Stonehenge, mistero svelato | I ricercatori si sono affidati a tecniche all’avanguardia: la verità emersa fa rabbrividire
Il sito neolitico di Stonehenge, situato nella piana di Salisbury in Inghilterra, è uno dei monumenti preistorici più iconici e misteriosi al mondo.
Le sue maestose pietre, disposte in un cerchio enigmatico, hanno affascinato studiosi e visitatori per secoli, stimolando numerose teorie riguardo alla loro origine, al loro scopo e ai metodi con cui furono trasportate e innalzate. Nonostante la mancanza di documentazione scritta, Stonehenge rimane un testimone silenzioso di una civiltà antica e delle sue straordinarie capacità ingegneristiche.
Il significato esatto di Stonehenge è ancora oggetto di dibattito tra gli archeologi. Alcuni credono che fosse un luogo di culto religioso, mentre altri lo vedono come un antico osservatorio astronomico. Tuttavia, c’è consenso sul fatto che questo monumento rappresenta una delle più grandi imprese umane del Neolitico.
La sua costruzione, che si stima sia iniziata intorno al 3100 a.C. e continuata per circa 1500 anni, richiese una pianificazione complessa e la collaborazione di numerose comunità. Questo implica non solo un notevole sviluppo tecnologico, ma anche una struttura sociale altamente organizzata.
Le pietre che compongono Stonehenge, note come sarsen e bluestone, sono state oggetto di studi approfonditi per determinare la loro provenienza e il metodo di trasporto. La bluestone, in particolare, sembra provenire dalle montagne Preseli in Galles, a oltre 200 chilometri di distanza, mentre i sarsen, i grandi blocchi di arenaria, sono ritenuti originari della zona di Marlborough Downs, a circa 30 chilometri dal sito. Questa scoperta ha alimentato ulteriori ricerche sulle capacità logistiche delle comunità neolitiche.
Le supposizioni su come siano state spostate le pietre
L’enigma di come queste pietre siano state trasportate è stato a lungo oggetto di speculazione. Alcuni suggeriscono l’uso di slitte e rulli di legno, mentre altri ipotizzano che le pietre siano state trasportate via fiume.
Il trasporto e l’erezione di tali massi avrebbero richiesto un enorme sforzo collettivo e una notevole conoscenza delle tecniche di costruzione. Questa teoria rafforza l’idea che le società preistoriche fossero molto più avanzate di quanto spesso si creda.
Nuova scoperta sulla Pietra dell’Altare
Un recente studio pubblicato su Nature ha fatto luce su uno dei misteri più intriganti di Stonehenge: l’origine della Pietra dell’Altare, un massiccio blocco di arenaria che domina il centro del sito. Finora si pensava che questa pietra provenisse dal Galles, ma le nuove analisi chimiche condotte da un team internazionale di ricercatori guidati da Anthony Clarke della Curtin University hanno rivelato una sorprendente verità.
La Pietra dell’Altare sembra infatti provenire dalle Orcadi, in Scozia, a circa 750 chilometri di distanza da Stonehenge. Questo implica che i costruttori neolitici avrebbero trasportato il blocco per una distanza incredibile, sollevando nuove domande sulle capacità logistiche e sociali di queste antiche comunità.