Nel corso degli anni, la matematica è stata testimone di innumerevoli scoperte che hanno rivoluzionato il modo in cui comprendiamo il mondo. Una di queste, forse meno conosciuta ma non per questo meno rivoluzionaria, riguarda l’introduzione dei numeri decimali. Contrariamente a quanto si è creduto per secoli, la storia di questa fondamentale innovazione matematica affonda le sue radici molto prima di quanto immaginato, portandoci indietro fino al 1440, in un’epoca in cui l’Europa era nel pieno del Rinascimento.
La figura centrale di questa scoperta è Giovanni Bianchini, un mercante veneziano il cui genio matematico ha anticipato di ben 150 anni l’utilizzo dei numeri decimali, finora attribuito al gesuita tedesco Cristoforo Clavio nel 1593. Le ricerche di Glen Van Brummelen della Trinity Western University canadese hanno gettato nuova luce su un manoscritto di Bianchini, evidenziando come già nel XV secolo fosse in uso una forma primitiva del sistema decimale.
Bianchini, grazie alla sua professione, ebbe l’opportunità di viaggiare estesamente, entrando in contatto con le avanzate conoscenze matematiche del mondo islamico. Queste esperienze, unite alla sua formazione in aritmetica e algebra, indispensabili per un mercante del tempo, lo portarono a esplorare e infine a contribuire allo sviluppo matematico in un modo che solo oggi stiamo iniziando a riconoscere appieno.
Le opere di Bianchini, concentrate principalmente tra il 1440 e il 1460, si occupano prevalentemente di astronomia, dall’analisi del movimento dei pianeti alla previsione delle eclissi. Questo nuovo ritrovamento non solo evidenzia l’importanza delle sue ricerche in campo astronomico ma sottolinea anche il suo cruciale contributo allo sviluppo della matematica, in particolare nell’introduzione dei numeri decimali.
L’invenzione della virgola decimale (o del punto, come usato negli Stati Uniti) ha segnato un punto di svolta nella storia della matematica, semplificando enormemente i calcoli con numeri non interi e promuovendo lo sviluppo del sistema decimale. Questo sistema è diventato lo standard globale, fondamentale in quasi ogni campo della scienza e della tecnologia.
La scoperta del contributo di Giovanni Bianchini ci costringe a rivedere la linea temporale delle innovazioni matematiche e a riconoscere che, talvolta, le radici del nostro sapere sono più profonde e antiche di quanto pensiamo. Ancora una volta, il Rinascimento si conferma un periodo di straordinaria effervescenza culturale, capace di anticipare tempi e modi della scienza moderna. Questo episodio sottolinea l’importanza di continuare a esplorare e studiare i manoscritti antichi, perché chi sa quali altre rivelazioni potrebbero ancora emergere, nascoste tra le pagine ingiallite dal tempo.