La sera del 27 marzo 2024, i cieli del sud Italia, in particolare in Sicilia, Calabria e Campania, si sono tinti di un insolito colore arancione/giallastro, un fenomeno che ha catturato l’attenzione di cittadini e scienziati che hanno condiviuso molte immagini sui social. La causa? Una massiccia intrusione di sabbia e polvere proveniente direttamente dal deserto del Sahara, trasportata dai venti meridionali attraverso il canale di Sicilia fino alla penisola italiana. Questo non è semplice sabbia ma particelle finissime, abbastanza leggere da rimanere sospese in aria per giorni, coprendo migliaia di chilometri.
Questa insolita tonalità del cielo non è frutto di un capriccio atmosferico locale, ma è causata dalla sabbia sahariana, trasportata verso il sud Italia dai venti di scirocco. Oltre a creare scenari visivamente affascinanti, la presenza di questa polvere fine sospesa nell’aria ha effetti tangibili sulla popolazione: nei casi più gravi, può provocare un lieve bruciore agli occhi e difficoltà respiratorie, sintomi inattesi che ricordano ai cittadini la potenza e l’impredictibilità della natura.
Il fenomeno, sebbene possa sembrare eccezionale, è in realtà un ospite ricorrente nei cieli italiani, spinto dallo scirocco, un vento che trae origine dalle calde distese africane e che, viaggiando attraverso il Mediterraneo, porta con sé non solo un’aria più calda ma anche minuscole particelle di deserto. Questo flusso di sabbia sospesa, capace di viaggiare per centinaia di chilometri sopra le acque, è una testimonianza vivida della connessione tra continenti distanti e degli intricati meccanismi che governano il nostro clima. Generalmente, il fenomeno persiste per un paio di giorni, senza causare danni significativi, ma lasciando dietro di sé una traccia visiva del suo passaggio e ricordandoci dell’interconnesso sistema meteorologico globale.
Il volume di polveri sahariane presenti nei cieli meridionali ha raggiunto livelli tali da permettere una visibilità del Sole unica nel suo genere. Nel pomeriggio, è stato possibile osservare la sua sagoma luminosa ad occhio nudo, senza essere abbagliati, un fenomeno reso possibile dalla diffusione della luce attraverso le particelle di sabbia in sospensione.
Le conseguenze dell’irruzione di questa sabbia sahariana vanno oltre il semplice cambiamento del paesaggio. Le sporadiche piogge, insufficienti a ripulire l’aria, hanno lasciato strade, veicoli e oggetti esterni ricoperti da una sottile patina di fango. Oltre agli effetti sulla vita quotidiana, questo fenomeno ha influito significativamente sulla produzione di energia solare in Europa, dimostrando come eventi naturali possano avere ripercussioni dirette sulle infrastrutture energetiche.
Sebbene le intrusioni di sabbia sahariana non siano un evento inedito nel bacino del Mediterraneo, recenti studi indicano un’intensificazione di questi episodi in termini di frequenza e durata. Un articolo pubblicato su EGUsphere dall’Agenzia Meteorologica di Stato spagnola sottolinea come cambiamenti significativi nelle circolazioni atmosferiche, strettamente legati al cambiamento climatico, potrebbero influenzare la natura di questi fenomeni, con potenziali implicazioni a lungo termine.
L’irruzione di sabbia sahariana nei cieli del sud Italia è un chiaro esempio di come fenomeni naturali possano avere un impatto profondo sulla società e sull’ambiente. La combinazione di temperature elevate, siccità persistente e il cambiamento climatico globale suggerisce che episodi simili potrebbero diventare sempre più frequenti e intensi, richiamando l’attenzione sulla necessità di adattamenti e politiche ambientali efficaci per affrontare le sfide future.
Questo episodio, dunque, non solo modifica temporaneamente il paesaggio del Mediterraneo ma solleva questioni importanti riguardo l’interazione tra fenomeni naturali e attività umane, evidenziando l’urgenza di comprendere e mitigare l’impatto del cambiamento climatico sulla vita di tutti i giorni.
Credits immagine di copertina: Celle di Bulgheria fotografata da Anna Ida Guida/Giornale del Cilento.