L’acido lipoico, anche detto anche acido tiottico o acido ditiottanoico, è di importanza essenziale per la salute delle cellule dell’organismo umano. È un fattore di crescita per numerosi microrganismi.
L’acido lipoico rientra nell’elenco stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e in particolare nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.
Diverse sono le proprietà che vengono attribuite all’acido lipoico e che valgono a questa sostanza l’inserimento come ingrediente in diversi integratori. La più importante è certamente la capacità antiossidante: questa sostanza sarebbe in grado di proteggere le cellule dai danni procurati dall’azione nociva dei radicali liberi (sia a livello intracellulare che a livello delle membrane cellulari).
Questo acido, oltre a svolgere azione antiossidante diretta, favorisce anche l’azione di altre sostanze antiossidanti (vitamina E, vitamina C, coenzima Q10, ecc), dando così vita anche a un’azione antiossidante indiretta. Diversi studi hanno messo in evidenza un potenziale coinvolgimento dell’acido lipoico nel mantenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue, dando vita a effetti anti-diabete; infine altri studi hanno riscontrato l’azione protettiva dell’acido lipoico sulla funzionalità cardiovascolare.
Nel processo di respirazione cellulare che interessa le cellule del nostro organismo e che ha come
fine ultimo la produzione di ATP, l’acido lipoico rappresenta una parte integrante di quel
complesso enzimatico che permette la decarbossilazione ossidativa del piruvato, derivante dal
glucosio, ad acetil-coA.
Quindi, appare chiaro come, aumentando la quantità di ALA, si ha un aumento sostanziale della
quantità di acetil-coA che entrerà nel ciclo di Krebs e quindi, in definitiva, un aumento pari circa al
40% della quantità e della velocità di conversione del glucosio in energia.
La capacità dell’ALA di aumentare le riserve di energia sotto forma di ATP nel muscolo, unitamente
al suo potere antiossidante, lo ha reso un integratore alimentare di rilievo, specie in alcune
categorie di pazienti.
Studi in letteratura infatti hanno suggerito proprietà anti-obesità dell’ALA. È stato infatti
dimostrato che una sua integrazione è in grado di ridurre il peso corporeo e la massa grassa,
diminuendo l’assunzione di cibo e aumentando il dispendio energetico. Alla base di tale meccanismo, vi è probabilmente una soppressione dell’attività della AMP-protein-chinasi
ipotalamica. Tale molecola infatti agisce nell’organismo come una sorta di sensore di uno stato di “carenza
energetica”: è in altre parole una stimolatrice dell’appetito. Vien da sé quindi che l’ALA, inibendo tale meccanismo, sarebbe in grado conseguentemente di ridurre l’assunzione di cibo specie nelle persone in sovrappeso o obese.
In aggiunta, studi dimostrano come l’ALA apporti una vasta gamma di effetti benefici sulle condizioni correlate all’obesità quali, principalmente, insulino-resistenza, sindrome metabolica e diabete di tipo II.
Allo scopo di identificare e valutare gli effetti dell’ALA come integratore dimagrante, una ricerca bibliografica sistemica del 2017 ha raccolto i dati provenienti da 11 studi, alcuni dei quali
riportavano come outcome il peso corporeo, altri invece rapportavano i risultati ottenuti con il BMI.
La popolazione di tali studi era piuttosto varia e mediamente numerosa e includeva pazienti con
diabete mellito, sindrome metabolica, artrite reumatoide e steatoepatite non alcolica.
A parte dei gruppi di pazienti inclusi negli studi (circa 534 in totale) veniva somministrato un integratore di ALA in dosi comprese fra 300 mg/die e 1800 mg/die, all’altra parte invece un placebo (circa 413 in totale). Dai risultati emergeva come il trattamento con ALA , rispetto al placebo, coincideva effettivamente con una perdita di peso media di circa 1.27 kg e, in termini di BMI, con una differenza media trattati-placebo pari a -0.43 kg/m². Dunque, l’integrazione di ALA garantiva una riduzione del peso corporeo piccola ma piuttosto significativa.
Secondo il Dott. Hans Tritshler, un ricercatore tedesco, l’acido lipoico può aumentare la conversione e l’accumulo di glucosio come ATP di circa il 40%, e questo attraverso vari meccanismi, inclusa la stimolazione di GLUT1 e GLUT4, che sono delle molecole “carrier” che trasportano il glucosio all’interno della cellula muscolare. Di conseguenza questa aumentata capacità crea un potenziale energetico di accumulo di ATP nelle cellule muscolari nettamente più elevato, che favorirà la performance ed inoltre avverrà a discapito di un accumulo di grasso; cioè l’acido lipoico riesce a convertire un surplus di carboidrati in energia muscolare piuttosto che in lipidi nel tessuto adiposo. Come la creatina, l’acido lipoico renderà i vostri muscoli più pieni e più forti aumentando la capacità di accumulare creatin-fosfato e acqua nel muscolo. Di conseguenza appare chiaro come l’acido lipoico possa potenziare la creatina nel meccanismo di accumulo nella cellula muscolare, infatti più glucosio è presente nella cellula muscolare e più alto è il livello di ATP, maggiore è l’accumulo di creatina nel muscolo e maggiore è la formazione di creatin-fosfato.
