Microbiota umano: che cos’è ed effetti sul nostro organismo
Studi recenti hanno suggerito che uno squilibrio del microbiota intestinale possa avere implicazioni sistemiche, nello sviluppo di patologie autoimmuni e neurodegenerative. Grazie a questi studi, in futuro, sarà possibile conoscere nuovi biomarcatori correlati al microbiota, predittivi di determinate patologie.
Ma si dice microbiota o microbioma e che cos’è ?
Il microbiota è l’insieme di batteri commensali che convivono con il nostro organismo senza danneggiarlo, ma non necessariamente apportando dei benefici. Il microbioma, invece, indica il patrimonio genetico del microbiota, ovvero l’insieme dei suoi geni. Per cui, quando ci riferiamo alla popolazione batterica intestinale, ci riferiamo al microbiota.
Il microbiota orale, dopo quello intestinale, è la seconda comunità microbica più diversificata che colonizza il corpo umano. C’è una mutua interazione tra queste colonie batteriche e l’organismo ospitante. L’ospite fornisce ai batteri una stabile nicchia ecologica in cui poter crescere e proliferare, controllandone la composizione imponendo una pressione selettiva basata sulla necessità di intraprendere specifiche vie metaboliche e sulla capacità dei batteri di legare e processare determinati substrati. Il microbiota invece può supportare l’ospite tramite la produzione di enzimi e proteine che intervengono nei processi digestivi, oltre a contribuire alla formazione di un biofilm limitante la proliferazione di eventuali batteri patogeni. Alcuni batteri, ad esempio, consumano glucosio ed ossigeno per produrre lattato, acetato e CO2 grazie ai quali supportano i batteri anaerobi facoltativi e svolgono un ruolo difensivo producendo H202 (acqua ossigenata) che protegge l’ospite da eventuali infezioni.
Il nostro organismo controlla la composizione del microbiota orale anche tramite la secrezione salivare di SIgA, una immunoglobulina che promuove l’aggregazione e la conseguente eliminazione di microbi potenzialmente patogeni. Il ruolo svolto dalle secrezioni salivari nel controllo della composizione microbica è evidente nei pazienti con Xerostomia (ridotto flusso di saliva e conseguente secchezza del cavo orale) che presentano spesso infezioni batteriche e fungine.
Quali sono le sue implicazioni sistemiche ?
Prendiamo ad esempio la lingua. Sulla superficie dorsale della lingua troviamo delle papille filiformi ricoperte da un biofilm che contiene batteri anaerobi facoltativi, capaci di ridurre i nitrati, producendo da essi NO (ossido nitrico). Quest’ultimo è implicato in importanti meccanismi nel nostro organismo, tra i quali: abbassare la pressione sanguigna e ridurre lo stress ossidativo.
Infezioni opportuniste del tratto gastrointestinale da parte di microbi del microbioma orale, possono contribuire allo sviluppo di tumori del canale alimentare e recenti studi hanno evidenziato come determinati batteri possano anche essere correlati al grado di invasività e aggressività di tumori metastatizzanti.
Un team di ricerca ha associato, tramite sequenziamento metagenomico, casi di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) con alcune alterazioni del microbiota intestinale. La SLA è una malattia neurodegenerativa dei motoneuroni che si manifesta con debolezza muscolare e atrofia. I ricercatori hanno evidenziato come, su modelli animali, una riduzione del microbiota possa influenzare negativamente i sintomi di SLA e, tramite un approccio terapeutico probiotico, la presenza di determinati batteri abbia effetti positivi sulla gravità della patologia. In ultimo, citiamo anche studi che hanno dimostrato alterazioni della flora batterica intestinale in pazienti autistici rispetto a bambini ed adolescenti sani.
Obbiettivi futuri.
La correlazione tra il microbiota ed alcune patologie sistemiche non è stata ancora del tutto compresa, ma ulteriori scoperte potranno essere utilizzate ai fini diagnostici. Canalizzare le recenti scoperte scientifiche in un approccio innovativo alle patologie non è semplice. Molecole derivate da determinati patogeni si potrebbero aggiungere a prodotti di utilizzo quotidiano. Ad esempio, nei prodotti per l’igiene orale si potrebbero aggiungere nitrati che possano favorire la crescita del microbiota orale. Un altro approccio interessante è quello di modificare geneticamente i batteri mediante i batteriofagi. I batteriofagi sono virus con elevata specificità per l’organismo ospite, infatti di solito infettano ed uccido una sola specie batterica. Questi potrebbero essere usati in modo mirato per uccidere determinati patogeni e modificare il microbiota in maniera mirata.