Alzheimer, attenzione al luogo in cui si vive | L’inquinamento luminoso è dannoso: ecco cosa sostengono gli scienziati
L’inquinamento luminoso potrebbe influenzare e favorire lo sviluppo dell’Alzheimer: ecco come prevenire questa possibilità.
L’illuminazione artificiale, negli ultimi decenni, è diventata parte integrante della nostra vita quotidiana. Dalle luci urbane ai dispositivi elettronici, siamo costantemente esposti a fonti di luce anche durante la notte. Mentre questa luce, visibile o meno, può sembrare innocua, diversi studi hanno iniziato a suggerire che potrebbe avere effetti negativi sulla nostra salute. Si sa già, ad esempio, che la luce emessa dai dispositivi elettronici può influire sul ritmo circadiano, disturbando il sonno.
Ma l’esposizione alla luce non proviene solo dagli schermi. Anche la luce esterna che entra attraverso le finestre può avere effetti simili. Si tratta di una fonte che spesso sottovalutiamo, come quella che proviene dai lampioni stradali o dalle insegne luminose nelle città. La questione dell’inquinamento luminoso ha iniziato a preoccupare non solo per il suo impatto sull’ambiente e sull’osservazione astronomica, ma anche per le potenziali conseguenze sulla salute umana.
Il nostro corpo è abituato ad alternare periodi di luce e buio per regolare i propri ritmi biologici. L’alterazione di questo ciclo può influenzare diversi processi fisiologici, tra cui la produzione di melatonina, un ormone che regola il sonno. Studi precedenti hanno dimostrato che una bassa produzione di melatonina è associata a problemi di salute come insonnia e aumento del rischio di alcune malattie.
Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata anche sugli effetti a lungo termine dell’esposizione alla luce notturna, suggerendo che potrebbe andare oltre i semplici disturbi del sonno. Le nuove evidenze indicano che potrebbe esserci una correlazione tra l’inquinamento luminoso e l’insorgere di malattie neurodegenerative, un campo che sta sollevando grande interesse nella comunità scientifica.
Inquinamento luminoso e salute cerebrale
Le scoperte più recenti indicano che l’inquinamento luminoso notturno potrebbe avere un impatto significativo sulla salute cerebrale, aumentando il rischio di sviluppare malattie come l’Alzheimer. Dormire con le finestre aperte e le persiane sollevate, permettendo alla luce esterna di entrare, è stato associato a una maggiore prevalenza di questa malattia, soprattutto nelle persone con meno di 65 anni.
I dati di uno studio condotto su scala nazionale hanno mostrato una correlazione diretta tra l’esposizione alla luce esterna durante la notte e la prevalenza di Alzheimer. In particolare, l’effetto di questa esposizione è risultato essere maggiore rispetto a fattori di rischio tradizionali come l’abuso di alcol o l’obesità.
Un fattore di rischio ambientale modificabile
I ricercatori sottolineano che l’inquinamento luminoso è un fattore ambientale modificabile. Ciò significa che, con piccoli accorgimenti come l’uso di tende oscuranti o di maschere per dormire, è possibile ridurre significativamente il rischio. Oltre alla luce esterna, anche quella interna, in particolare la luce blu emessa dai dispositivi elettronici, può contribuire a disturbare il sonno e potrebbe rappresentare un ulteriore fattore di rischio per la salute cerebrale.
Filtri per la luce blu, disponibili su molti dispositivi, e l’uso di luci calde negli ambienti domestici possono aiutare a mitigare gli effetti negativi. Inoltre, installare regolatori di intensità luminosa, come i dimmer, può essere utile per adattare la luce a seconda delle necessità e ridurre l’esposizione nelle ore serali. Questi piccoli interventi, facili da attuare, possono fare una notevole differenza nel proteggere il cervello dagli effetti a lungo termine dell’inquinamento luminoso e migliorare significativamente la qualità del sonno e della vita quotidiana.