Biologia

Ora legale: origini, quando e dove si sposteranno le lancette, pro e contro

L’ora legale è una pratica adottata da numerosi paesi in tutto il mondo, consistente nello spostamento in avanti di un’ora delle lancette degli orologi in primavera in vista dei mesi estivi. Questo cambiamento mira a massimizzare l’utilizzo della luce solare serale, riducendo così la necessità di illuminazione artificiale e, di conseguenza, il consumo energetico.

Storia e origini dell’ora legale

Sebbene l’idea di modificare l’orario per sfruttare meglio la luce del giorno sia antica quanto le civiltà agricole, la proposta moderna dell’ora legale fu avanzata per la prima volta da Benjamin Franklin nel 1784. Tuttavia, fu solo con le esigenze economiche della prima guerra mondiale che l’idea guadagnò terreno, con l’introduzione del British Summer Time nel 1916. Questa misura fu rapidamente adottata da altri paesi, in un tentativo collettivo di ottimizzare l’uso delle risorse energetiche in un periodo di scarsità.

Perché cambiamo l’ora?

Il cambio dall’ora solare all’ora legale, e viceversa, è motivato dal desiderio di allineare meglio le ore di luce naturale con le attività umane. Durante i mesi estivi, spostare avanti l’orologio di un’ora consente di prolungare la luce del giorno nelle ore serali, quando la maggior parte delle persone è sveglia e attiva. Questo non solo migliora il benessere generale consentendo di godere di più ore di luce, ma contribuisce anche a ridurre il consumo di energia elettrica per l’illuminazione e il riscaldamento.

Dove e quando cambiano le lancette nel passaggio all’ora legale

In Europa, l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo (quest’anno coincide con il giorno di Pasqua, il 31 marzo 2024) e termina l’ultima domenica di ottobre. Questa convenzione è seguita non solo dai paesi membri dell’Unione Europea ma anche da altre nazioni europee come la Svizzera, la Norvegia e il Principato di Monaco. Il metodo di cambio è semplice: nella notte tra sabato e domenica, alle 2:00 si spostano le lancette avanti di un’ora, entrando ufficialmente nell’ora legale. A ottobre, il processo si inverte, riportando le lancette indietro di un’ora per ritornare all’ora solare.

L’ora legale in Italia: dalle origini alla regolamentazione attuale

L’introduzione e l’evoluzione dell’ora legale in Italia riflettono una storia complessa, intrinsecamente legata agli eventi storici e alle esigenze della società italiana. La regolamentazione dell’ora legale, infatti, ha subito diverse modifiche nel corso degli anni, influenzata da contesti bellici, esigenze economiche e direttive europee.

La prima adozione dell’ora legale in Italia risale al 1916, un periodo caratterizzato dalle esigenze belliche della prima guerra mondiale. Con il decreto legislativo luogotenenziale n. 631 del 25 maggio 1916, l’Italia modificò l’orario ufficiale per la prima volta, cercando di ottimizzare l’uso della luce solare per ridurre il consumo di energia. Questa misura rimase in vigore fino al 1920. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, l’ora legale fu nuovamente al centro di cambiamenti frequenti, testimoniando periodi di applicazione estesa, come quello dal 14 giugno 1940 al 2 novembre 1942, e momenti di divisione interna, come durante la Repubblica Sociale Italiana, quando l’ora legale fu applicata in modo diverso tra il Nord e il Sud del paese.

Con la legge 503 del 1965, l’Italia adottò definitivamente l’ora legale, applicandola per la prima volta nel 1966 da maggio a settembre. La durata dell’ora legale fu successivamente estesa, anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile nel 1980 e poi all’ultima domenica di marzo dal 1981. Un’ulteriore estensione avvenne nel 1996, armonizzando la fine dell’ora legale con l’ultima domenica di ottobre, in linea con le decisioni prese a livello europeo.

La normativa attuale

L’attuale regolamentazione italiana sull’ora legale è stata definita con l’articolo 22 della legge n. 96 del 2010, che recepisce la direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo. Questa normativa stabilisce l’inizio dell’ora legale alle ore 2:00 dell’ultima domenica di marzo e la sua conclusione alle ore 3:00 dell’ultima domenica di ottobre. Questa prassi, in realtà, era già di fatto applicata in Italia dal 1996, mostrando una certa continuità nella gestione dell’orario legale nel paese.

I vantaggi e le sfide dell’ora legale

L’ora legale, nonostante sia una pratica ormai consolidata in molti paesi, continua a generare un acceso dibattito che coinvolge diversi aspetti, dall’ambiente all’economia, fino agli impatti sulla salute umana. La sua adozione porta con sé una serie di vantaggi significativi (ci sono studi che dimostrano il risparmio che comporterebbe mantenerla tutto l’anno) ma non mancano le sfide e le criticità, specialmente legate alla salute e al benessere psicofisico delle persone.

I pro dell’ora legale

Sul fronte dei vantaggi, l’ora legale ha dimostrato di avere un impatto positivo significativo in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Secondo dati forniti da Terna, in Italia l’introduzione dell’ora legale permette un risparmio annuo che si traduce in una diminuzione dell’utilizzo dell’energia elettrica pari a circa 420 milioni di Kilowattora, corrispondenti a circa 190 milioni di Euro.

In un periodo in cui i prezzi dell’energia sono in aumento, tale risparmio assume un’importanza non trascurabile. Inoltre, dal punto di vista ambientale, l’ora legale contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica di circa 200 mila tonnellate in sette mesi, sottolineando il suo ruolo nel contrasto ai cambiamenti climatici.

I contro dell’ora legale

D’altro canto, i contro dell’ora legale si manifestano principalmente attraverso le sue ripercussioni sulla salute fisica e mentale delle persone. Studi scientifici hanno evidenziato come il cambio di orario possa avere effetti negativi, tra cui un aumento degli incidenti stradali mortali, legati alla privazione di sonno, e un rischio elevato di attacchi di cuore, ictus e casi di depressione.

In particolare, una ricerca finlandese ha sottolineato come non sia il giorno immediatamente successivo al cambio orario a presentare un picco nei casi di infarto, ma i primi giorni della settimana successiva, con un incremento della mortalità giornaliera di circa il 3%, soprattutto tra le donne. In ambito lavorativo, la perdita di un’ora di sonno si traduce in una maggior propensione a distrarsi durante l’orario di lavoro, con un aumento della tendenza a navigare sui social media e un incremento degli infortuni sul lavoro.

L’adozione dell’ora legale è una pratica che, nonostante le sue origini storiche e le buone intenzioni, continua a generare dibattiti e discussioni. Alcuni paesi hanno scelto di adottarla per tutto l’anno, eliminando il bisogno di cambiare l’orario stagionalmente. Tuttavia, l’efficacia e i benefici dell’ora legale variano in base alla latitudine, alle abitudini culturali e alle esigenze energetiche di ogni nazione, rendendo questa convenzione un interessante spunto di riflessione sull’interazione tra società, tecnologia e ambiente naturale.

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Redazione