La battaglia contro il cambiamento climatico ha appena ricevuto una nuova arma: le spugne marine. Questi organismi, che popolano i nostri oceani da millenni, si sono rivelati fonti inaspettate di dati climatici, offrendo una finestra sul passato che potrebbe riscrivere la nostra comprensione del riscaldamento globale.
Un recente studio condotto da Malcolm McCulloch, geo-chimico dei coralli presso l’Università dell’Australia Occidentale, ha messo in luce come il nostro pianeta abbia già superato i 1.5 °C di riscaldamento, una soglia che gli accordi climatici di Parigi del 2015 si proponevano di non oltrepassare. Questa rivelazione si basa su una tecnica di misurazione innovativa che estende la nostra capacità di indagare le temperature globali ben oltre i metodi attuali, fino ad abbracciare gli ultimi tre secoli.
Le protagoniste di questa scoperta sono le spugne coralline, in particolare la specie Ceratoporella nicholsoni, che cresce lungo le coste di Puerto Rico. Analizzando il rapporto tra gli elementi stronzio e calcio nei loro scheletri di carbonato di calcio vecchi di 300 anni, i ricercatori sono stati in grado di individuare variazioni delle temperature dell’acqua risalenti al XVIII secolo. Questa metodologia si è dimostrata un termometro proxy affidabile, fornendo dati concordanti perfettamente con le registrazioni globali della temperatura dal 1964 al 2012.
Il risultato più sconcertante dello studio è che, utilizzando questo periodo precedente come baseline preindustriale, si è scoperto che le temperature globali erano già aumentate di 0.5 °C in più rispetto a quanto stimato dall’IPCC. Questo significa che il pianeta ha superato la soglia di 1.5 °C di riscaldamento già tra il 2010 e il 2012, avviandosi a superare i 2 °C nei prossimi anni.
La ricerca apre nuove strade per la comprensione del cambiamento climatico. Sebbene le spugne marine offrano una prospettiva unica, è essenziale un approccio olistico che includa dati provenienti da tutto il pianeta e da svariate fonti. Come sottolineato da Kate Hendry, oceanografa chimica presso il British Antarctic Survey, ogni proxy di temperatura ha le sue limitazioni, quindi è fondamentale integrare queste nuove scoperte con altri dati per costruire un quadro globale del riscaldamento più robusto e affidabile.
Questo studio non solo sottolinea l’importanza delle spugne marine come archivi storici del clima terrestre, ma mette anche in discussione le nostre attuali basi di riferimento per il riscaldamento globale. Affrontare il cambiamento climatico richiederà una comprensione profonda e accurata del passato, e le spugne marine potrebbero essere la chiave per sbloccare i segreti del nostro pianeta. Mentre la ricerca procede, resta chiaro che la nostra lotta contro il riscaldamento globale si baserà sempre di più su una comprensione dettagliata e sfaccettata della storia climatica della Terra.