Molto probabilmente William Thomson non vi dice nulla ma questo è il vero nome del fisico e ingegnere britannico che in tutti i libri appare come Lord Kelvin, titolo che gli fu conferito in epoca vittoriana per l’importanza delle sue scoperte.
Da giovane, Lord Kelvin doveva essere piuttosto detestato nel suo quartiere: figlio di un professore di matematica, aveva appreso il francese a Parigi e possedeva una intelligenza fuori dal comune che faceva impallidire e sfigurare coloro che gli stavano attorno. Un suo articolo per la Royal Society di Edimburgo dovette essere presentato da un professore più anziano, perché se la commissione giudicatrice avesse conosciuto l’età dell’autore lo avrebbe respinto reputandolo una burla.
Si racconta che, quando era un professore, durante la lezione tenesse di fronte a sé tre scatole, chiamate “Purgatorio”, “Inferno” e “Paradiso”: dopo aver estratto un nome dal Purgatorio, interrogava lo studente corrispondente e, a seconda dell’esito dell’orale, il nome passava in una delle altre due scatole. Una volta chiese ad una classe: “Sapete cos’è un matematico?”. Andò alla lavagna e riportò col gesso l’integrale che vedete in figura.
Puntando il dito su quanto aveva scritto, disse: “Un matematico è uno per il quale questo è ovvio, come due per due fa quattro lo è per voi”. La precocità e il benessere in cui viveva resero Kelvin piuttosto arrogante e fu a Cambridge che ricevette il primo “schiaffo” dal mondo.
Dai tempi di Newton era tradizione universitaria (lo fu sino al 1909) che gli studenti del terzo anno (tutti, anche quelli delle materie classiche) affrontassero un esame finale, il “Mathematical Tripos”, con alcuni problemi molto difficili, per essere valutati e classificati in base al punteggio riportato. L’ultimo otteneva un cucchiaio di legno simbolico (tradizione ancora viva nel rugby) mentre i primi si conquistavano il titolo di “wrangler” (proprio come “combattenti”): primo wrangler, secondo wrangler, e così via.
Essere primo wrangler era un grande onore, equivaleva a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi: Cayley, Littlewood, Eddington, Lord Rayleigh, per esempio, si guadagnarono questo appellativo. Lord Kelvin passò l’esame e, con una certa indifferenza (e presunzione che lo caratterizzava) mandò un suo servitore alla facoltà per visionare l’elenco finale. Quando il domestico rientrò, Lord Kelvin che non aveva alcun dubbio sul fatto di essere il primo wrangler, gli chiese: “Bene, chi è stato nominato secondo wrangler?”.
La risposta raggelante fu: “Voi, signore”. Le cronache non riportano la reazione del fisico. C’è da dire che, vista la complessità dell’esame, non era certo negativo classificarsi secondo wrangler: lo furono, ad esempio, J. C. Maxwell e J. J. Thomson, lo scopritore dell’elettrone. G. H. Hardy fu quarto, B. Russell settimo, T. R. Malthus nono, J. M. Keynes dodicesimo. Come risulta evidente, l’eccellenza non si misura di certo con gli esami.
Senior Wrangler nel 1845 fu Stephen Parkinson, un matematico che non brillò più di tanto (pubblicò due testi sulla meccanica e sull’ottica). Certamente non raggiunse la fama di Kelvin che, quell’anno, risultò secondo “Wrangler”.