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Inquinamento digitale: ciascuno può fare la propria parte, ecco come

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Hai mai pensato a quanto inquinano le attività che ogni giorno compi in Rete come leggere una mail, scrollare i social network, inviare una GIF sul gruppo WhatsApp del Fantacalcio? O che semplicemente avere in tasca uno smartphone di ultima generazione ha un impatto non indifferente sull’ambiente? Se la risposta è no, quello che scoprirai continuando a leggere è perché è stato stimato che, se fosse un luogo, il Web sarebbe al quarto posto nella classifica dei Paesi più inquinanti al mondo. In più scoprirai come poter fare ogni giorno la tua parte contro l’inquinamento digitale.

Smartphone ricondizionati e poche semplici regole da seguire in Rete contro l’inquinamento digitale

Inquadrare il problema della digital pollution è più difficile di quanto lo è più in generale parlare oggi di inquinamento e sostenibilità. Le cause dell’inquinamento digitale, infatti, sono molto numerose e non sempre facili da riconoscere come tali.

Da un lato c’è la vecchia industria elettronica. Essa è oggi impegnata a produrre un gran numero di device quali smartphone, tablet, dispositivi indossabili e indispensabili per accedere a Internet. Tali strumenti sono ormai fondamentali per compiere una serie di azioni quotidiane come: controllare la casella di posta elettronica, guardare film o ascoltare musica in streaming, cercare informazioni sui motori di ricerca. È tra le industrie più inquinanti. Nessuno step della sua filiera (dall’estrazione delle materie prime necessarie per la realizzazione di chip e processori, allo smaltimento dei dispositivi non più funzionanti), può essere escluso dalle attività che oggi sono la causa di una massiva emissione di CO2 nell’atmosfera.

Un buon contributo che ciascuno può dare alla lotta contro l’inquinamento digitale è, così, sfruttare il più a lungo possibile i propri dispositivi elettronici. Occorre solo assicurarsi di mantenerli ben funzionanti grazie agli aggiornamenti e la manutenzione periodica. Quando diventano inutilizzabili o se si ha necessità di passare a un dispositivo più performante, meglio optare per l’acquisto di elettronica ricondizionata: su siti specializzati come Certideal non è difficile trovare prodotti nuovi o top gamma come gli iPhone 11 Pro Max.

Le Big Tech

Tra i responsabili dell’inquinamento digitale non si possono non citare, certo, le Big Tech. Le grandi Factory in cui si trovano i loro server e dove cioè, semplificando molto, sono conservati i loro dati, sono responsabili di una grande quantità di emissioni di CO2. Se è impossibile pensare di rinunciare in toto ai loro servizi pur di non alimentare un’industria altamente inquinante, si può certamente fare attenzione alle proprie abitudini digitali e renderle meno impattanti. Inutile, per esempio, tenere le proprie caselle elettroniche piene di messaggi già letti e allegati già scaricati e che non servono più e lo stesso vale anche per gli archivi in cloud di foto, video e altri media.

Per ragioni simili, perché anche se inutilizzate continuano a scambiare dati, meglio disinstallare dal proprio telefono le app che si utilizzano molto raramente: nella maggior parte dei casi si può continuare a usufruire dei loro servizi tramite sito in versione mobile. Anche evitare il continuo scambio di messaggi sulle chat e soprattutto l’uso di GIF, emoticon o note vocali è un ottimo modo per ridurre le emissioni di CO2. A lavoro, vietato invece, rispondere alle mail soltanto per dovere e con messaggi superflui e creare liste infinite di destinatari in copia conoscenza o nascosti.