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Polo Sud, una scoperta senza precedenti | Ricercatori di Cambridge: ‘Regione era densamente popolata: tutte le specie animali’

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L'Antartide odierno (Pixabay foto) - www.sciencecue.it

Desolato e inospitale? Forse oggi, ma prima assolutamente no: il passato del Polo Sud nasconde antiche meraviglie.

L’Antartide è considerata una delle aree più estreme e inospitali del nostro pianeta. La sua vastità gelida e la mancanza di risorse vitali la rendono un ambiente proibitivo per la maggior parte delle forme di vita. Solo alcune specie, come il pinguino imperatore, hanno sviluppato meccanismi di adattamento che consentono loro di vivere, e persino prosperare, in queste condizioni rigide. Gli esseri umani, invece, possono sopravvivere in questa terra remota solo grazie alla tecnologia avanzata che li protegge dal gelo costante e dalle condizioni climatiche estreme.

Ma la natura dell’Antartide non è sempre stata quella che conosciamo oggi. In epoche remote, il volto di questo continente era radicalmente diverso, tanto che la sua superficie non era sempre coperta da ghiaccio. Milioni di anni fa, il Polo Sud era libero dalle distese ghiacciate, permettendo la migrazione di specie animali tra continenti lontani. È sorprendente pensare che animali potessero muoversi dal Sud America fino alla Nuova Zelanda e all’Australia, sfruttando corridoi terrestri che oggi non esistono più.

L’evidenza di questa antica realtà ci è stata rivelata grazie ai coraggiosi esploratori e scienziati che hanno sfidato i confini dell’Antartide. Uno dei pionieri fu Robert Falcon Scott, che purtroppo perse la vita agli inizi del Novecento, durante la sua storica spedizione per raggiungere il Polo Sud. Oltre a cercare di essere il primo a toccare quel remoto punto del globo, Scott e il suo team scoprirono fossili che provano come il continente antartico fosse, un tempo, abitabile e privo di ghiacci.

Le scoperte non si sono fermate a quelle prime esplorazioni. Recentemente, paleontologi e climatologi hanno fatto nuove scoperte su antichi ecosistemi antartici. Queste ricerche hanno contribuito a rispondere a una domanda intrigante: quando esattamente l’Antartide è stata libera dai ghiacci per l’ultima volta? La risposta potrebbe risalire a un periodo particolare, durante una fase di transizione climatica che cambiò radicalmente il volto del pianeta.

La fine dell’era glaciale in Antartide

Secondo alcuni studi recenti, l’Antartide ha subito l’ultimo grande cambiamento climatico circa 50-34 milioni di anni fa, durante una transizione nota come confine Eocene-Oligocene. All’epoca, il mondo era molto più caldo rispetto a oggi, con temperature che superavano di 15 gradi Celsius quelle attuali. Questa situazione climatica ha reso possibile lo sviluppo di ecosistemi rigogliosi simili a quelli delle attuali foreste temperate.

Durante quel periodo, la fauna e la flora dell’Antartide erano drasticamente diverse da quelle attuali. Al posto di ghiacci eterni, c’erano vaste foreste e specie che oggi associamo a climi molto più miti. Il pianeta ha vissuto un lento e progressivo raffreddamento, che ha portato alla formazione dei ghiacciai che oggi coprono quasi completamente il continente. Questi cambiamenti hanno segnato l’inizio di una nuova era glaciale, la quale ha plasmato il volto dell’Antartide fino a renderla la distesa ghiacciata che conosciamo oggi.

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Gli odierni abitanti dell’Antartide (Pixabay foto) – www.sciencecue.it

Le scoperte paleontologiche e il cambiamento climatico

La scoperta di antichi ecosistemi antartici è stata fondamentale per comprendere le trasformazioni climatiche del pianeta. I paleoclimatologi, come Eric Wolff, docente dell’Università di Cambridge, hanno suggerito che durante il confine Eocene-Oligocene, il raffreddamento globale iniziò a trasformare l’Antartide in un paesaggio glaciale. In soli 16 milioni di anni, il continente passò da una terra verdeggiante a una calotta polare.

Queste scoperte aiutano a capire come il clima terrestre sia mutato nel corso di milioni di anni e forniscono importanti indizi su come potrebbe evolversi in futuro, offrendo spunti cruciali per lo studio dei cambiamenti climatici attuali.