato musica. Probabilmente, quindi, i medici avevano un debole per la musica classica. Ma se, poniamo, fossero stati fan di Fedez e avessero ascoltato a tutto volume il suo ultimo concerto, l’effetto sarebbe stato simile.
Quindi, l’effetto Mozart ci rende persone migliori?
Attraverso questi studi ottenuti negli ultimi anni possiamo arrivare ad affermare quasi con tutta sicurezza che l’effetto Mozart sia solo dovuto a un miglioramento dell’umore e quindi al rilascio di dopamina e non dipende dal tipo di musica, è necessario solo che ci piaccia.
Quindi l’effetto Mozart è stato ridimensionato, ma comunque l’ascolto della musica può stimolarci a prestare maggiore attenzione o migliorare i nostri stati d’animo ma non dobbiamo aspettarci che il semplice ascolto di musica ci renda più intelligenti.
A cura di Mario Balletta