La scomparsa di Giorgio Napolitano è la perdita di una delle figure politiche più rispettate e influenti dell’Italia moderna. La sua vita e il suo impegno resteranno un esempio per le future generazioni di leader politici e cittadini impegnati nel servire il loro paese. Con la sua morte, l’Italia perde non solo un politico di straordinario calibro, ma anche un uomo che ha incarnato l’onestà, la dedizione e l’integrità nel servire la nazione.
Da diversi mesi Giorgio Napolitano era ricoverato in una clinica romana. Negli ultimi tempi non era più collegato alle macchine per la respirazione, ma le sue condizioni di salute sono peggiorate rapidamente. Si è spento alle 19.45 presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo, a Roma.
Il 21 maggio 2022, Giorgio Napolitano ha subito un intervento chirurgico all’addome presso l’Ospedale Spallanzani di Roma. Questa è stata la seconda operazione a cui l’ex Presidente della Repubblica si è sottoposto dopo aver lasciato il Quirinale all’inizio del 2015. Nell’aprile 2018 Napolitano è stato ricoverato d’urgenza presso l’Ospedale San Camillo a causa di un improvviso malore. In questa occasione, si è sottoposto a un delicato intervento all’aorta. Dopo un periodo di cure e recupero, è stato dimesso il 22 maggio.
Nato a Napoli il 29 giugno 1925, Giorgio Napolitano ha trascorso la sua infanzia in un’Italia segnata dalla povertà e dalle tensioni politiche. Sin da giovane, dimostrò un forte interesse per la politica e il diritto. Intraprese quindi gli studi di Giurisprudenza presso l’Università di Napoli, dove ha coltivato la sua passione per il servizio pubblico. Si laureò nel dicembre del 1947 con una tesi in economia politica. Nel periodo 1945-46, è stato un attivo partecipante nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà, distinguendosi come delegato al 1° Congresso nazionale universitario.
Fin dal 1942, ancor prima di iscriversi all’Università di Napoli, si unì a un gruppo di giovani antifascisti che lottavano per la liberazione dal regime. Nel 1945 aderì al Partito Comunista Italiano, diventando un militante attivo e successivamente un dirigente, rimanendo legato al partito fino alla formazione del Partito Democratico della Sinistra. Tra l’autunno del 1946 e la primavera del 1948, fu membro della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno, presieduto dal senatore Paratore. Inoltre, sostenne attivamente il Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita nel dicembre del 1947 e continuò a farlo per oltre 10 anni.
La sua partecipazione attiva all’Assemblea Costituente del 1947 ha contribuito in modo significativo alla redazione della Costituzione italiana, un documento fondamentale per la Repubblica. Inoltre, la sua conoscenza del diritto e il suo impegno per la democrazia hanno contribuito a consolidare la sua posizione nel PCI.
Il percorso parlamentare di Giorgio Napolitano iniziò con l’elezione alla Camera dei Deputati nel 1953, rappresentando la circoscrizione di Napoli, tranne che nella IV legislatura, fino al 1996. La sua attività parlamentare si concentrò inizialmente all’interno della Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali. Napolitano ha partecipato sia ai dibattiti in Assemblea che alle discussioni relative allo sviluppo del Mezzogiorno e alle questioni di politica economica nazionale.
La sua elezione per rappresentare il popolo italiano ha sempre ricevuto un forte sostegno, poiché era già noto per la sua profonda comprensione delle questioni politiche ed economiche. Nel corso degli anni, Giorgio Napolitano ha dimostrato di essere un legislatore competente e un oratore eloquente. La sua esperienza e la sua conoscenza del diritto costituzionale hanno reso i suoi contributi ai dibattiti parlamentari di grande valore. Ha lavorato diligentemente per affrontare le questioni chiave del paese, dalla riforma costituzionale alla politica economica, dimostrando una dedizione costante alla causa del progresso e della giustizia sociale.
Tra l’VIII (dal 1981) e la IX legislatura (fino al 1986), ricoprì il ruolo di Presidente del Gruppo dei deputati comunisti. Negli anni ’80, si dedicò particolarmente alle tematiche di politica internazionale ed europea. Ha contribuito sia attraverso la Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati sia come membro della delegazione italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord tra il 1984 e il 1992, e nuovamente tra il 1994 e il 1996. A partire dagli anni ’70, tenne una serie di conferenze e dibattiti presso istituti di politica internazionale nel Regno Unito e in Germania, così come in numerose università statunitensi, tra cui Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington.
