Quella volta che George de Hevesy nascose l’oro ai nazisti
Il premio Nobel, assegnato per la prima volta nel 1901, venne istituito per volere del chimico svedese Alfred Bernhard Nobel, l’inventore della dinamite. Tale premio viene conferito a tutti coloro che, in diverse discipline, si sono distinti grazie alle loro scoperte o invenzioni. Viene assegnato una volta l’anno, a Stoccolma, e vengono premiate tutte quelle persone che con il loro lavoro hanno portato un maggior beneficio all’umanità. Le discipline per le quali viene assegnato il premio Nobel sono: chimica, fisica, medicina, economia, letteratura e per la pace. Il premio prevede che al vincitore vengano conferiti un diploma, una cospicua somma di denaro e una medaglia d’oro. La storia che vi racconteremo è quella di George de Hevesy, legata proprio a una di queste medaglie.
Contesto storico e protagonisti
L’evento che innescò lo sviluppo di questa storia fu la vincita del premio Nobel per la pace dell’attivista e giornalista tedesco Carl von Ossietzky. Questo avvenimento indispettì il regime nazista, al punto tale da emettere un’ordinanza volta alla confisca di tutti i premi Nobel d’oro conferiti ai cittadini tedeschi.
I fisici tedeschi Max von Laue e James Franck, entrambi vincitori del premio Nobel per la fisica rispettivamente nel 1914 e 1925, inviarono le loro medaglie d’oro, da 23 carati, all’Istituto di fisica teorica di Niels Bohr a Copenaghen, con l’intento di proteggerle dalle depredazioni naziste.
Quando, però, la Germania invase la Danimarca durante la seconda guerra mondiale, nel 1940, Niels Bohr si rese conto della necessità di nascondere quelle medaglie, e doveva farlo in fretta. La soluzione del nascondiglio perfetto venne trovata quando si consultò con il chimico ungherese George de Hevesy, il quale ebbe un’illuminante intuizione.
Cosa fece George de Hevesy
George de Hevesy, con la consapevolezza che i nazisti erano per le strade di Copenaghen, sciolse le medaglie in acqua regia: una miscela costituita da acido nitrico (HNO3) e acido cloridrico (HCl), in rapporto tra volumi 1:3. Entrambe le medaglie si sciolsero nella miscela di colore arancione e la soluzione così ottenuta venne riposta su di uno scaffale nel laboratorio dell’Istituto di fisica di Niels Bohr. Nel 1943, vista la pericolosità della situazione, essendo anche di origine ebraica, de Hevesy lasciò Copenaghen per raggiungere la Svezia.
A guerra finita, George de Hevesy tornò nel laboratorio e ritrovò la soluzione intatta. Nessuno l’aveva toccata. I nazisti non avevano visto l’oro che per tutto il tempo era stato sotto i loro occhi. In seguito, de Hevesy fece precipitare l’oro dalla miscela di acidi e lo inviò alla Nobel Society, che riuscì a rifonderlo e a dar vita nuovamente alle due medaglie che vennero consegnate, nel 1952, a Max von Laue e James Franck.
Riconoscimenti a George de Hevesy
George de Hevesy fu davvero un grandissimo scienziato, e i suoi contributi alla scienza sono stati numerosi e di grandissimo livello. Nato a Budapest, Ungheria, nel 1885, è stato un chimico di spicco nel campo della fisica nucleare e della chimica. Durante i suoi studi a Friburgo, scoprì nel 1913 l’uso degli isotopi radioattivi come traccianti per studiare reazioni chimiche e processi biologici. Questa scoperta rivoluzionaria aprì nuove prospettive nell’ambito della chimica e della medicina, permettendo di tracciare il movimento degli elementi chimici negli organismi viventi e nei processi industriali.
Per il suo lavoro pionieristico, de Hevesy ricevette il Premio Nobel per la Chimica nel 1943. La sua eredità perdura grazie all’applicazione diffusa degli isotopi radioattivi come strumento essenziale nella ricerca scientifica, nell’industria e nella medicina, e alla comprensione avanzata del metabolismo degli elementi. George de Hevesy morì a Friburgo nel 1966, lasciando dietro di sé una carriera di grande successo e un’impronta duratura nel mondo della scienza.
Grazie ai risultati ottenuti nello studio degli isotopi radioattivi, molto spesso viene chiamato “il padre della medicina nucleare”. Inoltre, alcuni dei riconoscimenti che ricevette nel corso della sua vita sono stati il premio Cannizzaro nel 1929, la medaglia Copley nel 1949, la medaglia Faraday nel 1950 e nel 1959 ricevette l’Atoms for Peace Award della Fondazione Ford.
A cura di Matteo Iafrate