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Gli scienziati hanno scoperto qualcosa di sconvolgente | Dopo 46 mila anni dal Permafrost è venuto fuori: ecco l’elisir di lunga vita

Verme antico

Dopo 46 mila anni dal Permafrost è venuto fuori (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Dopo 46 mila anni gli scienziati lo hanno trovato nel permafrost: potrebbe essere davvero l’elisir di lunga vita.

Il cambiamento climatico e il suo impatto sullo scioglimento dei ghiacciai sono questioni di crescente preoccupazione globale. I ghiacciai, una volta considerati eterni e immutabili, stanno rapidamente diminuendo di volume a causa dell’aumento delle temperature globali. Questo fenomeno, visibile in ogni continente, sta portando a cambiamenti drastici negli ecosistemi e nelle comunità locali che dipendono dall’acqua di scioglimento per le loro risorse idriche.

Oltre ai ghiacciai, il permafrost, il suolo perennemente congelato presente in molte regioni artiche e subartiche, sta anch’esso subendo un rapido deterioramento. Lo scioglimento del permafrost non solo rilascia gas serra come metano e anidride carbonica, amplificando ulteriormente il riscaldamento globale, ma porta anche alla destabilizzazione del terreno, mettendo a rischio infrastrutture e habitat naturali. Questo fenomeno evidenzia l’interconnessione tra le varie componenti del nostro sistema climatico.

Gli effetti dello scioglimento dei ghiacciai e del permafrost si estendono oltre i confini geografici. I ghiacciai che si ritirano contribuiscono all’innalzamento del livello del mare, minacciando le comunità costiere in tutto il mondo. Inoltre, il permafrost che si scioglie può liberare antichi agenti patogeni e materie organiche precedentemente intrappolate, con potenziali conseguenze per la salute pubblica e la biodiversità. Questi cambiamenti stanno avvenendo a un ritmo più veloce del previsto, sollecitando una risposta urgente da parte della comunità internazionale.

Il permafrost, in particolare, è una componente cruciale degli ecosistemi artici. La sua integrità è fondamentale per la stabilità delle infrastrutture e la conservazione degli habitat naturali. Il rapido scioglimento del permafrost sta portando a fenomeni di subsidenza del terreno, mettendo in pericolo edifici, strade e interi insediamenti. Inoltre, la liberazione di carbonio organico intrappolato nel permafrost potrebbe trasformare queste regioni da pozzi di assorbimento di carbonio a nuove fonti di emissioni, aggravando ulteriormente il problema del cambiamento climatico.

una creatura antica riportata in vita dal permafrost siberiano

Un gruppo di scienziati ha riportato in vita un’antica creatura, un verme rotondo risalente a circa 46.000 anni fa, trovato nel permafrost siberiano. Questa straordinaria scoperta è avvenuta quando i ricercatori hanno fornito acqua e cibo ai vermi, permettendo loro di riprendere vita dopo millenni di dormienza. Questo fenomeno, conosciuto come criptobiosi, permette agli organismi di sopravvivere in condizioni estreme spegnendo quasi tutte le loro funzioni vitali.

I vermi, appartenenti a una specie estinta chiamata Panagrolaimus kolymaensis, sono stati trovati in uno stato di animazione sospesa, simile a quello di altre creature microscopiche come i tardigradi. Radiocarbon dating delle piante trovate nello stesso luogo suggerisce che questi vermi risalgono a circa 46.000 anni fa, fornendo una nuova prospettiva sulla capacità di sopravvivenza di questi organismi. Questo ritrovamento straordinario è stato pubblicato sulla rivista PLOS Genetics, sorprendendo la comunità scientifica per la durata estrema di questa forma di vita sospesa.

Dei vermi antichi trovati nel permafrost siberiano
Dei vermi trovati nel permafrost siberiano possono essere riportati in vita (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

Le implicazioni future della scoperta

Questa scoperta non solo apre nuove strade per la comprensione della criptobiosi ma potrebbe anche avere implicazioni pratiche per la conservazione di cellule e tessuti in medicina. La capacità dei vermi di produrre un particolare zucchero, il trealosio, quando lievemente disidratati, potrebbe essere la chiave per la loro sopravvivenza in condizioni di congelamento estremo. Studi successivi potrebbero esplorare come applicare queste conoscenze per migliorare le tecniche di conservazione criogenica.

Il professore Teymuras Kurzchalia, uno degli autori principali dello studio, ha espresso la sua meraviglia per questa scoperta, paragonandola alla fiaba della Bella Addormentata. Sebbene siamo ancora lontani dall’applicare queste tecniche agli esseri umani o ad altre forme di vita complessa, ogni passo avanti in questo campo ci avvicina a comprendere meglio i limiti tra la vita e la morte e come poterli manipolare.