La scoperta della Pythia’s Oasis avviene grazie allo studio guidato dall’Università di Washington. È una sorgente di liquido caldo che risale dai fondali a circa 50 miglia da Newport, città del Rhode Island. Dalle prime osservazioni è possibile affermare che la Pythia’s Oasis ha un ruolo molto importante nella faglia del Pacifico nordoccidentale. Risulta vitale studiare la sorgente e cercarne di simili in una zona dove l’attività sismica può provocare terremoti fino a 9 gradi della scala Richter.
La scoperta della Pythia’s Oasis è totalmente casuale. Durante una missione, in cui i ricercatori si ritrovano in difficoltà a causa delle condizioni metereologiche, il sonar della nave mostra la presenza insolita di bolle nell’area. Secondo i dati era certa la presenza di una sorgente a meno di un miglio sotto la superficie. Per verificare l’informazione del sonar è stato lanciato in acqua un drone che effettivamente ha poi confermato la scoperta.
Il Coautore Evan Solomon, professore associato di oceanografia dell’UW che studia la geologia dei fondali marini, racconta che:
“Hanno esplorato in quella direzione e hanno visto non solo bolle di metano ma anche acqua che usciva dal fondo marino come un idrante. È qualcosa che non ho mai visto e, che io sappia, non è mai stato osservato prima”.
Le osservazioni ottenute con successive spedizioni mostrano che il fluido che lascia il fondo marino è più caldo di 9 gradi Celsius rispetto all’acqua marina circostante. Gli studi suggeriscono che il fluido proviene direttamente dal megathrust della Cascadia: in quella zona le temperature sono stimate tra i 150 e i 250 gradi Celsius.
Secondo Solomon la sorgente ha un ruolo molto importante dato che si trova in prossimità delle faglie verticali che attraversano la zona di subduzione della Cascadia. La crosta oceanica colpisce ad angolo quella continentale mettendola sotto stress. La fuoriuscita di liquido tra le faglie strike-slip comporta una riduzione di pressione tra i sedimenti e quindi l’aumento di attrito tra le placche. Solomon spiega che la faglia megathrust ricorda un tavolo da air hockey:
“Se la pressione del fluido è alta, è come se l’aria del tavolo fosse in funzione, il che significa che c’è meno attrito e le due placche possono scivolare. Se la pressione del fluido è più bassa, le due placche si bloccano: è allora in questo caso che si può accumulare lo stress”.
Il fluido che fuoriesce dalla zona di faglia è quindi una perdita di liquido lubrificante. Purtroppo, perdere questo liquido non lascia presagire nulla di buono in un’area minacciata da possibili devastanti terremoti. Meno liquido lubrificante è presente, più aumenta lo stress e quindi il rischio di un terremoto.
È molto difficile individuare questo tipo di “perdite” nelle acque oceaniche ma riuscirci è di fondamentale importanza. Una significativa perdita di fluido al largo dell’Oregon centrale potrebbe spiegare perché la porzione settentrionale della zona al largo delle coste di Washington appare fortemente bloccata se paragonata alla sezione meridionale al largo delle coste dell’Oregon. La coautrice Deborah Kelley, docente di oceanografia dell’UW, sottolinea l’importanza della scoperta:
“L’oasi di Pythias offre una rara finestra sui processi che agiscono nelle profondità marine e la sua natura chimica suggerisce che questo fluido proviene dalla zona in prossimità del confine della placca”.
Dalle analisi si sa che il fluido contiene elevate quantità di boro e litio; meno di cloruro, magnesio e potassio. I ricercatori continuano a studiare la Pythia’s Oasis e iniziano la caccia per scovare altre sorgenti: pericolosi terremoti sono dietro l’angolo.