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Luna, la scoperta è tutta italiana | Cina pronta a beneficiarne con le sue basi sotterranee

La Luna su sfondo nero di stell

Luna: la scoperta è tutta italiana (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Una scoperta epocale rivela l’esistenza di una struttura sulla Luna, confermando teorie di oltre 50 anni.

L’esplorazione della Luna ha affascinato l’umanità per secoli, ma solo nel ventesimo secolo è diventata una realtà. I primi passi verso la conquista della Luna iniziarono con il lancio dello Sputnik 1 nel 1957, segnando l’inizio dell’era spaziale. Gli anni ’60 videro una corsa frenetica tra Stati Uniti e Unione Sovietica, culminando nel famoso allunaggio dell’Apollo 11 nel 1969, quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin posero il piede sul suolo lunare.

Successivamente, le missioni Apollo portarono a casa campioni di roccia lunare e una grande quantità di dati scientifici. Questo periodo di esplorazione diretta si concluse nel 1972 con Apollo 17, ma l’interesse scientifico per la Luna non si è mai sopito. I decenni successivi videro un aumento delle missioni robotiche, come le sonde Luna e i rover sovietici Lunokhod, che contribuirono a mappare il territorio lunare e a studiarne la composizione.

Negli anni ’90, l’interesse per la Luna rinacque con l’invio di nuove missioni da parte di diverse nazioni. La sonda Clementine e Lunar Prospector degli Stati Uniti portarono a scoperte significative, come la possibile presenza di ghiaccio d’acqua nei crateri polari. Nel nuovo millennio, le missioni internazionali come l’orbiter indiano Chandrayaan-1 e la cinese Chang’e hanno ampliato ulteriormente la nostra conoscenza della Luna, utilizzando tecnologie avanzate per esaminare la superficie e il sottosuolo.

Questa continua esplorazione ha portato a una serie di ipotesi su cosa potrebbe trovarsi sotto la superficie lunare. Per anni, gli scienziati hanno teorizzato l’esistenza di tunnel di lava svuotati, simili a quelli trovati sulla Terra, che potrebbero fornire rifugi naturali contro le dure condizioni lunari. Queste teorie, basate su osservazioni indirette e modelli geologici, hanno finalmente trovato una conferma concreta.

Dimostrata l’esistenza di un tunnel lunare

Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Trento, ha pubblicato uno studio rivoluzionario su Nature Astronomy, rivelando la prova di un tunnel sotterraneo sotto il Mare della Tranquillità. Utilizzando dati radar raccolti dalla NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), il team ha identificato riflessioni radar che suggeriscono la presenza di un condotto di lava svuotato, confermando ipotesi discusse per oltre 50 anni.

Lorenzo Bruzzone, dell’Università di Trento e coordinatore della ricerca, ha spiegato che il radar Miniature Radio-Frequency (Mini-RF) della NASA ha catturato immagini della superficie lunare nel 2010. Queste immagini, analizzate con tecnologie avanzate di elaborazione dei segnali, hanno rivelato riflessioni attribuibili a un tunnel sotterraneo. Questo segna la prima prova diretta di una struttura di questo tipo sotto la superficie lunare. Leonardo Carrer, ricercatore dell’Università di Trento e primo autore dello studio, ha descritto come l’analisi dei dati abbia permesso di costruire un modello rappresentante la parte iniziale del tunnel. È altamente probabile che si tratti di un condotto di lava svuotato, una struttura che potrebbe avere significative implicazioni per future missioni lunari.

La Luna su sfondo nero di stelle
Luna: la scoperta è tutta italiana (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

Implicazioni per le future missioni lunari

La scoperta di questo tunnel lunare ha importanti conseguenze per l’esplorazione spaziale. Wes Patterson, principal investigator del Mini-RF al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, ha sottolineato come questa ricerca dimostri l’importanza dei dati radar per rispondere a domande fondamentali sulla scienza e l’esplorazione lunare. Continuare a raccogliere dati telerilevati sarà cruciale per le future missioni. Inoltre, la presenza di tunnel di lava potrebbe offrire rifugi naturali contro le condizioni estreme della Luna, come le temperature estreme e la radiazione cosmica. Questi tunnel potrebbero diventare siti ideali per l’allunaggio delle sonde o per la costruzione di basi lunari protette, aprendo nuove possibilità per l’esplorazione e la colonizzazione della Luna.

Il coinvolgimento di un team internazionale, comprese istituzioni come l’Università di Padova e La Venta Geographic Explorations APS, dimostra l’importanza della collaborazione globale nella ricerca spaziale. Lo studio, in parte finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, rappresenta un significativo avanzamento nella nostra comprensione della Luna e un passo avanti verso una presenza umana sostenibile sulla sua superficie.