La vita umana è importante, ma le ultime scoperte scientifiche fanno paura | Sono riusciti a riprodurre cellule in laboratorio: è allarme
Lo sviluppo di cellule sintetiche e artificiali si fa sempre più concreto: fin dove riusciremo a spingerci nella creazione della vita?
“Ciò che non posso creare, non lo capisco” è una citazione che porta con sé una profonda riflessione, eppure semplice nella sua apparente ovvietà. Se non possiamo ricreare qualcosa, abbiamo davvero compreso fino in fondo i meccanismi che lo regolano? Questa domanda, sollevata da Richard Feynman, uno dei più grandi fisici teorici del XX secolo, si presta ad essere applicata non solo alle questioni fisiche, ma anche a quelle biologiche e filosofiche. Quando si cerca di capire la vita, per esempio, si scopre quanto sia complesso definirla e ancor più replicarla.
Nel tentativo di dare una risposta a questo quesito, è utile riflettere su cosa si intenda per vita. La definizione di ciò che è vivo è da sempre terreno di dibattito fra scienziati e filosofi. La vita è caratterizzata da una serie di proprietà: autoregolazione, riproduzione, evoluzione e metabolismo. Eppure, nonostante queste caratteristiche siano universalmente accettate, costruire da zero un essere vivente, anche nella sua forma più semplice, rimane una sfida al limite del possibile.
Le ricerche sulla creazione artificiale della vita si sono moltiplicate negli ultimi anni. Da semplici sistemi biochimici a complessi “bioreattori”, gli scienziati hanno sviluppato strutture che cercano di imitare le funzioni di base di un organismo vivente. Tuttavia, anche il sistema più sofisticato prodotto finora è ben lontano dal ricreare una vera e propria cellula. Gli attuali tentativi, per quanto affascinanti, mancano ancora di quella architettura complessa che caratterizza una cellula vivente.
Il passo successivo, quindi, non è solo costruire delle strutture chimicamente attive, ma cercare di replicare la complessità intrinseca delle cellule stesse. Le cellule sono i mattoni della vita, e se riuscissimo a costruirne una da zero, potremmo affermare con sicurezza di aver capito come funziona la vita a un livello molto più profondo.
Un nuovo approccio alla costruzione di cellule sintetiche
Negli ultimi tempi, un importante passo avanti è stato compiuto nel campo delle cellule sintetiche. Grazie a un nuovo studio, gli scienziati sono riusciti a sviluppare strutture in grado di contenere compartimenti interni, un’imitazione essenziale delle nostre cellule. Questi compartimenti, simili agli organelli presenti nelle cellule naturali, permettono di isolare processi e di imitare alcune funzioni vitali.
Un altro traguardo raggiunto è stato quello di inserire informazione genetica funzionante all’interno di questi sistemi. Questo ha permesso di programmare la cellula sintetica per produrre specifiche proteine, un processo simile a quello che avviene nel nucleo delle cellule reali. Sebbene il sistema non sia ancora in grado di riprodursi o evolversi, rappresenta un enorme progresso rispetto ai bioreattori precedenti.
Un passo avanti verso la comprensione della vita
L’introduzione di pori nucleari in questi nuovi sistemi ha reso possibile una più accurata gestione del flusso di molecole tra i vari compartimenti. Gli scienziati hanno dimostrato che solo se i pori erano presenti, l’enzima sintetizzato riusciva a diffondersi all’esterno e a reagire con altre molecole, generando un cambiamento visibile. Questo risultato mostra come sia possibile controllare e imitare funzioni cellulari complesse.
Siamo ancora lontani dalla costruzione di una cellula completamente funzionale, capace di sostenersi autonomamente e di evolversi. Tuttavia, questo studio rappresenta un importante passo avanti, e pone le basi per ulteriori ricerche che ci avvicineranno sempre di più alla creazione di una vera e propria cellula artificiale.