Dal 1989 al 1992, Giorgio Napolitano è stato membro del Parlamento europeo. Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, fu eletto Presidente della Camera dei deputati, rimanendo in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994. Durante la XII legislatura, fece parte nuovamente della Commissione Affari Esteri e ricoprì la carica di Presidente della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo. Successivamente alla sua esperienza parlamentare, divenne Ministro dell’Interno e per il Coordinamento della Protezione Civile nel Governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998. Dal 1995 al 2006, guidò il Consiglio Italiano del Movimento europeo. Nel 1999, divenne deputato europeo e presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo fino al 2004. Nel 2003, assunse l’incarico di Presidente della Fondazione della Camera dei deputati.
Il 10 maggio 2006, Napolitano fu eletto Presidente della Repubblica con 543 voti, prestando giuramento il 15 maggio 2006. Successivamente, il 20 aprile 2013, è stato rieletto Presidente della Repubblica con 738 voti, giurando il 22 aprile 2013. Il 14 gennaio 2015, rassegnò le dimissioni e assunse il ruolo di Senatore di diritto e a vita in quanto Presidente Emerito della Repubblica. Napolitano ha assunto la carica in un periodo di instabilità politica e ha svolto un ruolo fondamentale nel preservare la stabilità e l’integrità delle istituzioni democratiche italiane.
Durante i suoi due mandati come Presidente della Repubblica, Napolitano ha affrontato sfide complesse, dalla crisi economica alla gestione delle relazioni internazionali, dimostrando una straordinaria abilità diplomatica e di leadership. Ha lavorato instancabilmente per rafforzare i legami tra le diverse fazioni politiche e per promuovere l’unità nazionale. Il suo impegno duraturo per la democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo gli valsero il conferimento del premio internazionale Leibniz-Ring nel 1997 ad Hannover. Inoltre, ha ricevuto, nel campo della “marcia verso la democrazia”, il Premio Dan David 2010 a Tel Aviv, per il suo contributo al rafforzamento dei valori e delle istituzioni democratiche in Italia e in Europa.
Giorgio Napolitano ha ricevuto la nomina a Professore Onorario dell’Università degli Studi di Trento nel 2008 e diverse lauree honoris causa. Queste sono dell’ Università degli Studi di Bari nel 2004, dell’Università Complutense di Madrid nel 2007, dell’Università Ebraica di Gerusalemme nel 2008, dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” nel 2009, della Sorbona di Parigi nel 2010, dell’Università di Oxford nel 2011 e dell’Alma Mater Studiorum di Bologna nel 2012.
Il Presidente ha contribuito alla produzione editoriale della rivista “Società,” diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli. Nel 1962, pubblicò il suo primo libro, “Movimento operaio e industria di Stato“. Il secondo libro, “Intervista sul PCI”, scritto in collaborazione con Eric Hobsbawm, è uscito nel 1975. Nel 1979, pubblicò “In mezzo al guado” sul periodo della solidarietà democratica durante il quale fu portavoce del PCI. Nel 1988, il libro “Oltre i vecchi confini” esaminò le sfide emerse durante gli anni del disgelo tra Est e Ovest. Il volume “Al di là del guado: la scelta riformista,” raccolse gli interventi politici dal 1986 al 1990. Con il libro “Europa e America dopo l’89″(1992), raccolse le conferenze tenute negli Stati Uniti dopo la caduta del muro di Berlino. Nel 1994, pubblicò il libro “Dove va la Repubblica – Una transizione incompiuta,” in parte sotto forma di diario, dedicato agli anni della XI legislatura.
Nel 2002, uscì il libro “Europa politica” durante l’incarico come Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo. La sua autobiografia politica, “Dal PCI al socialismo europeo,” è uscita nel 2005. Nel 2009, raccolse una serie di discorsi pronunciati durante la prima metà del suo mandato presidenziale nel libro “Il patto che ci lega”. Nel 2011, ha infine pubblicato “Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia”.
Credit copertina: ANSA