Riuscite ad immaginare come potreste sentirvi dopo aver bevuto 300 tazze di caffè in pochi secondi? Questo è ciò che hanno affrontato due studenti del secondo anno del corso di laurea in scienze dello sport alla Northumbria University, dopo che un esperimento scientifico finalizzato a monitorare gli effetti della caffeina sull’esercizio fisico è andato storto, lasciandoli con effetti collaterali “potenzialmente letali”, sospesi tra la vita e la morte in terapia intensiva.
Nel marzo 2015 Alex Rossetto e Luke Parkin si offrirono volontari per un usuale studio sulle prestazioni, noto come test di Wingate. Dopo aver assunto 0,3 grammi di caffeina in polvere, sciolta in una miscela di succo d’arancia e acqua, i due giovani studenti avrebbero dovuto pedalare più energicamente possibile su una cyclette, per vedere se la loro potenza anaerobica ne risultava influenzata.
Ho detto “avrebbero dovuto” perché, poco dopo aver ingerito la bevanda a base di caffeina e ancor prima di arrivare alla cyclette, i due iniziarono ad avere palpitazioni, offuscamento della vista e capogiri. Portati immediatamente al pronto soccorso, furono sottoposti a dialisi. Alex Rossetto perse 12 chili dopo un periodo di 6 giorni in ospedale e Luke Parkin di chili ne perse 10, trascorrendo due giorni in cure. Probabilmente nessuno dei due avrà mai più voglia di vedere una tazza di caffè.
L’errore si è verificato perché i ricercatori che eseguivano il test avevano digitato la virgola decimale nei loro cellulari due posti troppo a destra, di modo che, invece di 0,3 grammi di caffeina in polvere, ne somministrarono 30. In tal modo Alex e Luke ingerirono l’equivalente di circa 300 tazze di caffè! In certi casi, 18 grammi sono stati fatali per un adulto.
Le conseguenze del posizionamento sbagliato di una virgola non sono state tragiche solo perché Alex e Luke erano giovani e godevano di buona salute, al punto da sopportare l’overdose di caffeina con pochi effetti a lungo termine. L’ottantacinquenne Mary Williams, una pensionata che soffriva di diabete, invece, non ce la fece.
Il 2 giugno 2007 un’infermiera a domicilio, Joanne Evans, iniettò nel braccio dell’anziana 3,6 millilitri di insulina, invece di 0,36 millilitri: dieci volte tanto! Chiamare tempestivamente un medico si rivelò inutile: un attacco cardiaco mortale indotto dall’insulina aveva già colpito la signora. La gravità delle conseguenze di una virgola fuori posto va attribuita, in parte, al nostro sistema decimale. In un numero come 666, ciascun 6 rappresenta un numero diverso: 6, 60 e 600, ognuno 10 volte più grande del precedente.
Se utilizzassimo il sistema binario (quello su cui si basa la moderna tecnologia informatica), in cui ogni numero è solo il doppio del precedente, potremmo contenere gli effetti di errori simili. Somministrare una dose quadrupla di caffeina o iniettare una quantità doppia di insulina avrebbe conseguenze meno drammatiche.
Nella primavera del 2016 il manovale Michael Sergeant mandò una fattura di 446,60 sterline per una settimana di lavoro e dopo alcuni giorni, per una virgola messa nel posto sbagliato dall’amministratore della società, si ritrovò accreditato sul suo conto in banca 44.660 sterline! Dopo aver “bruciato” migliaia di sterline in spese folli (droga, gioco d’azzardo, alcol, orologi, abiti firmati, gioielli e automobile nuova fiammante), venne arrestato e costretto a restituire il denaro, svolgendo lavori socialmente utili.
Poco prima delle elezioni del 2010 in Gran Bretagna, il partito conservatore pubblicò un documento che metteva in evidenza il divario presente tra zone ricche e zone povere sotto il governo laburista allora in carica: il 54% delle ragazze nelle aree più povere rimanevano incinte prima dei 18 anni, contro il 19% delle aree più ricche. Peccato che, in realtà, le percentuali reali erano 5,4 e 1,9 per cento. Il notevole imbarazzo provocato dal posizionamento sbagliato delle virgole non compromise la vittoria dei Tories alle elezioni di quell’anno. L’errore non si rivelò fatale ma senza dubbio farsesco.