Il “kulning”: il canto delle donne nordiche che supera i 120 decibel
Il kulning è un antico canto svedese che risale al periodo medioevale. Non si tratta però di una semplice canzone: colei che canta supera con la voce i 120 decibel e può essere udita in un raggio di 5 km di distanza. Aveva più funzioni, difatti era adoperato per richiamare le mandrie, spaventare animali feroci o avvertire i vicini di possibili minacce e pericoli.
Quando e dove nasce il kulning?
Perché le donne svedesi hanno appreso e tramandato le tecniche canore del kulning? Innanzitutto va precisato che fu praticato anche in altre regioni nordiche, particolarmente in Norvegia e Finlandia orientale. Tra le tante incertezze storiche, gli studiosi collocano plausibilmente la nascita del kulning durante il Medioevo.
Secondo Susanne Rosenberg, capo del dipartimento di musica popolare presso il Royal College of Music di Stoccolma, il canto nacque per una funzione specifica. All’epoca erano principalmente le donne ad occuparsi dell’allevamento e furono proprio le mandriane ad inventare e praticare il kulning. Occorreva qualcosa in grado di richiamare gli animali che pascolando si allontanavano troppo. La necessità era ancora più sentita nel fäbod, termine che indica piccoli e isolati insediamenti sulle montagne. Gli animali risultavano particolarmente attratti dalla melodia e spontaneamente, ovunque fossero, ritornavano rapidamente indietro raccogliendosi attorno alla cantante.
Chi pratica il kulning oggi?
Col passare dei secoli la società è profondamente cambiata e il kulning è ormai poco diffuso. A tenere viva la tradizione è la bellezza intrinseca del canto che ancora affascina chi lo pratica e chi lo ascolta. Famosa è l’esibizione della YouTuber Jonna Jinton che nel 2016 ha pubblicato il suo kulning in rete. Nel video è possibile osservare l’effetto della voce sul bestiame: quasi fosse un incantesimo, le mucche s’affrettano a raggiungere Jonna appena odono il canto.
Quello di Jonna Jinton è solo un esempio. Anche se l’era del fäbod si è spenta intorno agli anni ’60, non sono poche le donne che ancora praticano il kulning. Alcune lo sfruttano per l’antico uso, altre invece per passione. Con una breve ricerca in rete è possibile anche trovare diversi video che insegnano i rudimenti del canto.
La Disney porta la magica melodia nel film Frozen II – Il segreto di Arendell
Anche la Disney ha riconosciuto la bellezza di questa tradizionale pratica nel film Frozen II – Il segreto di Arendell. Il film d’animazione prende spunto dalla fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Andersen ed è ambientato in Norvegia. I compositori Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez hanno collaborato con la cantante norvegese Aurora per portare nel film l’arte del kulning. Riferendosi al canto, Anderson-Lopez afferma che:
“Ogni mandria aveva la sua canzone a cui sarebbe giunta. Allo stesso modo [il canto] chiama Elsa come il bestiame”.
Curiosità sull’antico canto svedese
Indicativamente è possibile attribuire alla voce umana durante una semplice conversazione circa 60 dB. Un urlo può raggiungere i 90 dB mentre in discoteca vige una legge che vincola le pressioni sonore non oltre i 105 dB. Convenzionalmente la soglia del dolore dovuto ad una sorgente sonora è pari a 120 dB. Il kulning può benissimo raggiungere i 125 dB ecco perché può risultate pericoloso sostare nei pressi di colei che canta. Se parlando normalmente la voce femminile in media ha una frequenza tra 165 e 255 Hz, attraverso il kulning, una donna sfiora frequenze intorno a 1560 Hz.
La melodia è incredibilmente affascinante perché trasmette qualcosa di antico e magico. Del risultato è sicuramente complice anche il meraviglioso paesaggio nordico, le cui foreste e montagne sembrano partecipare al canto con una naturale e arcana voce. In realtà è un richiamo e nessuna magia attira il bestiame: la bravura della cantante è tutto ciò che occorre. Gli animali sono spinti a ritornare similmente ai cani quando tornano dal padrone se chiamati.
Di cosa si parlava nel kulning? Quali erano i testi delle canzoni?
I testi delle canzoni ancora più riflettono la natura femminile del canto. Essi parlano delle paure delle donne, le loro insicurezze ma anche del loro amore e dei loro sogni. Un esempio è la canzone “Vallvisa” il cui testo descrive il timore di una mandriana sola nella foresta. Riportiamo il testo tradotto dalla registrazione della cantante Anna Liss presente negli archivi del Dalarnas museum:
Ora desidero lasciare la foresta, la mia casa al di là delle montagne.
Sta diventando sempre più buio qui nella foresta, ora che l’estate ci ha lasciati.
Ogni uccello è volato via, ogni fiore è ora morto e andato.
I prati hanno perso la loro ricchezza ed è ora vuota di erba fiorente.
Sto contando ogni giorno che passa, ogni settimana diventa lunga come un anno.Ma presto il mio desiderio si riposerà quando tornerò nella casa di mio padre e mia madre.
Ora desidero lasciare i sentieri della foresta dove ho perso la mia strada.
Mi sono smarrita nei boschi bui, tra muschio, abete, erica e betulla.
Ora desidero lasciare sia la foresta che il lago.
Presto dirò addio e andrò a casa mia
dove posso riposare accanto al fuoco caldo.