Perchè i toast cadono sempre dalla parte imburrata?
“Il toast cade sempre dalla parte imburrata” È questa, probabilmente, la più famosa e inesorabilmente vera manifestazione della legge di Murphy secondo cui se qualcosa può andar male, andrà male. Alcuni sostengono che lo strato di materia grassa (o di marmellata, se preferite) provochi un’asimmetria dell’aerodinamicità ma il fisico inglese Robert Matthews ha dimostrato che il burro ha un’influenza sul fenomeno decisamente irrilevante: semplicemente, in genere, il toast (o la fetta di pane) non ha il tempo necessario per compiere un giro completo prima di schiantarsi a terra.
Assimilando il toast ad una lastra rigida, ruvida e sottile in modo da poter applicare le leggi della dinamica del corpo rigido, Matthews ne ha esaminato da vicino il moto di caduta dal tavolo: scivolamento, attrito, reazione vincolare, rotazione, momento di inerzia, tutto è stato analizzato nei minimi dettagli in un articolo pieno di formule (alcune delle quali sono riportate in figura) pubblicato nel 1995 sull’European Journal of Physics, articolo che ha fruttato all’autore il premio Ig Nobel, il celebre premio che consacra le ricerche più insolite e improbabili della storia, ma condotte con assoluto rigore scientifico.
I toast sfruttano la legge di murphy o è semplicemente questione di fisica?
Quando il toast supera il bordo del tavolo, il momento torcente causato dalla gravità produce una velocità angolare di rotazione che normalmente è piuttosto bassa e, comunque, non tale da consentire al toast di fare una rivoluzione completa e tornare a faccia in su prima di toccare il suolo. Il toast, d’altra parte, non ha il tempo di ruotare di 360° prima di atterrare anche perché cade da un tavolo che non è molto alto. Se quest’ultimo fosse alto tre-quattro metri, le cose cambierebbero notevolmente.
Ecco, così, che entra in ballo un secondo fattore determinante: l’altezza del tavolo. Altezza a sua volta determinata dalla statura media degli uomini. E perché gli esseri umani hanno l’altezza che hanno? Perché essendo animali bipedi e sviluppati in altezza, noi uomini siamo relativamente instabili e soggetti a capitomboli, per cui non possiamo essere troppo alti. Se l’uomo camminasse a quattro zampe, anche misurando più di tre metri, non correrebbe il rischio di subire gravi danni o lesioni alla testa in caso di caduta. Quindi, l’altezza del tavolo dipende dalla resistenza e dalla forza relativa dei legami chimici nelle ossa del cranio e dalla gravità che ci trascina verso il basso. Risultano così implicate la massa del protone e dell’elettrone, la gravitazione universale, la velocità della luce (per il calcolo dell’energia), la costante di struttura fine che governa la forza elettromagnetica (forza che regola la vita degli atomi), la carica dell’elettrone.
In ultima analisi, il dramma del toast che atterra dalla parte del burro (o dello smartphone che precipita dalla parte dello schermo) trova la sua giustificazione nelle costanti fondamentali dell’Universo, costanti i cui valori vennero fissati circa 13,8 miliardi di anni fa al momento del Big Bang.