Uno studio afferma: il Covid-19 sopravvive sulla plastica per 48 ore
Le ricerche sul Covid-19 non mostrano segni di rallentamento; anzi, continuano a condurre a nuove scoperte di vitale importanza. È ancora nitido nella nostra memoria il periodo critico della pandemia in cui ci veniva raccomandato di igienizzare scrupolosamente ogni superficie che ci circondava. Ora, uno studio condotto da esperti italiani ha gettato luce su un aspetto cruciale: il Covid-19 ha dimostrato di conservare la sua capacità infettiva per un periodo che può estendersi fino a 48 ore sulle superfici non porose, come ad esempio la plastica.
L’importanza della pulizia per evitare la diffusione dei virus
La pulizia accurata delle superfici: un cardine nella prevenzione della diffusione di virus e patogeni. È essenziale comprendere che i virus possono persistere sulle superfici per periodi variabili, a seconda del tipo di materiale e delle condizioni ambientali. Ad esempio, è stato dimostrato che il Covid-19 può sopravvivere su alcune superfici per diverse ore o persino giorni.
Inoltre, è importante considerare che alcuni materiali, per la loro porosità, possono favorire una penetrazione più profonda dei virus, rendendo la rimozione più complessa. Le superfici non porose, come il vetro o la plastica, tendono a trattenere i virus più superficialmente, agevolando una pulizia più efficace.
Superfici ad alto contatto, come maniglie delle porte, interruttori della luce, piani di lavoro e superfici del bagno, richiedono una pulizia e disinfezione regolare, soprattutto in ambienti ad alto rischio di esposizione. L’uso di prodotti di pulizia appropriati è fondamentale: i detergenti agiscono per rimuovere lo sporco e i germi dalla superficie, mentre i disinfettanti uccidono o inattivano i batteri e i virus presenti. Assicuratevi che il prodotto sia efficace contro il patogeno specifico che si desidera eliminare.
Oltre a ciò, un elemento cruciale da considerare è la ventilazione degli ambienti. Assicurarsi che gli spazi siano ben ventilati può contribuire a diluire la concentrazione di particelle virali nell’aria, riducendo così il rischio di contaminazione.
Lo studio sulla contagiosità del virus su diverse superfici
Uno studio condotto congiuntamente dal Ceinge Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore e dall’istituto Zooprofilattivo Sperimentale del Mezzogiorno (Izsm) e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Emerging Microbes & Infections ha fornito importanti dettagli riguardo alla persistenza del virus su materiali di uso quotidiano.
La ricerca ha coinvolto l’impiego di cinque diversi materiali comunemente utilizzati nella vita di tutti i giorni. Le superfici, una volta artificialmente esposte al virus, sono state attentamente monitorate per un periodo di cinque giorni.
È interessante notare che alcuni materiali, come il cotone, hanno mostrato una notevole resistenza al virus. Infatti, nelle 24 ore precedenti all’infezione, non si è riscontrata alcuna presenza del virus e, inaspettatamente, persino dopo 30 minuti dall’esposizione iniziale, il virus non manifestava alcun segno di replicazione. Al contrario, materiali come la plastica hanno evidenziato una permanenza del virus fino a 48 ore dopo l’esposizione iniziale.
I risultati
Dal recente studio condotto, è emersa una classificazione fondamentale dei materiali in due categorie: porosi e non porosi. Da questa distinzione è emersa una rivelazione di notevole importanza: le superfici porose tendono ad assorbire il virus, rendendole meno propense a infettare un individuo che vi viene a contatto. Al contrario, sulle superfici non porose, il virus può persistere per periodi più prolungati, conferendo una maggiore capacità di trasmissione.
In aggiunta, lo studio ha evidenziato che la variante Omicron manifesta una sopravvivenza superiore sulle superfici rispetto al suo predecessore, il lignaggio originario B.1. Questa scoperta sottolinea come la mutazione del virus influenzi anche le sue caratteristiche di sopravvivenza nell’ambiente, conferendogli una maggiore resistenza e un’incrementata capacità di contagio.
Sviluppi futuri
Nel contesto degli sviluppi futuri, è imperativo approfondire la comprensione su come il virus possa persistere e interagire su altre superfici, incluso il cibo. Attualmente, questa ricerca evidenzia l’urgente necessità di adottare pratiche di igiene accurate per le superfici, al fine di prevenire che diventino potenziali vettori di diffusione del virus.