La Giornata Internazionale della Donna (o Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne) è un ottima occasione per ricordare quelle donne che hanno sfidato il proprio tempo per portare avanti la propria passione all’interno del mondo scientifico.
Come non ricordare una nostra connazionale come Rita Levi Montalcini nella Giornata Internazionale della Donna? L’unica donna italiana ad aver ricevuto nel 1986 il premio Nobel per la medicina. Laureata in Psichiatria e Neurologia, dovette affrontare le avversità delle leggi razionali in quanto ebrea che la costrinsero a lasciare Torino. Dopo la fine della guerra, si trasferì per volontà del neuroembriologo Viktor Hambuerg negli Stati Uniti ed è qui che insieme al suo collaboratore Stanley Cohen scoprì il Nerve Growth Factor (NGF), cioè la proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, che le conferì il Premio Nobel per la medicina.
La prima donna che ricevette il premio Noberl per la medicina fu Gerty Radnitz Cori, la quale, insieme a suo marito Carl Cori, erano soliti svolgere il lavoro di ricerca insieme. Eseguirono decine di studi, sempre insieme senza mai voler primeggiare sull’altro come affermò William Daughaday della Washington University School of Medicine:
“Carl era un visionario. Gerty era un genio del laboratorio”
Nonostante il lavoro coordinato dei due, Gerty in qualità di donna viveva sempre all’ombra del marito. Poichè secondo il direttore dell’Institute for the Study of Malignant Diseases di Buffalo, Gerty turbava la crescita professionale del marito la minacciò di licenziarla e per tale motivo i due si trasferirono presso la Washington University di Saint Louis, dove vennero trattati in maniera diversa in qualità di uomo e donna, infatti ella ottenne lo stesso riconoscimento del marito solo quando le fu attribuito il Nobel. Marito e moglie, in tutto il loro operato si focalizzarono su come il corpo produceva energia arrivando a comprendere il processo metabolico che converte l’acido lattico in glucosio conosciuto come ciclo di Cori.
Barbara McClintock, laureata presso la Cornell University a New York, si dedicò nel corso dei suoi studi alla genetica e alla citologia classiche, in modo particolare per quanto riguarda la genetica vegetale e lo studio dei cromosomi del mais. Scoprì una tecnica di colorazione che rende visibili i cromosomi ed anche i cromosomi ad anello. Barbara è ricordata per la scoperta sulla trasposizione genetica la quale governa il fenomeno del trasporto degli elementi genetici da un cromosoma ad un altro, mettendo in discussione la genetica classica. Tale scoperta all’epoca dei fatti non venne accolta di buon grado dalla comunità scientifica, ma grazie all’avvento della biologia molecolare negli anni ’70 venne confermata la sua teoria.
Altra donna da ricordare nella festa delle donne è Getrude B. Elion. Ella nacque a New York nel 1918, si laureò a soli 19 anni anni in chimica e riscontrò fin dà subito le prime difficoltà a trovare lavoro poiché donna. Ottenuto un master ed in seguito alla seconda guerra mondiale, fu assunta presso la casa farmaceutica Burroughs-Wellcome dove lavorò con il dottore George H.Hitchings. Il loro lavoro di ricerca fu completamente differente da quello adoperato in precedenza in farmacologia, infatti studiarono la composizione chimica delle cellule malate ed esaminavano la differenza tra la biochimica delle cellule umane normali e quelle delle cellule tumorali. Arrivano a diverse scoperte, circa la creazione di farmaci contro la leucemia, l’herpes e l’AIDS, riuscendo ad ottenere 45 brevetti in medicina.
Françoise Barré-Sinoussi nacque a Parigi nel 1947, affascinata fin da sempre dalla natura, decise di intraprendere gli studi per le scienze naturali, per poi cambiare idea e virare verso la biochimica. Divenuta volontaria presso il centro di immunologia dell’Istituto Pasteur di Parigi a contatto diretto con Jean Claude Chermann, iniziò ad intraprendere una ricerca per comprendere la relazione fra retrovirus e tumori nei topi. Analizzò una molecola sintetica HPA23, che era in grado di inibire l’attività della trascrittasi inversa. Agli inizi degli anni Ottanta, si iniziò a diffondere un nuova misteriosa malattia, che colpiva soprattutto gli uomini omosessuali, innescata da un retrovirus. Françoise e Montaigner riuscirono ad isolare il retrovirus che causa l’AIDS la quale è causata dall’HIV, un virus talmente potente da danneggiare i linfociti, fino a compromettere il sistema immunitario. Il team di ricerca riuscì ad individuare esami specifici per rilevare l’infezione e studiare farmaci antiretrovirali.
Elizabeth Blackburn, australiana, fin dalla sua infanzia si affascinò al mondo della ricerca scientifica, tanto che volle diventare una scienziata. Decise, perciò, di intraprendere un dottorato un Biologia Molecolare a Cambridge, dove conobbe suo marito. Trasferitosi negli Stati Uniti, iniziò a studiare sotto direttiva di John Gall gli organismi unicellulari. In seguito si trasferirono a San Francisco dove alla stessa Elizabeth fu offerto un posto di lavoro presso l’Università di Berkeley come professore associato. Qui, insieme alla dottoranda Carol Greinder, scoprirono la telemorasi, un enzima in grado di allungare ogni filamento di DNA prima della fase di replicazione ed ha il compito di compensare l’accorciamento che avviene durante la fase di divisone cellulare. Ricette nel 2009 il Nobel per la Medicina.