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Unione Europea preoccupata | La scoperta ha innalzato i livelli di allerta: c’é pericolo per la salute umana

Rifiuti tossici

Unione Europea preoccupata | La scoperta ha innalzato i livelli di allerta: c'é pericolo per la salute umana (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Allarme sostanze nocive in Europa: la Commissione Europea impone nuove restrizioni per proteggere salute e ambiente.

Le sostanze chimiche hanno da sempre giocato un ruolo cruciale nello sviluppo dell’industria moderna, contribuendo a innovazioni e miglioramenti in settori come la medicina, l’ingegneria e l’alimentazione. Tuttavia, non tutte le sostanze impiegate sono prive di rischi. Anzi, molte di esse, pur portando vantaggi in termini di resistenza, impermeabilità o durata, possono comportare conseguenze negative per l’ambiente e la salute umana. Nel corso degli anni, la consapevolezza di tali rischi è aumentata, portando a una maggiore attenzione alla sicurezza e alla regolamentazione.

Una delle categorie più preoccupanti sono le sostanze persistenti. Questi composti, una volta rilasciati nell’ambiente, sono noti per la loro capacità di rimanere stabili e difficilmente biodegradabili. Ciò significa che possono accumularsi nel suolo, nelle acque e persino all’interno degli organismi viventi. Questa caratteristica di persistenza rende difficile la loro eliminazione e, in molti casi, crea un impatto a lungo termine su ecosistemi e catene alimentari.

Alcuni composti chimici pericolosi, poi, sono noti per avere un effetto bioaccumulativo, ovvero la capacità di accumularsi progressivamente nei tessuti degli organismi viventi, inclusi gli esseri umani. Questo fenomeno si verifica quando l’assorbimento di una sostanza è più rapido della sua eliminazione. Nel tempo, questi accumuli possono raggiungere concentrazioni tossiche, provocando danni alla salute, tra cui problemi endocrini, riproduttivi e persino tumori.

Negli ultimi decenni, i governi e le organizzazioni internazionali hanno intensificato i loro sforzi per regolare l’uso delle sostanze pericolose. L’obiettivo principale di tali normative è garantire che l’industria utilizzi composti chimici in modo sicuro, cercando di bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione della salute pubblica e dell’ambiente. Tuttavia, nonostante questi sforzi, l’eliminazione completa di tali sostanze dai processi industriali si rivela complessa.

La regolamentazione delle sostanze pericolose

Recentemente, la Commissione europea ha adottato nuove misure per limitare l’uso di specifici composti chimici, considerati altamente dannosi per la salute umana e per l’ambiente. Tra queste, spicca il divieto dell’acido perfluoroesanoico (PFHxA) e dei suoi derivati, impiegati dall’industria fin dagli anni ’40. Questi composti, appartenenti alla famiglia dei PFAS, sono noti per la loro estrema resistenza all’acqua e alla decomposizione.

Il PFHxA, insieme ad altri PFAS, è spesso definito come una sostanza chimica eterna a causa della sua capacità di rimanere nell’ambiente per tempi molto lunghi. Questo, a sua volta, porta alla contaminazione diffusa del suolo e delle acque, inclusa l’acqua potabile. La nuova regolamentazione mira a limitare l’uso di tali composti in una varietà di prodotti di consumo quotidiano, come tessuti impermeabili, imballaggi alimentari e cosmetici.

Rifiuti tossici
Unione Europea preoccupata | La scoperta ha innalzato i livelli di allerta: c’é pericolo per la salute umana (Pixabay foto) – www.sciencecue.it

La nuova normativa europea

Le restrizioni introdotte vietano l’uso del PFHxA e dei suoi derivati in concentrazioni superiori a determinate soglie nei prodotti destinati al mercato europeo. Tra gli articoli più colpiti dal divieto ci sono giacche antipioggia, borse, scarpe e persino scatole per pizza. Questo segna un passo significativo verso la riduzione dell’uso di inquinanti eterni, che rischiano di compromettere in modo permanente la qualità dell’acqua e del suolo.

L’introduzione di queste nuove restrizioni rappresenta un cambiamento cruciale per molte industrie, che dovranno adattarsi rapidamente alle normative europee. Sebbene esistano già alternative più sicure, la transizione richiederà tempo e investimenti significativi. Le aziende, infatti, avranno periodi transitori variabili, fino a cinque anni, per sostituire i composti vietati con soluzioni meno impattanti. Questo processo, oltre a garantire una maggiore protezione per l’ambiente e la salute umana, promuoverà anche l’innovazione in materiali e tecnologie sostenibili.