“Fiat lux”, letteralmente “sia fatta la luce” (frase tratta dalla Genesi); con questa frase viene di fatto annunciata la creazione dell’Universo. Bastano queste due parole per esprimere l’importanza della luce per l’esistenza stessa del pianeta Terra e di tutta la sfera vivente che la popola.
Luce intesa sia come radiazione elettromagnetica naturale (quella emessa dal Sole, per intenderci) che come illuminazione artificiale per mezzo di lampade o fonti di qualsiasi tipo che vengono alimentate dalla corrente elettrica.
Si può considerare la scoperta della conduzione della corrente elettrica come una moderna invenzione della ruota, tale è l’importanza che questa ha nella vita di tutti i giorni. La genesi di questa scoperta risale addirittura agli antichi Greci, con Talete che nel 600 a.C. intraprende i primi esperimenti con l’ambra, una resina fossile in grado di attrarre piccoli oggetti e di provocare scintille se sfregata con altri materiali. Ma è dal ‘700 in poi che si pongono le basi scientifiche per la vera comprensione del fenomeno e per una sua diretta applicazione pratica; da Benjamin Franklin e Alessandro Volta a Michael Faraday fino a Nikola Tesla e Thomas Edison passa la storia dell’invenzione della lampadina.
La corrente elettrica per noi è considerata quasi un’ovvietà, infatti siamo circondati da apparecchiature che senza l’alimentazione di energia elettrica non funzionerebbero. Vista quindi l’importanza di poter ovviare ad eventuali guasti della rete elettrica, o la necessità di dover eseguire lavori o compiti in situazioni di assenza fisica di una linea elettrica, ecco come diventa quanto mai fondamentali un generatore elettrico portatile.
Ma esattamente, che cos’è un generatore elettrico portatile? In sostanza si tratta di un’apparecchiatura che permette di generare energia elettrica e di poterla erogare alle più disparate utenze elettriche e nei contesti più diversificati in modalità stand-alone (ovvero in grado di raggiungere in modo autosufficiente lo scopo previsto). Prerogativa di queste macchine (che peraltro si capisce già dal nome) è quella di poter essere trasportate in qualsiasi luogo in cui se ne abbia bisogno.
A seconda degli usi che si intende farne esistono differenti generatori elettrici portatili (i quali sono detti più propriamente gruppi elettrogeni) in termini di potenze e, conseguentemente, dimensioni. Si va dalle apparecchiature trasportabili semplicemente a mano (e quindi utilizzabili per fornire energia a piccoli utensili) a quelle più grandi dotate di ruote o addirittura carrellate e movimentabili come rimorchio di un mezzo di trasporto (con le quali far funzionare apparecchiature più grandi o da utilizzarsi come supplementi di energia elettrica nei siti tecnologici in modo da evitare pericolose avarie in caso di guasti e/o interruzioni dell’erogazione elettrica dalla linea).
Dopo aver capito cosa siano i generatori elettrici portatili, viene immediatamente da chiedersi: come si produce l’energia elettrica?
I generatori elettrici portatili tradizionali funzionano, senza scendere troppo nel dettaglio tecnico, per mezzo di un motore termico che fornisce la forza di rotazione e di un alternatore elettrico in accoppiamento al precedente che sfrutta la rotazione per generare la corrente elettrica alternata da utilizzare per alimentare i dispositivi del caso. Il motore termico si alimenta, alla stregua di un’automobile, con un carburante che può essere benzina, gas (GPL, butano o propano) o diesel.
I motori a benzina (nel formato a 2 tempi, più piccolo e compatto o in quello a 4 tempi, più prestante e caratterizzato da minori emissioni nocive nell’atmosfera), così come quelli a gas, sono quelli più diffusi e caratterizzati dall’essere più piccoli e maneggevoli, quindi impiegabili per uso domestico o per l’erogazione di energia a piccoli utensili. Quelli alimentati a diesel sono invece più potenti dei precedenti e sono trasportabili con l’ausilio di un mezzo rimorchiatore, e trovano principale impiego come
gruppi di continuità in ambito industriale o edile o per alimentare le componenti elettriche di eventi temporanei come concerti, sagre, spettacoli all’aperto e via discorrendo.
