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Otto bambini e un adulto deceduti dopo aver consumato carne di tartaruga marina

A close up view of the head and face of a Green Sea Turtle in a sanctuary at Zanzibar.

Il recente evento tragico che ha colpito l’arcipelago di Zanzibar getta una luce cupa su una pratica tradizionale che si è trasformata in una tragedia (con qualche precedente). L’incantevole isola di Pemba, nota per le sue acque cristalline e la sua ricca cultura, è stata teatro di una tragedia che ha rivelato i pericoli insiti nel consumo di carne di tartaruga marina, un alimento considerato una prelibatezza in molte comunità costiere.

La tragedia che ha sconvolto un’isola dopo il consumo di carne di tartaruga marina

Il drammatico bilancio parla di otto bambini e un adulto deceduti dopo aver consumato carne di tartaruga marina, con altre 78 persone ricoverate in ospedale per sintomi di avvelenamento alimentare. Questo episodio ci ricorda il pericolo dietro al consumo di tale carne, che, seppur apprezzata per il suo sapore unico in diverse regioni tropicali e subtropicali come il Sud-est asiatico, l’Indonesia, le Filippine, la Nuova Guinea e il sud dell’Asia del Sud, nasconde rischi di chelonitossismo, un tipo di intossicazione alimentare talvolta letale, che ha colpito i protagonisti di questo episodio.

L’adulto deceduto venerdì sera, come rivelato dal dottor Haji Bakari, responsabile medico del distretto di Mkoani, era la madre di uno dei bambini che avevano già perso la vita in precedenza. La carne era stata consumata martedì scorso.

La risposta delle autorità e il cammino verso la prevenzione

Le autorità di Zanzibar, una regione semi-autonoma della Tanzania, hanno reagito prontamente, inviando una squadra di gestione dei disastri e esortando la popolazione a evitare il consumo di tartarughe marine. Sono state applicate cure di supporto, quali l’idratazione e l’assistenza respiratoria, data l’assenza di un antidoto specifico per questa intossicazione alimentare.

La storia si ripete: un ciclo di tragedie legate alla carne di tartaruga marina

carne di tartaruga marina
Couple of Sea turtles swim in the water. Zanzibar, Tanzania.

Il caso di Zanzibar non è isolato. Già nel novembre del 2021, sette persone, tra cui un bambino di tre anni, persero la vita a Pemba dopo aver consumato carne di tartaruga, con altri tre individui ricoverati. Questi episodi ripetuti sollevano interrogativi urgenti sulla sicurezza del consumo di carne di tartaruga marina e sulla consapevolezza dei rischi associati a tale pratica, che nonostante sia scoraggiata, dato che la tartaruga marina è una specie protetta, continia a costare delle vittime.

Verso una maggiore consapevolezza e sicurezza

L’incidente sottolinea l’importanza di un’educazione alimentare mirata e di misure preventive più efficaci per proteggere le comunità da rischi simili. La tragedia di Zanzibar ci ricorda dolorosamente che, nell’abbraccio tra uomo e natura, è fondamentale procedere con cautela, rispetto e consapevolezza.

Il tragico evento di Zanzibar serve da campanello d’allarme, un promemoria della necessità di bilanciare tradizione e sicurezza. Mentre le comunità continuano a navigare nel fragile equilibrio tra conservazione culturale e salute pubblica, è imperativo che le lezioni apprese da queste tragedie guidino verso pratiche più sicure e sostenibili. La memoria di coloro che abbiamo perso ci obbliga a guardare avanti, per garantire che simili tragedie non si ripetano.