Nonostante la sensibile azione ipoglicemizzante, l’Acido-Alfa-Lipoico è utilizzato con successo nella patologia diabetica soprattutto nella gestione della neuropatia diabetica.
In diversi trial clinici si è infatti dimostrato come l’uso di Acido-Alfa-Lipoico, per diverse settimane, possa contribuire ad una riduzione di alcuni sintomi tipici della neuropatia, come la parestesia, il dolore e la sensazione di bruciore periferico.
Alla base di questa attività sembrerebbe esservi l’azione migliorativa sulla vascolarizzazione nervosa.
L’acido alfa lipoico viene utilizzato come ingrediente funzionale nella preparazione di prodotti cosmetici che mirano ad ottenere effetti anti-aging, antiossidanti e di riparazione dei danni indotti dai raggi solari.
Chimicamente, l’acido lipoico può essere definito come una vitamina liposolubile di piccole dimensioni, che si compone solamente di otto atomi di carbonio e due di zolfo.
In natura esiste sotto due forme – come disolfuro ciclico (forma ossidata) o come catena aperta con il nome di acido diidrolipoico – che sono facilmente interconvertibili.
In generale si presenta sottoforma di cristalli aghiformi gialli e non dà fenomeni di irritazione quando viene applicato sulla pelle.
Il limite formulativo per l’impiego di tale molecola è la scarsa stabilità, oltre al colore, dato che conferisce al prodotto una tonalità giallina.
L’acido lipoico nelle creme antirughe è un ingrediente sicuro se viene utilizzato alle normali concentrazioni d’uso, che sono comprese tra lo 0,1 e lo 0,05%.
È un ingrediente sicuro quando utilizzato alle normali concentrazioni d’uso.
Quando l’acido alfa-lipoico viene applicato sulla pelle, si incorpora negli strati interni della pelle e offre una protezione antiossidante contro le dannose radiazioni UV del sole 20.
Inoltre, l’acido alfa-lipoico aumenta i livelli di altri antiossidanti, come il glutatione, che aiutano a proteggere dai danni della pelle e possono ridurre i segni dell’invecchiamento.
In uno studio sull’uomo, gli scienziati hanno scoperto che l’applicazione di una crema contenente acido alfa-lipoico sulla pelle riduceva rughe, linee e rugosità della pelle senza effetti collaterali 18.
Applicato direttamente sulla pelle, l’acido lipoico ha anche aumentato lo spessore 8 e diminuito la ruvidità e il danno solare della pelle di donne anziane 9 .
L’acido lipoico topico ha anche invertito i danni alla pelle causati dal fumo di sigaretta 10 .
Inoltre, l’acido lipoico ha accelerato la riparazione delle ferite in pazienti affetti da ferite croniche sottoposti a terapia con ossigeno iperbarico (HBO)
In generale, le quantità di acido lipoico fornite dalla dieta sono molto basse, soprattutto se confrontate con le dosi utilizzate nei farmaci e negli integratori.
Basti pensare che i biochimici americani, L.J. Reed e I.C. Gunsalus, che per primi isolarono l’acido lipoico da estratti di fegato, riuscirono ad ottenerne soltanto 30 milligrammi partendo da 100 kg di fegato.
Tuttavia, diversi studi suggeriscono la presenza di acido alfa lipoico in buone quantità:
Nonostante la buona presenza di acido alfa lipoico negli alimenti, la biodisponibilità, ossia la quantità di elemento biologicamente attiva, rimane scarsa.
Studi dimostrano, infatti, come la contestuale assunzione di acido alfa lipoico e altri nutrienti presenti nel cibo possa abbassare sensibilmente le quantità di molecola realmente assorbita dalla mucosa intestinale.
Questa situazione potrebbe, in parte, essere determinata dall’azione competitiva di altri aminoacidi e sostanze varie nei confronti dei trasportatori intestinali di acido alfa lipoico, rendendone così più complesso il passaggio intestinale.
Al contrario, diversi studi dimostrano come l’assunzione orale attraverso specifici integratori possa determinare un incremento apprezzabile delle concentrazioni plasmatiche di questa molecola.
Oltre alla capacità antiossidante per la quale l’uso dell’acido lipoico è noto già dagli inizi del secolo scorso, molteplici studi in letteratura evidenziano come una sua supplementazione sia utile ai fini di un aumento della produzione di energia, di un miglioramento del metabolismo degli zuccheri e
di una riduzione dell’assunzione di cibo in persone sovrappeso o obese.
Dunque, l’ALA può essere senz’altro un’utile integrazione per la perdita di peso, nonostante i suoi benefici, rispetto al placebo, sembrano inferiori a quelli dei farmaci dimagranti disponibili su prescrizione.I dosaggi giornalieri di Acido-Alfa-Lipoico attualmente più utilizzati sono quelli di 300-600 mg, per un periodo di almeno tre settimane. In particolare 600 mg/die è la dose da assumere per chi pratica sport in modo costante. Ai suddetti dosaggi, l’uso di Acido-Alfa-Lipoico è generalmente ben tollerato e privo di reazioni avverse clinicamente rilevanti.