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Una moneta bizantina in bronzo: l’incredibile ultimo ritrovamento di Sebastian Colnaghi

Monete bizantine Sebastian Colnaghi

Monete bizantine Sebastian Colnaghi (Sebastian Colnaghi FOTO) - www.sciencecue.it

Scoperta una moneta bizantina a Pantalica: un ritrovamento eccezionale che svela nuovi segreti sull’antico passato siciliano.

Durante una recente escursione presso la Necropoli di Pantalica, in Sicilia, l’ambientalista Sebastian Colnaghi ha fatto una scoperta di grande rilievo storico. Nei pressi di una tomba a grotticella, Colnaghi ha rinvenuto una moneta bizantina in bronzo, datata intorno all’anno 829-832 d.C., insieme a frammenti di un vaso decorato. Questo ritrovamento ha riacceso l’interesse verso Pantalica, un sito archeologico di immenso valore, dove convivono tracce di diverse civiltà, dai Siculi ai Bizantini. Vediamo nel dettaglio l’importanza di questa scoperta e le implicazioni per la conoscenza della storia siciliana.

Una scoperta preziosa: la moneta bizantina rinvenuta a Pantalica

Il ritrovamento di una moneta bizantina in bronzo rappresenta un evento eccezionale per il sito archeologico di Pantalica. L’ambientalista Sebastian Colnaghi, durante una delle sue esplorazioni nella Necropoli di Pantalica, ha rinvenuto la moneta nei pressi di una tomba a grotticella. Gli esperti hanno confermato che si tratta di una moneta risalente al periodo compreso tra l’829 e l’832 d.C., raffigurante Michele II e suo figlio Costantino su un lato, e l’imperatore Teofilo sull’altro.

Questo tipo di moneta, noto come “follis ridotto”, è un’importante testimonianza delle riforme economiche del periodo bizantino, caratterizzato dall’assenza di lettere incise. Il perfetto stato di conservazione dei rilievi fornisce nuovi elementi di studio per comprendere meglio il contesto economico e politico del periodo, confermando l’importanza di Pantalica come luogo di interesse per la storia bizantina.

Sebastian Colnaghi
Sebastian Colnaghi (Sebastian Colnaghi FOTO) – www.sciencecue.it

Pantalica: crocevia di civiltà

La Necropoli di Pantalica è uno dei siti archeologici più rilevanti d’Europa, con oltre 3.700 tombe scavate nella roccia. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, Pantalica fu abitata da diverse popolazioni nel corso dei secoli, tra cui Siculi, Greci, Bizantini e Normanni. Durante il periodo bizantino, il sito divenne un rifugio sicuro grazie alla sua posizione strategica, naturalmente fortificata.

Il ritrovamento della moneta bizantina è l’ennesima prova che questo territorio continua a offrire reperti inediti, nonostante le numerose campagne di scavo condotte in passato. L’archeologo Paolo Orsi, figura di spicco dell’archeologia siciliana, condusse diverse spedizioni nella zona, e i lavori furono successivamente proseguiti da Luigi Bernabò Brea, senza però esaurire le potenzialità di scoperta del sito. Questo recente rinvenimento dimostra che Pantalica custodisce ancora tesori archeologici di grande valore.

Sebastian Colnaghi
Sebastian Colnaghi (Sebastian Colnaghi FOTO) – www.sciencecue.it

Le chiese bizantine di Pantalica: testimonianze di un passato sacro

Oltre ai reperti archeologici, Pantalica conserva anche importanti tracce del periodo bizantino attraverso le sue chiese, tra cui San Micidiario, San Nicolicchio e la Chiesa del Crocifisso. Questi luoghi sacri sono stati decorati con affreschi durante il dominio bizantino, che successivamente vennero integrati dai Normanni. Nonostante gli atti di vandalismo che hanno danneggiato alcune di queste strutture, oggi sono protette e sottoposte a un accurato processo di conservazione.

L’importanza delle chiese bizantine di Pantalica non è solo storica, ma anche culturale, poiché offrono un’ulteriore chiave di lettura per comprendere l’influenza della religione bizantina sull’isola. Il recupero e la protezione di questi affreschi sono fondamentali per preservare questo patrimonio.

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Il futuro degli studi su Pantalica

Dopo il ritrovamento della moneta e degli altri reperti, Sebastian Colnaghi ha consegnato il materiale al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa, uno dei principali istituti dedicati alla conservazione e allo studio dei beni archeologici della Sicilia. “La mia speranza è che questi resti possano contribuire a nuovi studi e ricerche” ha dichiarato Colnaghi, sottolineando l’importanza di preservare e valorizzare le testimonianze storiche di Pantalica.

Questo nuovo rinvenimento potrebbe fornire ulteriori dati per arricchire la conoscenza sulla storia della Sicilia e delle civiltà che vi hanno abitato nel corso dei millenni, confermando Pantalica come un luogo ancora ricco di scoperte archeologiche di grande valore.

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