L’Aquila di Bonelli si sta estinguendo velocemente | Questa volta la mano dell’uomo non c’entra: la Natura è protagonista
La rara aquila di Bonelli in pericolo: si sta estinguendo velocemente e un fenomeno naturale minaccia la sua sopravvivenza. Non è colpa dell’uomo questa volta.
Le estinzioni naturali sono un processo inevitabile che fa parte della storia evolutiva della Terra. Da sempre, cambiamenti climatici, eruzioni vulcaniche, e altri eventi geologici o biologici hanno causato la scomparsa di molte specie, aprendo la strada a nuove forme di vita.
Alcune specie non riescono ad adattarsi ai mutamenti naturali, come l’alterazione degli habitat o l’emergere di nuovi predatori, e per questo scompaiono. Questi processi possono essere lenti o improvvisi, ma sono una parte cruciale della selezione naturale.
Anche malattie e cambiamenti nella catena alimentare possono determinare estinzioni naturali, riducendo le popolazioni a numeri insostenibili per la sopravvivenza. In questi casi, l’uomo non ha alcun ruolo diretto nel declino delle specie.
Tuttavia, l’attuale velocità di estinzione di molte specie è spesso accelerata dall’influenza umana, come la distruzione degli habitat e l’inquinamento. Le estinzioni naturali, pur meno frequenti oggi, continuano a verificarsi in parallelo a quelle causate dall’uomo.
Il progetto AQUILA a-LIFE e la reintroduzione dell’aquila di Bonelli
L’Aquila di Bonelli, nota in Sardegna come S’Abilastru, è diventata protagonista del progetto europeo AQUILA a-LIFE, concluso di recente. Questa iniziativa ha permesso di raccontare la storia recente dei rapaci in Europa, molti dei quali hanno rischiato l’estinzione a causa della persecuzione subita nel XX secolo. In particolare, la Sardegna è stata testimone della scomparsa di queste maestose creature. Oggi, però, un mondo più consapevole si impegna per la conservazione della natura, promuovendo progetti che mirano alla reintroduzione dei grandi predatori, come l’Aquila di Bonelli.
Nel 2010, enti e organizzazioni hanno intrapreso la sfida del recupero demografico di questa specie, con un programma che prevedeva la reintroduzione in diversi punti del Mediterraneo occidentale. Il progetto LIFE Bonelli, avviato nel 2013, ha gettato le basi per questa missione, a cui è seguito AQUILA a-LIFE (2017-2022), con il coinvolgimento della Sardegna. Nonostante le difficoltà, come l’alto tasso di mortalità, oggi si contano 11 esemplari che volano nei cieli sardi, un risultato significativo se consideriamo che la specie era scomparsa dagli anni Ottanta.
Metapopolazioni e tecniche di rilascio
Le popolazioni dell’Aquila di Bonelli nel Mediterraneo occidentale formano quella che gli studiosi definiscono una “metapopolazione”, ovvero gruppi separati che occasionalmente si scambiano individui attraverso migrazioni. Tuttavia, questa dinamica non è sufficiente a compensare le estinzioni locali, soprattutto nel nord dell’area di distribuzione, dove la mortalità è aggravata da fattori come l’elettrocuzione. L’importanza ecologica di questo rapace è cruciale, poiché, essendo un super-predatore, regola l’equilibrio delle specie inferiori. La sua assenza, ad esempio, favorisce l’aumento delle cornacchie in Sardegna, con conseguenze ecologiche rilevanti.
Il progetto AQUILA a-LIFE si è distinto per l’utilizzo delle “gabbie di hacking”, strutture ottimali sviluppate per il rilascio degli esemplari. Questa metodologia innovativa ha già influenzato altri progetti di reintroduzione di rapaci, dimostrando la validità degli obiettivi di conservazione sostenuti dall’Unione Europea. Inoltre, la marcatura GPS delle aquile ha reso possibile un monitoraggio preciso, permettendo di analizzare i loro spostamenti, condizioni di salute e cause di mortalità, come l’elettrocuzione, una delle principali minacce non naturali per la specie.