Grandine gigante, perché l’Italia è più esposta?
L’Italia sta facendo i conti con una nuova minaccia meteorologica, quella della grandine gigante, con chicchi delle dimensioni di palline da tennis. Questi eventi atmosferici estremi stanno colpendo soprattutto il Nord del Paese, causando ingenti danni alle proprietà, alle infrastrutture e all’agricoltura. La frequenza e l’intensità delle grandinate stanno aumentando a livello globale a causa dei cambiamenti climatici. Ma ciò che rende l’Italia particolarmente vulnerabile è la combinazione di fattori geografici unici.
Le condizioni climatiche italiane e l’aumento delle grandinate
Secondo le ricerche dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) di Bologna, le grandinate in Italia sono aumentate del 30% nel decennio 2010-2021 rispetto al decennio precedente. Non solo sono aumentate in numero, ma sono diventate eventi sempre più “eccezionali”. I chicchi di grandine hanno raggiunto un diametro superiore ai 5-6 centimetri e in alcuni casi addirittura ai 10 centimetri. Il cambiamento climatico è strettamente correlato a questo fenomeno, poiché contribuisce a creare condizioni atmosferiche più favorevoli alla formazione della grandine. L’aumento delle temperature globali sta provocando un incremento della quantità di energia nell’atmosfera. Questo genera un ambiente più instabile e soggetto a improvvise variazioni termiche. Ciò determina la formazione di violente tempeste, con particolari condizioni di vento, umidità e pressione che favoriscono lo sviluppo di massicce grandinate.
Quali sono i fattori geografici che rendono l’Italia più vulnerabile?
L’Italia è situata in una posizione che la rende particolarmente suscettibile alle tempeste di grandine gigante. La sua estensione dalla regione settentrionale a quella meridionale la colloca al centro di un hotspot grandinifero che è il bacino del Mediterraneo. Questo significa che l’Italia si trova esattamente nel crocevia di diverse masse d’aria provenienti da diverse direzioni. Ciò crea un ambiente ideale per la formazione di tempeste intense e grandinate di grandi dimensioni. Inoltre, le zone costiere dell’Italia sono particolarmente esposte a questi eventi meteorologici estremi. La presenza del mare agisce da catalizzatore per le condizioni atmosferiche, favorendo la formazione di nubi temporalesche cariche di ghiaccio. Queste si trasformano in grandinate quando entrano in contatto con masse d’aria più fredde provenienti dalle montagne e dall’entroterra.
Tra le regioni italiane, il Friuli-Venezia Giulia è una delle aree più colpite dalla grandine gigante. Questa regione è particolarmente vulnerabile alle tempeste che si sviluppano nell’Adriatico e che si abbattono poi sull’entroterra con violenza. La Pianura Padana è un altro hotspot per le grandinate. Il calore trattenuto nella Pianura Padana durante le giornate calde interagisce con l’aria fredda proveniente dalle zone montuose circostanti. Ciò crea un ambiente instabile e favorevole alla formazione di grandinate di notevole intensità.
Grandine gigante in Italia: cosa aspettarci in futuro?
Le caratteristiche delle grandinate giganti stanno cambiando nel tempo. In passato, queste tempeste erano più frequenti tra le ore 12 e le ore 16. Ma ora si concentrano anche nel tardo pomeriggio e nelle prime ore serali. Inoltre, la stagione delle grandinate si è estesa fino a novembre nelle regioni del Sud Italia, andando oltre i mesi tradizionalmente più caldi da aprile a settembre. Questo allungamento della stagione della grandine può comportare rischi aggiuntivi per l’agricoltura e per la sicurezza delle persone. Infatti, le coltivazioni possono essere colpite anche a fine autunno, quando normalmente sarebbero già state raccolte.
Secondo gli esperti, le grandinate saranno sempre più frequenti e intense. Le proiezioni suggeriscono che entro il 2100, a seconda degli scenari climatici, le grandinate di grandi dimensioni potrebbero aumentare dal 47% al 139% rispetto agli attuali livelli. Le ragioni di questi cambiamenti nell’orario e nella stagione delle grandinate sono da attribuire alla crisi climatica in atto. L’aumento delle temperature globali ha influenzato i modelli atmosferici, creando condizioni più favorevoli alla formazione di tempeste violente e di lunga durata.
Gli impatti delle grandinate giganti vanno ben oltre i danni materiali e ambientali. Queste tempeste possono avere gravi conseguenze sulle comunità locali e sull’economia del Paese. Le perdite agricole possono portare a una diminuzione della produzione alimentare, con possibili aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli. Ciò potrebbe influenzare negativamente la sicurezza alimentare e mettere a rischio le fasce più vulnerabili della popolazione, come i piccoli agricoltori e le famiglie a basso reddito. Inoltre, i danni alle infrastrutture e alle abitazioni possono avere un impatto significativo sulla vita delle persone. La ricostruzione delle proprietà danneggiate richiede notevoli risorse finanziarie, mettendo a dura prova le amministrazioni locali e i privati cittadini.