È l’uva del futuro | Completamente diversa da quella tradizionale: nessun seme, più polpa e un numero maggiore di proprietà benefiche
Un’innovativa varietà di uva: senza semi, più polpa e con maggiori benefici per la salute grazie a un avanzato progetto di incrocio botanico
La botanica sin dalla preistoria porta benefici all’uomo e, attraverso l’incrocio di diverse specie botaniche, si creano nuove varietà di piante con caratteristiche migliorate. Questo processo mira a ottimizzare le qualità agronomiche, come la resistenza a malattie e parassiti, e ad aumentare la produttività dei raccolti.
Le modificazioni genetiche delle piante non solo rispondono a esigenze agricole, ma hanno anche un impatto positivo sulla salute umana. Le nuove varietà possono essere sviluppate per offrire migliori proprietà nutrizionali e ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, favorendo una produzione alimentare più sostenibile.
Inoltre, la creazione di piante resistenti alle avversità ambientali contribuisce a una coltivazione più stabile e meno soggetta a perdite. Questo è particolarmente rilevante in un contesto di cambiamenti climatici e sfide ecologiche crescenti.
La ricerca botanica e le tecniche di miglioramento genetico sono fondamentali per affrontare le sfide dell’agricoltura moderna, promuovendo sia la salute ambientale che quella umana. Nel contesto della lotta contro le malattie della vite e le perdite economiche conseguenti, è stato avviato un ambizioso progetto scientifico negli Stati Uniti.
La super-uva e il progetto VxM
Questo progetto, denominato VxM (Vitis x Muscadinia), mira a combinare due specie di uva: la Vitis vinifera, comune nella vinificazione, e la Muscadine (Vitis rotundifolia), un’uva da tavola americana. Il team di ricerca, composto da 32 esperti provenienti da università di tutto il paese, lavora per unire le qualità di queste due varietà. Con un investimento di 7 milioni di dollari da parte dell’Istituto nazionale per l’alimentazione e l’agricoltura del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), il progetto punta a fornire 10 geni di resistenza alle malattie entro quattro anni, con particolare attenzione all’oidio, alla peronospora, al marciume nero e al virus 3 associato all’accartocciamento delle foglie.
Il progetto VxM si basa su una combinazione di tratti distintivi delle due varietà di uva. Le Muscadine sono apprezzate per la loro resistenza alle malattie e per la buccia dura e spessa, mentre la Vitis vinifera è nota per la buccia sottile, la consistenza croccante e l’assenza di semi. Tuttavia, l’integrazione dei tratti di queste due specie rappresenta una sfida scientifica a causa delle differenze nel numero di cromosomi. Nonostante le difficoltà, il successo del progetto potrebbe segnare una svolta importante nella lotta contro le patologie della vite.
Implicazioni e sviluppi futuri
Ogni anno, le malattie delle piante e i parassiti causano perdite economiche miliardarie negli Stati Uniti. Secondo il piano d’azione sulle malattie delle piante dell’USDA-Agricultural Research Service 2022-2026, senza un controllo adeguato, il 70% dei raccolti potrebbe andare perso. Lance Cadle-Davidson, patologo vegetale e ricercatore del Dipartimento americano di Agricoltura, sottolinea l’importanza della ricerca sulla resistenza alle malattie, citando l’utilizzo storico dei geni di resistenza delle Muscadine nel miglioramento delle varietà di uva a grappolo.
Il progetto VxM è articolato in sei team specializzati in genetica, breeding, patologia, qualità, marketing e produzione, con l’obiettivo di sviluppare nuovi ibridi che combinano i migliori attributi delle uve Muscadine e Vitis vinifera. La ricerca sulle uve resistenti sta guadagnando attenzione globale, con applicazioni anche in Italia e nei Paesi tropicali, dove il clima ostacola la coltivazione regolare della vite. La capacità di identificare marcatori genetici favorevoli prima dei costosi test sul campo rappresenta un vantaggio significativo.