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Premio Nobel per la Pace all’attivista Narges Mohammadi

Il Premio Nobel per la Pace del 2023 è stato conferito a Narges Mohammadi per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutti.

Premio Nobel per la Pace del 2023

Il Comitato norvegese per il Nobel ha ufficializzato l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace del 2023 a Narges Mohammadi, riconoscendo il suo impegno nella lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e nella promozione universale dei diritti umani e delle libertà.

Inoltre, il premio di quest’anno celebra il coraggioso apporto di centinaia di migliaia di manifestanti che, nel precedente anno, si sono opposti alle politiche discriminatorie e oppressive del regime teocratico iraniano nei confronti delle donne. Il motto adottato:“Donna – Vita – Libertà”, eloquente espressione dell’incrollabile dedizione e dell’instancabile impegno di Narges Mohammadi.

Chi è la vincitrice del Premio Nobel per la Pace del 2023?

Narges Mohammadi è una coraggiosa difenditrice dei diritti umani, una strenua combattente per la libertà e una voce indomita. La sua incrollabile lotta per la libertà di espressione e l’affermazione del diritto all’indipendenza personale ha comportato costi personali immani. Nel complesso, il regime iraniano l’ha trattenuta in custodia per ben 13 volte, pronunciato sentenze condannatorie in cinque casi e inflitto una pena totale di 31 anni di detenzione e 154 frustate.

Attualmente, Narges Mohammadi si trova ancora dietro le sbarre, ma il suo impegno incrollabile continua a ispirare coloro che lottano per la giustizia e i diritti umani in tutto il mondo.

Le proteste in Iran a cosa sono dovute?

L’Iran è un territorio intriso di continue lotte e ribellioni sociali, costantemente chiamato ad affrontare sfide economiche di notevole portata, come l’inflazione, la disoccupazione e la svalutazione della sua valuta nazionale. Le tensioni interne trovano radici anche nell’insoddisfazione di una parte della popolazione nei confronti del sistema politico, percepito come autoritario e restrittivo per le libertà civili. Le donne e le minoranze, altresì, si ergono contro questo sistema, rivendicando trattamenti più equi e un riconoscimento più ampio dei loro diritti.

In aggiunta, molte proteste scaturiscono da questioni ambientali, tra cui la preoccupante carenza di risorse idriche, i gravi problemi di inquinamento e altre emergenze legate all’ecosistema. La corruzione e una cattiva amministrazione rappresentano spesso ulteriori motivi di dissenso tra le diverse fazioni della regione.

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Le donne in Iran

Le donne in Iran sono soggette a leggi basate su un’interpretazione rigorosa della legge islamica che influisce su aspetti cruciali della loro vita, come matrimonio, divorzio, eredità e custodia dei figli. Un altro elemento di rilevanza è l’obbligo dell’abbigliamento, che richiede alle donne di seguire specifiche norme di copertura. Tuttavia, sta emergendo un movimento di protesta e attivismo che promuove la libertà di scelta nell’abbigliamento femminile.

Le donne iraniane hanno accesso all’istruzione e costituiscono una quota significativa degli studenti universitari, sebbene possano affrontare discriminazioni e limitazioni nelle opportunità di carriera. Nonostante alcune donne abbiano raggiunto posizioni politiche, il numero di donne in cariche di potere politico rimane relativamente basso. In Iran, si assiste a un fervore di attivismo e movimenti per i diritti delle donne, impegnati a promuovere un maggiore coinvolgimento femminile nella società e nella politica attraverso riforme legali e sociali.

Sebbene si stiano compiendo progressi, persistono sfide significative che richiedono sforzi costanti per garantire una completa uguaglianza di genere nel paese. Figure coraggiose come Narges Mohammadi si impegnano quotidianamente nella lotta per superare le discrepanze di genere e sociali, promuovendo con passione i diritti umani e la libertà per ogni individuo. Ci auguriamo che queste battaglie possano portare a un futuro in cui tali disparità siano finalmente sradicate