I primi generatori così alimentati hanno un sistema di avviamento (ovvero una procedura di accensione del motore) a “strappo”, nel quale un operatore tira un cordino che permette di mettere in moto il motore termico con una spinta meccanica impressa da un sistema volano-puleggia. Nei generatori più moderni l’avviamento è di tipo elettrico, con un apposito motorino alimentato a batterie che viene acceso con apposita chiave; questi generatori, sebbene risultino più pesanti per la componentistica aggiuntiva presente, sono più moderni e possono anche essere comandati a distanza nei modelli più evoluti.
Ancora più all’avanguardia sono i generatori ad avviamento automatico, in cui l’apparecchiatura si collega alla rete elettrica centrale ed entra in funzione in autonomia qualora venisse registrata una caduta di tensione lungo linea. Quest’ultima tipologia risulta particolarmente adatta quando si necessiti di veri e propri gruppi di continuità che debbano entrare in funzione contemporaneamente all’avaria dell’alimentazione primaria (ad es. per impianti industriali o ospedalieri).
Uno degli inconvenienti maggiori di questa tipologia di generatori elettrici (specialmente per quelli più datati) è rappresentato dal rumore generato dall’azione del motore termico; per questa ragione, gli ultimi apparecchi di questo tipo si realizzano con specifiche tali da minimizzare il rumore, come l’impiego di sistemi insonorizzati o meccanismi di ammortizzazione e riduzione delle vibrazioni, in modo tale da renderli particolarmente adatti all’utilizzo in ambienti antropizzati.
L’utilizzo di un motore termico non è l’unica opzione utilizzabile per far funzionare un generatore di corrente portatile.
Si pensi ad esempio alla necessità di dover impiegare un’apparecchiatura di questo tipo in un luogo chiuso (ad es. in casa); va da sé che l’utilizzo di un generatore alimentato a carburante sia fortemente sconsigliato per vari motivi (rumorosità, odore sgradevole, gas di scarico nocivi), ecco quindi che entrano in gioco gruppi elettrogeni più all’avanguardia.
In situazioni come quella appena descritta sono comodamente impiegabili dei generatori elettrici alimentati a batterie.
La sostanziale differenza che sussiste fra un generatore a motore ed uno a batterie è proprio relativo alla fonte di energia di partenza con cui alimentare la parte elettrica del generatore: energia meccanica nel caso di motore endotermico, energia elettrochimica nel caso di batterie.
Tale fonte di energia può derivare da un pack di batterie al litio, il generatore in questo caso è molto simile ad un device elettronico di uso quotidiano come un cellulare in quanto costituito da un involucro esterno con apposito display e all’interno la componentistica che permette di generare energia elettrica a partire dalle riserve elettrochimiche delle batterie.
L’ultimo ritrovato dei gruppi di continuità di questo tipo è rappresentato dai generatori di corrente elettrica alimentati a batterie solari. Questo tipo di apparecchiature, tramite la presenza di pannelli solari implementati nella struttura del generatore stesso, permette un accumulo di energia come delle vere e proprie power station, erogata poi all’occorrenza sia in corrente continua che alternata.
I vantaggi di una tecnologia di questo tipo rispetto ad un generatore di corrente tradizionale sono innumerevoli: dall’impronta green della tecnologia (meno inquinamento, impiego di energia pulita ed ecosostenibilità ambientale) al risparmio economico derivante dal non dover acquistare carburanti, dalle ridotte emissioni di rumore e fumi fino ai pesi contenuti e, quindi, ad una miglior praticità di trasporto. Insomma, il mondo dei generatori elettrici portatili è ampio e presenta la miglior soluzione a qualsiasi esigenza possibile!