È una delle specie più pericolose del mare, ma se ne parla molto poco | Le sue vittime sono tantissime: la colpa è della disinformazione
Questa specie aliena sta invadendo i nostri mari ed è pericolosissima non solo per l’ecosistema: purtroppo se ne parla poco.
Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, l’attenzione si sposta inevitabilmente su alcuni abitanti del mare che, più di altri, sanno come attirare l’interesse dei bagnanti: le meduse. Questi affascinanti animali gelatinosi diventano un argomento di discussione per chi desidera godersi una giornata tranquilla al mare, ma spesso con un risvolto negativo. Nonostante siano parte integrante degli ecosistemi marini, molti li considerano semplicemente un fastidio estivo.
L’immagine della medusa è fortemente legata all’idea di spiagge “infestate” e bagni rovinati, ma la realtà è ben diversa. Questi esseri, dall’aspetto etereo e dalla struttura unica, fanno parte del phylum degli Cnidari, un gruppo di animali che comprende anche gli idroidi, le anemoni di mare e i coralli. Nonostante la loro bellezza, le meduse nascondono un sistema di difesa affascinante e pericoloso: gli cnidoblasti, cellule esplosive in grado di rilasciare un flagello urticante.
Questo meccanismo di difesa delle meduse è tanto semplice quanto efficace. Quando una medusa entra in contatto con un altro corpo, rilascia una tossina attraverso il flagello, causando una reazione dolorosa negli umani e paralizzante per piccole prede marine. L’idea che le meduse si trovino solo in acque sporche è un mito diffuso, alimentato dalla loro tendenza a galleggiare insieme a detriti portati dalle correnti. In realtà, esse seguono le correnti come tutti gli organismi planctonici, indipendentemente dalla qualità dell’acqua.
In Mediterraneo, le meduse locali convivono con specie invasive introdotte da altri mari, come l’Oceano Atlantico e il Mar Rosso. Queste specie, spesso arrivate attraverso il Canale di Suez o agganciate alle chiglie delle navi, trovano nel nostro mare un ambiente ideale per proliferare. Questi nuovi arrivi possono creare squilibri ecologici, minacciando la catena alimentare locale e destabilizzando ecosistemi che si sono evoluti per migliaia di anni.
Le cause dell’aumento delle meduse in Mediterraneo
Negli ultimi anni, si è osservato un notevole incremento della popolazione di meduse nel Mar Mediterraneo, un fenomeno che preoccupa sia per le conseguenze ecologiche sia per gli impatti economici. I fattori che contribuiscono a questo fenomeno sono molteplici e, in gran parte, legati all’attività umana. Il riscaldamento delle acque, dovuto ai cambiamenti climatici, è uno dei principali responsabili. Acque più calde creano condizioni ideali per la proliferazione delle meduse, e favoriscono l’arrivo di specie aliene che si adattano facilmente.
Un altro fattore determinante è la pesca eccessiva. La riduzione delle popolazioni di pesci predatori come il tonno e il pesce spada, che si nutrono di meduse, lascia spazio a una loro riproduzione incontrollata. Le meduse, trovando meno competizione per il cibo, riescono a moltiplicarsi indisturbate, creando i noti banchi di meduse che diventano un problema per bagnanti e pescatori.
La presenza invasiva delle specie aliene
L’arrivo di specie invasive nel Mediterraneo, come la Rhopilema nomadica, ha esacerbato la situazione. Queste meduse, originarie di altri mari, trovano nell’ecosistema mediterraneo condizioni perfette per stabilirsi e riprodursi rapidamente. La loro diffusione mette a rischio la stabilità della catena alimentare, provocando un impatto negativo su molte specie locali che non sono abituate a convivere con questi nuovi predatori gelatinous.
Oltre a competere con le meduse locali per lo spazio e le risorse, queste specie invasive possono anche essere più aggressive o dannose, amplificando il problema per l’ecosistema marino. Il loro adattamento rapido è spesso facilitato dalle alterazioni ambientali causate dall’uomo, rendendo ancora più difficile gestire questa nuova minaccia per la biodiversità del Mar Mediterraneo.