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Svelata la nascita di Alpi e Appennini con una Tac all’Italia

Una Tac alla penisola italiana ha permesso di comprendere la nascita delle Alpi e degli Appennini. La tecnologia utilizzata prende il nome di “Tomografia Sismica”. Uno studio italiano ha portato a questa importante scoperta in campo geologico.

La Tomografia Sismica

In ambito medico si sente parlare spesso di Tac (tomografia assiale computerizzata), adoperata per la diagnostica di immagini. Negli ultimi giorni, non solo il corpo umano è stato soggetto ad una tomografia, ma anche l’Italia tramite l’utilizzo della tomografia sismica. La tecnica in questione permette di individuare anomalie nella velocità di propagazione delle onde sismiche, con una risoluzione elevata che offre la possibilità di ricostruire stratigraficamente situazioni complesse. Il risultato finale è una sezione bidimensionale della velocità sismica dei terreni, ottenuta con l’utilizzo di stazioni trasmettenti e stazioni riceventi.

nascita di Alpi e Appenini
Credits – Geoecho

Per creare il diagramma, viene erogata un’energizzazione da una sorgente, che provoca un fronte di onde sferiche, le quali si propagano nel terreno con differenti velocità a seconda del materiale attraversato. L’energia, oltre a viaggiare nello strato superficiale, scende in profondità fino a quando non incontra strati con una velocità maggiore, prima di tornare in superficie dove è rilevata dai geofoni. L’elaborazione dipende dall’arrivo delle onde ai geofoni.

La Tac all’Italia

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), tramite l’utilizzo della Tomografia Sismica, è riuscito ad ottenere una mappa tridimensionale della penisola italica, con una profondità fino a 80 km. Come dichiara Irene Menichelli, dottoranda all’Università di Roma Tre alla guida dello studio:

Siamo partiti dalla registrazione dei terremoti rilevati dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’INGV e da quelle di un’ulteriore rete sismica molto densa installata prevalentemente sull’arco alpino nell’ambito del progetto europeo AlpArray. In questo modo, abbiamo elaborato modelli in grado di descrivere la propagazione delle onde sismiche all’interno della litosfera (la parte più superficiale, fredda e rigida del nostro pianeta) e di fornire una rappresentazione omogenea della struttura tridimensionale dell’intera regione italiana.

Ciò ha permesso di ottenere delle immagini che chiariscono i meccanismi in atto al di sotto delle catene montuose.

La scoperta sulla nascita di Alpi e Appennini

I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Geoohysical Research, evidenziano come la nascita di Alpi e Appennini sia dovuta ad uno scontro di placche tettoniche in cui è suddivisa la litosfera. Inoltre, Pasquale De Gori, ricercatore presso l’INGV, afferma ciò circa la nascita di Alpi e Appennini:

La definizione spaziale, laterale e in profondità dei limiti di queste strutture, il cui reciproco movimento ha dato vita all’assetto attuale della penisola italiana, risulta quindi fondamentale per definire la sua evoluzione geodinamica.

Infatti, le placche tettoniche sono sempre in movimento e, collidendo tra loro, determinano lo sprofondamento di ampie porzioni di volumi della litosfera. Utilizzando la tomografia sismica è possibile identificare in che modo le onde sismiche si propagano. Rispettivamente si ha che le onde P, cioè quelle di compressione, e le onde S, dette anche trasversali, hanno permesso di individuare due zone:

  • La zona in cui la propagazione è più veloce, composta da rocce dense e fredde;
  • La regione dove la propagazione è più lenta è formata da rocce meno dense e più calde;

Tramite tali informazioni è stato possibile individuare come le Alpi derivino dalla subduzione della placca europea al di sotto di quella africana; al contrario, la placca adriatica si immerge nel mantello terrestre al di sotto della catena appenninica. Oltre la scoperta della nascita di Alpi e Appennini, l’analisi comparata dei modelli della velocità di propagazione delle onde P ed S, ha permesso di individuare i volumi nella litosfera, dove si accumulano i componenti fluidi che ricoprono un ruolo importante nell’evoluzione dei processi sismogenetici.