Un ritrovamento sorprendente in Alto Adige: il ritorno di una specie di coleottero ritenuta estinta da decenni.
I coleotteri, appartenenti all’ordine degli Coleoptera, sono uno dei gruppi più vasti e diversificati di insetti, con oltre 350.000 specie descritte in tutto il mondo. Questi insetti sono caratterizzati da un paio di ali anteriori indurite, chiamate elitre, che proteggono le ali posteriori e il corpo durante il volo e nelle situazioni di rischio. La loro morfologia varia notevolmente da specie a specie, con dimensioni che possono andare da meno di un millimetro a più di 15 centimetri.
I coleotteri svolgono ruoli ecologici molto importanti: alcuni sono impollinatori, altri si nutrono di materia organica in decomposizione, contribuendo così al ciclo dei nutrienti nel suolo, mentre alcuni sono predatori di altre specie, aiutando a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Molti coleotteri hanno anche un forte impatto sull’agricoltura, sia come parassiti delle piante sia come alleati nel controllo biologico di infestazioni.
La loro capacità di adattarsi a diversi habitat, dalle foreste tropicali alle zone aride, è uno dei motivi principali della loro diversità e diffusione. Inoltre, i coleotteri sono noti per le loro strategie di difesa, come la produzione di sostanze chimiche tossiche o il mimetismo, che li aiutano a sfuggire ai predatori.
Nonostante la loro abbondanza e diversità, molte specie di coleotteri sono minacciate dalla perdita di habitat, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Il ritrovamento di una specie ritenuta estinta è un segnale incoraggiante e dimostra l’importanza della conservazione e della ricerca zoologica per il monitoraggio della biodiversità.
La recente scoperta del cerambice del faggio in Alto Adige, un coleottero affascinante e di grandi dimensioni, rappresenta un momento significativo per la biodiversità delle foreste di questa regione. Ritenuto estinto dal 1932, il cerambice del faggio, con il suo corpo blu adornato da macchie nere e lunghe antenne, è un indicatore eloquente della salute degli ecosistemi forestali. La sua ricomparsa non è solo il frutto di un attento monitoraggio ecologico, ma dimostra anche che le condizioni ambientali potrebbero essere favorevoli alla sua proliferazione.
Questo coleottero vive in foreste storiche, dove gli alberi maturi o in decomposizione forniscono un habitat ideale per le sue larve. La sua presenza è stata confermata recentemente nella zona della Mendola grazie al lavoro degli esperti di Eurac Research, guidati da Georg Von Mörl. Sebbene in passato siano state fatte segnalazioni, nessuna era stata mai verificata con certezza. La scoperta di una piccola popolazione di cerambici nella Mendola evidenzia l’importanza di queste foreste per la biodiversità e sottolinea la necessità di preservarle.
Il cerambice del faggio è una specie protetta a livello europeo, come stabilito dalla Direttiva Habitat. La Rete Natura 2000 obbliga gli Stati membri a proteggere rigorosamente alcune specie di interesse comunitario, e il cerambice è stato scelto per la sua rilevanza ecologica. Questa normativa è cruciale per garantire la tutela degli habitat naturali e delle specie vulnerabili, specialmente in un periodo di rapidi cambiamenti climatici e degrado ambientale. Anche le attività di campionamento e classificazione dei ritrovamenti richiedono permessi speciali, a testimonianza dell’importanza dei protocolli di protezione.
Durante le campagne di monitoraggio, i ricercatori hanno scoperto anche lo scarabeo eremita odoroso, un’altra specie saproxilica protetta, all’interno di un castagneto vicino a Bressanone. Questo ritrovamento evidenzia come una gestione sostenibile degli ambienti coltivati possa contribuire alla conservazione della biodiversità. La presenza di insetti rari in queste aree indica l’importanza di mantenere alberi maturi e di praticare una gestione oculata delle coltivazioni.
Andreas Hilpold, coordinatore del Monitoraggio della Biodiversità Alto Adige, ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra diverse istituzioni nella salvaguardia dell’ambiente. La scoperta di specie un tempo considerate estinte è un segnale di speranza, e gli esperti rimangono ottimisti per il futuro della biodiversità in queste foreste preziose, con ulteriori indagini previste per la prossima estate.