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Fossili svelano la storia di una devastante estinzione di massa dopo il prosciugamento del Mediterraneo

La biodiversità del Mediterraneo (Depositphotos foto)

La biodiversità del Mediterraneo (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

L’antico prosciugamento del Mar Mediterraneo ebbe come conseguenza una devastante estinzione di massa della biodiversità. 

Oggi, il Mediterraneo è una delle destinazioni più amate al mondo, con le sue acque cristalline e spiagge soleggiate che attirano milioni di turisti ogni anno. Tuttavia, ciò che oggi appare come un paradiso naturale, milioni di anni fa era un ambiente completamente diverso, ostile alla vita. Circa 6 milioni di anni fa, il Mediterraneo subì una delle trasformazioni più radicali della sua storia geologica. Una combinazione di eventi geologici portò al prosciugamento del bacino, causando una catastrofe che avrebbe avuto conseguenze devastanti sulla biodiversità.

Questa crisi, nota come “crisi di salinità del Messiniano”, non solo cancellò una gran parte delle specie marine che popolavano il mare, ma lasciò dietro di sé un paesaggio desolato, coperto da strati di sale spesso fino a un chilometro. Il Mediterraneo, che una volta ospitava una varietà di forme di vita, dai pesci tropicali alle barriere coralline, si trasformò in un ambiente quasi inabitabile. La crisi segnò la fine di un’era per molte specie, spingendo alla loro estinzione.

Gli scienziati hanno a lungo studiato questo evento, ma molte domande sono rimaste senza risposta, fino a quando nuovi studi hanno fatto luce su quali specie riuscirono a sopravvivere e quali, invece, furono definitivamente spazzate via. La ricerca sui fossili rinvenuti nel bacino del Mediterraneo ha permesso di tracciare un quadro più dettagliato delle estinzioni e della successiva ripresa della vita marina. Questo sforzo, che ha coinvolto diverse discipline scientifiche, ha permesso di mettere insieme i pezzi di un puzzle complesso.

Il Mediterraneo, infatti, non è l’unico mare a essersi prosciugato nella storia della Terra, e questo studio potrebbe fornire informazioni preziose su come simili eventi abbiano influenzato la vita nel corso dei millenni. La ricerca ha rivelato come la perdita della connessione con l’Atlantico abbia modificato profondamente l’ecosistema del Mediterraneo, aprendo nuove strade per lo studio delle estinzioni di massa e delle loro conseguenze a livello globale.

Nuovi dettagli emersi dai fossili

Per rispondere a molte delle domande ancora aperte, un team di scienziati ha analizzato circa 23.000 fossili, datati tra i 12 e i 3,5 milioni di anni fa. Questi fossili, che appartenevano a oltre 4.900 specie diverse, hanno rivelato come la biodiversità del Mediterraneo abbia subito una drastica riduzione durante la crisi.

Ad esempio, le barriere coralline, che una volta prosperavano nel mare, scomparvero per sempre. Solo 86 specie, su quasi 800 presenti prima della crisi, riuscirono a sopravvivere. Tra queste, alcune specie di sardine e i sirenidi, parenti lontani dei lamantini.

L'odierno Mar Mediterraneo (Depositphotos foto)
L’odierno Mar Mediterraneo (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

Un recupero segnato da nuove specie

Dopo circa 50.000 anni, il Mediterraneo si riempì nuovamente d’acqua grazie alla riapertura del collegamento con l’Atlantico. Questo evento segnò l’inizio di un periodo di ripopolamento, con l’arrivo di circa 2.700 nuove specie. La maggior parte delle nuove forme di vita non era costituita dalle specie che avevano lasciato il Mediterraneo durante il prosciugamento, ma da specie completamente nuove, come gli squali bianchi e i delfini. Diverse specie di pesci e plancton, che prima popolavano solo altre zone, trovarono nel Mediterraneo un nuovo habitat in cui prosperare.

La ripresa della biodiversità non fu, quindi, una semplice conseguenza del ritorno delle specie preesistenti, ma un vero e proprio rinnovamento dell’ecosistema marino. Questo afflusso di nuove specie modificò profondamente la composizione biologica del Mediterraneo, con un impatto che continua a influenzare la distribuzione della fauna marina ancora oggi. Il recupero della diversità fu guidato più dall’introduzione di nuove specie che dalla sopravvivenza o dal ritorno di quelle antiche, portando il Mediterraneo a essere un luogo di ricca biodiversità, ma completamente differente da quello che esisteva prima della crisi.