Poveglia è un’isola disabitata della laguna veneziana che si trova poco distante dal porto di Malamocco e divisa in tre parti. Particolarissima è una di queste, ovvero la parte più piccola chiamata “Ottagono” per la sua forma geometrica. Ad oggi Poveglia è chiusa al pubblico ed appare assai degradata. A scoraggiare ulteriormente il turismo sono le storie di fantasmi tramandate e divulgate in tutto il mondo.
In passato l’Isola di Poveglia era chiamata “Popilia” ed aveva funzione di rifugio per tutti coloro che scappavano ai pericoli delle invasioni nemiche. Nel VI secolo si rifugiarono coloro che riuscirono a sfuggire all’invasione dei Longobardi. I rifugiati trasformarono l’isola in un borgo e sfruttarono un castello per difendere il ducato di Venezia dall’attacco dei Franchi tra l’809 e l’810.
Dopo la guerra gli abitanti dell’isola ottennero l’esenzione dalle tasse e dalla leva militare come compenso per il servizio prestato. Nel IX secolo fu rifugio per le famiglie di 200 servi fedeli a Pietro Tradonico doge del ducato di Venezia, assassinato dai suoi oppositori mente usciva dalla chiesa di San Zaccaria in compagnia del figlio Giovanni. Queste ultime ottennero dal successore Orso I Partecipazio terre e valli in concessione e il diritto di avere un castaldo ducale come governatore.
La popolazione di Poveglia viveva principalmente di pesca e salinatura. Il centro divenne importante economicamente e crebbe sempre più d’importanza strategica. Durante la guerra di Chioggia, tra il 1378 e il 1381, i Veneziani scesero in armi contro la Repubblica di Genova con la conseguente evacuazione della popolazione per farne un avamposto militare. L’ammiraglio Pietro Doria, in seguito ad un attacco delle forze genovesi, riuscì ad occupare l’avamposto e lo utilizzò per bombardare diversi edifici, tra cui il monastero del Santo Spirito. Dopo la guerra, sfruttando la vicinanza al porto di Malamocco, l’isola divenne un punto di sosta per il controllo merci delle imbarcazioni.
Si trasformò poi drammaticamente in un luogo per l’isolamento di persone affette da malattie contagiose e incurabili come ad esempio la peste. Il primo sbarco di persone infette risale al 1793: una nave greca con a bordo 30 marinai affetti da peste di cui solo 18 riuscirono a guarire. Un secondo sbarco avvenne nel 1799: una nave spagnola con a bordo 8 marinai anche essi affetti da peste che persero la vita senza lasciare superstiti.
Agli inizi del ventesimo secolo fu aperta una casa di riposo per anziani che secondo le dicerie locali fungeva invece da ospedale psichiatrico. In questa struttura si vociferava che i pazienti subissero esperimenti e torture. Il responsabile di quest’ospedale, tormentato dai loro spiriti inquieti, impazzì a tal punto da suicidarsi gettandosi dal campanile dell’antica chiesa di San Vitale. L’infermiera che aveva assistito al tragico evento in un’intervista sostenne che l’uomo era già morto prima di cadere e che ad ucciderlo non era stato l’impatto successivo alla caduta ma che egli fosse stato soffocato da una strana nebbia che fuoriusciva dal terreno.
Nel corso degli anni i visitatori curiosi che sono riusciti ad approdare in questi luoghi spettrali hanno affermato di aver visto fantasmi vagare tra i corridoi dell’ospedale e di aver sentito voci e lamenti. Tutti i racconti e le leggende metropolitane su questo luogo ebbero inizio dopo l’arrivo sull’isola di cinque ragazzi statunitensi che intenti a cercare fantasmi chiesero aiuto alle imbarcazioni vicine perché spaventati da quelli che definivano spiriti maligni che infestavano l’isola.
A dispetto delle leggende, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP), nega la presenza di fantasmi. Ricordiamo che solo due furono gli sbarchi di malati di peste sull’isola e che comunque nella laguna veneziana anche altre isole hanno ospitato ospedali psichiatrici (ricordiamo San Clemente ad esempio). Plausibilmente a suggestionare i racconti di fantasmi sono film e documentari che hanno raccontato Poveglia in chiave spettrale.
Nel 1968 l’isola passa al demanio vietando l’ingresso libero al pubblico. Coloro che intendono comunque visitare Poveglia possono sempre accedere all’isola tramite autorizzazione del comune di Venezia o rivolgendosi ad imbarcazioni private.
Tuttavia, essendo un luogo disabitato, gli edifici presenti sono in rovina e dunque pericolosi. Lo stesso campanile citato nel macabro racconto è privo di lancette e le opere pervenute che prima erano nella chiesa ora adornano altri alloggi. Per migliorarne le condizioni attuali l’isola è stata messa in vendita. Pare che i cittadini di Venezia siano interessati ad acquistarla per farne un parco pubblico evitando così che cada nelle mani dei privati.