Vi siete mai chiesti come viene evitata la manomissione durante le elezioni? O perchè si usa una matita, il cui segno potrebbe essere facilmente cancellato, invece che una normalissima penna a sfera? Tutte queste domande, in tempo per le elezioni 2022 in Italia, trovano risposta nella matita copiativa. Ma cosa ha di diverso rispetto a una comune, come funziona e perchè si usa alle elezioni la matita copiativa?
L’utilizzo della matita copiativa durante le elezioni trova le sue origini nel passato, e continua tutt’ora ad essere utilizzata perchè offre diversi vantaggi rispetto ad una comune penna a sfera. Con “matita copiativa” si intende un particolare tipo di matita, la cui mina è composta da grafite e altri elementi chimici, che permettono di ottenere una traccia indelebile. Infatti, il segno lasciato da una matita del genere è cancellabile solo per abrasione. A differenza di una normale matita, la cui mina è composta da semplice grafite e quindi facilmente cancellabile, quella della matita copiativa contiene anche dei coloranti derivati dall’anilina e dei pigmenti, solubili in acqua.
Da qui si capisce il primo vantaggio portato dalla matita copiativa: l’indelebilità della traccia. Il tratto lasciato da una matita copiativa è infatti in grado di svelare ogni tentativo di cancellazione, sia essa effettuata tramite solvente che tramite gomma. Una gomma, infatti, sarebbe unicamente in grado di rimuovere la grafica, lasciando inalterati gli altri pigmenti. L’uso di solventi, invece, lascerebbe evidenti macchie sulla carta, nel punto dove sono stati tracciati i segni con matita copiativa, poichè i pigmenti utilizzati sono solubili in acqua.
In passato, infatti, erano comunemente utilizzate per firmare contratti e atti pubblici, prima dell’invenzione della penna a sfera. Soprattuto per quanto riguardava le elezioni, era abbastanza scomodo votare con penna e calamaio (cioè un contenitore contenente inchiostro in cui veniva immersa la punta di una penna prima di iniziare a scrivere).
Ora che è chiaro l’utilizzo primario, cioè impedire cancellature e manomissioni dei segni che gli elettori appongono sulle schede elettorali, resta da capire come mai non venga utilizzata una penna a sfera che, almeno di primo acchito, sembra avere le stesse caratteristiche. Uno dei motivi principali è infatti la segretezza del voto: la penna a sfera, infatti, lascerebbe una traccia che può essere visibile sul lato opposto della scheda, andando così ad invalidare la garanzia del diritto alla segretezza del voto. Infatti, una volta che la scheda è stata piegata, il segno lasciato dalla matita copiativa non sarebbe visibile dall’esterno.
Un motivo simile lo si trova quando l’elettore vuole soprapporre due schede (come potrebbe succedere facilmente durante le elezioni del 25 settembre 2022, dove tutti i maggiorenni voteranno sia per il Senato che per la Camera con due schede distinte): nell’esprimere una preferenza su più schede elettorali, una penna a sfera andrebbe a lasciare segni sulla scheda sottostante. La penna, inoltre, ha più possibilità di rottura, con il conseguente rischio di macchiare le schede, mentre la matita può essere facilmente temperata. Infine, la matita copiativa permette di proteggere le condizioni di voto anche nel caso in cui il tratto lasciato dall’elettore sia poco marcato, oppure apposto su un simbolo scuro: infatti, il segno resterebbe comunque visibile in controluce con dei riflessi violacei, senza i quali la scheda sembrerebbe vuota.
La matita copiativa viene utilizzata in tutte le votazioni in Italia fin dal referendum fra monarchia e repubblica del 2 giugno 1946. Ciò significa che gli elettori italiani, in Italia, possono votare esclusivamente con la matita copiativa che viene loro fornita dal presidente di seggio presso gli uffici elettorali, pena l’annullamento del voto anche se chiara la scelta di voto e non sono state infrante altre regole.
Ad aiutare gli ufficiali nell’individuazione di tentativi di manomissione, troviamo anche la carta con cui è fatta una scheda elettorale in Italia. Le schede elettorali sono, infatti, dotate di una superficie abrasiva che aiuta a rilevare subito ogni segno tracciato, anche senza grafite oppure inchiostro.
L’utilizzo della matita copiativa però non è previsto da tutti i Paesi, nemmeno in Europa, dove ogni stato ha un sistema elettorale autonomo e diverso dagli altri. Un esempio di Stato che utilizza la matita copiativa è la Repubblica di San Marino, che quindi adotta regole analoghe a quelle italiane.
Correva il lontano 2016, quando il noto cantante Piero Pelù spostò l’attenzione sulle matite utilizzate per votare. Era il 4 dicembre, giorno del referendum costituzionale voluto dal governo Renzi, quando il cantate gridò al complotto dichiarando che la matita a lui consegnata non era indelebile, pubblicando prove di un suo tentativo di avvenuta cancellatura, mostrando come effettivamente il tratto lasciato dalla matita potesse essere facilmente cancellato.
Dichiarazioni che fecero gridare allo scandalo, ma prontamente gli organi competenti spiegarono a Piero Pelù e a tutti quelli “scandalizzati” come funziona effettivamente la matita copiativa, quella appunto utilizzata durante le votazioni elettorali.
Ad oggi, sono presenti sul territorio 62.000 sezioni elettorali su tutto il territorio nazionale, e ognuna deve essere dotata di 6 matite. Facendo un rapido calcolo, il numero totale di matite necessarie per le elezioni è di 372.000, di cui la maggior parte proviene da precedenti consultazioni. Le rimanenti vengono acquistate, ma da chi?
Da circa dieci anni, il fornitore per conto della Repubblica Italiana di matite copiative è l’azienda tedesca Faber-Castell, la più antica e la più grande casa produttrice di matite al mondo. Sfortunatamente per i più curiosi, le matite copiative sono ormai un prodotto di nicchia e, per quanto riguarda Faber-Castell, non sono più in catalogo per la vendita al dettaglio e vengono vendute solo in seguito a ordini specifici.
Quelle utilizzate per le votazioni, sono riconoscibili in quanto sul fusto presentano la scritta “Ministero dell’Interno – Servizio Elettorale”, e per garantire che non vengano rubate, al termine del voto l’elettore è obbligato a restituire la matita copiativa ai membri del seggio in cui votano. Chi non riconsegna le matite rischia, di conseguenza, una sanzione pecuniaria che va da €103.00 a €309.00.