Sicilia: si cercano le tracce dei primi Homo sapiens del Mediterraneo
Tracce archeologiche rivelano i segreti degli antichi abitanti della Sicilia. Alcune ricerche cercano di far luce sull’arrivo del Sapiens.
La storia dell’umanità è strettamente legata al Mediterraneo, un crocevia di culture, migrazioni e interazioni tra diverse specie umane. Dalla preistoria a oggi, quest’area ha visto l’emergere e il diffondersi di varie specie appartenenti al genere Homo, inclusi Homo neanderthalensis e, soprattutto, Homo sapiens. I primi Homo sapiens giunsero nel Mediterraneo circa 200.000 anni fa, portando con sé tecniche di caccia avanzate e una crescente capacità di adattamento agli ambienti circostanti.
Le coste del Mediterraneo hanno offerto un habitat favorevole grazie alla loro ricchezza di risorse naturali, che hanno permesso agli antichi gruppi umani di prosperare. Con il tempo, Homo sapiens ha sostituito le popolazioni di Neanderthal, divenendo l’unica specie umana a occupare stabilmente la regione. Le evidenze archeologiche suggeriscono che gli Homo sapiens fossero abili navigatori, capaci di spostarsi da un’isola all’altra e di esplorare territori nuovi.
Le scoperte di resti fossili, utensili litici e arte rupestre in luoghi come la Sicilia forniscono preziose informazioni sul comportamento, la cultura e la vita quotidiana dei nostri antenati. Queste tracce del passato continuano a essere oggetto di studio, poiché aiutano a ricostruire le origini e le migrazioni degli Homo sapiens nel Mediterraneo e il loro impatto sull’evoluzione della nostra specie.
Caccia alle tracce dei primi sapiens in Sicilia
Gli archeologi della Washington University (WashU) sono attualmente impegnati in una ricerca sulle grotte costiere e sottomarine situate nella Sicilia sud-orientale, con l’obiettivo di rintracciare le prime evidenze di insediamenti di Homo sapiens nel Mediterraneo. Sono state selezionate 28 grotte, tra cui due di particolare interesse: la grotta Corruggi e la grotta Campolato, entrambe nella provincia di Siracusa. Questi siti potrebbero contenere resti risalenti al Paleolitico superiore, utili a ricostruire l’espansione dei nostri antenati nell’area.
Uno studio pubblicato su Plos One dal team internazionale guidato dall’archeologa siciliana Ilaria Patania ha rivelato l’importanza di queste scoperte. Patania sottolinea che l’obiettivo non è solo identificare il primo individuo giunto sull’isola, ma piuttosto ricostruire la prima comunità di Homo sapiens in Sicilia. La ricerca potrebbe fornire dati cruciali riguardo alla colonizzazione iniziale dell’isola, considerata la prima a essere permanentemente occupata dai Sapiens, probabilmente giunti dall’Italia continentale. Rimane da chiarire come questi antichi abitanti si siano poi diffusi verso altre isole, come Malta.
Nuove indagini e teorie sul popolamento dell’isola
Per cercare ulteriori indizi, i ricercatori hanno esaminato grotte siciliane scoperte in gran parte tra il 1870 e gli anni ’90, consultando documenti storici e fotografie d’archivio, oltre a intervistare subacquei e pescatori locali. Sono state condotte indagini anche in aree costiere inesplorate, scoprendo siti sommersi contenenti informazioni preziose per ricostruire gli ambienti naturali in cui vivevano i nostri antenati.
La grotta Corruggi, ad esempio, si trova in una zona dove si ipotizza che un secondo ponte di terra possa aver collegato la Sicilia a Malta. Durante le ispezioni, sono stati trovati denti di asino selvatico europeo e utensili in pietra, il che suggerisce che l’analisi di questi resti possa fornire informazioni sull’ultima fase della migrazione umana verso sud. A Campolato, sono state scoperte tracce di un antico terremoto, che potrebbero rivelare come i nostri antenati reagissero a eventi naturali significativi.
La presenza dell’uomo in Sicilia ha sempre generato dibattiti tra gli studiosi, in particolare riguardo a quando il genere Homo sia effettivamente giunto sull’isola. Sebbene si sappia che Homo sapiens popolò la Sicilia circa 16.000 anni fa, ci sono interrogativi sulle potenziali visite di altre specie umane in epoche precedenti. Questi dibattiti sono alimentati dalla scarsità di reperti e dalla necessità di interpretare i dati geologici e archeologici a disposizione.
Le indagini storiche indicano che i primi gruppi umani arrivarono in Sicilia alla fine dell’Epigravettiano, durante un periodo caratterizzato da instabilità climatica. In quel contesto, l’insediamento umano non avvenne in modo uniforme, ma si concentrò soprattutto lungo le coste orientali e settentrionali dell’isola. Sebbene i reperti materiali suggeriscano una bassa diversità genetica tra le prime popolazioni, ci sono ancora molte domande senza risposta, e gli studi continuano a evolversi per cercare di chiarire il mistero dell’arrivo e della diffusione di Homo sapiens in Sicilia e nel Mediterraneo.