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Brasile: scoperte nuove specie di dinosauro

Pterosauri e dinosauri (Pixabay)

Pterosauri e dinosauri (Pixabay FOTO) - www.sciencecue.it

Nuove scoperte nel mondo preistorico rivelano la diversità dei giganti del passato. Ecco a voi nuove specie brasiliane di dinosauri.

I dinosauri brasiliani rappresentano un capitolo affascinante della storia naturale del Sud America. Durante il periodo Mesozoico, questa regione ospitava una vasta gamma di specie, alcune delle quali sono tra le più straordinarie mai scoperte. Le scoperte recenti di nuove specie di dinosauri in Brasile non solo arricchiscono il nostro panorama di conoscenze, ma suggeriscono anche che il Sud America fosse un ecosistema molto diverso e complesso, popolato da creature che si adattavano a vari ambienti, dalle foreste lussureggianti alle pianure aperte.

In particolare, il Brasile è emerso come uno dei luoghi più promettenti per la paleontologia. Con formazioni geologiche datate al Triassico fino al Cretacico, gli scienziati hanno identificato numerosi fossili che testimoniano la diversità e l’evoluzione dei dinosauri nel continente. Recenti scoperte, come quelle di nuove specie di carnivori e erbivori, stanno ampliando la nostra comprensione della distribuzione e delle dinamiche ecologiche dei dinosauri sudamericani.

Gli enigmatici “silesauridi”

Esistono molti gruppi in paleontologia ed alcune volte ci si può confondere, e tra questi abbiamo gli arcosauri, a cui appartengono gli odierni coccodrilli, ma anche i dinosauri e gli uccelli. Infatti, alcuni pensano che i silesauridi possano essere un “gruppo gemello” (in paleontologia “sister group”), cioè da un antenato comune si sono sviluppate “due bivi filogenetici”: la linea dei coccodrilli e di altri “rettili”, e quella che ha portato alla comparsa di dinosauri ed uccelli.

In questo recente studio è stato descritto un nuovo “silesauride” del Triassico medio-superiore del Brasile meridionale, Gondwanax paraisensis, e rappresenta al momento uno dei più antichi “silesauridi” al mondo, ma presenta tre vertebre sacrali, che sono tipiche delle forme più derivate di silesauridi. Questa nuova specie possiede diversi tratti unici, non presenti in altri “silesauridi”, come per esempio un’incavatura ventrale alla testa del femore, una superficie articolare piatta della testa del femore.

Immagine del nuovo silesauride (Temp Müller, 2024)
Immagine del nuovo silesauride (Temp Müller, 2024 FOTO) – www.sciencecue.it

Le implicazioni paleontologiche

Queste creature avevano un collo e delle gambe piuttosto lunghi e, si presume, un comportamento quadrupede. Tradizionalmente, i silesauridi sono stati classificati come un “dinosauri in senso lato” e considerati la linea “sorella” dei veri dinosauri. Occupavano diverse nicchie ecologiche: i primi silesauridi erano carnivori, mentre le specie successive mostrano adattamenti per un’alimentazione prevalentemente erbivora.

Il dottor Rodrigo Temp Müller, paleontologo presso l’Universidade Federal de Santa Maria, spiega che la maggior parte degli esperti concorda nel definire i silesauridi come un gruppo affine ai Dinosauria, formando così il clade Silesauridae. Tuttavia, alcune teorie più recenti suggeriscono che i silesauridi possano appartenere a un clade all’interno degli Ornithischia, a cui appartengono dinosauri quali gli stegosauridi, ceratopsidi, ecc.

Gondwanax paraisensis, visse circa 237 milioni di anni fa e i suoi resti scheletrici sono stati recuperati dalla Formazione Santa Maria, nello stato del Rio Grande do Sul. Inoltre, oltre ad alcune caratteristiche citate precedentemente, presenta un quarto trocantere incipiente del femore, suggerendo una notevole diversità nelle strategie locomotorie. La coesistenza di Gondwanax paraisensis e di Gamatavus antiquus, un’altra specie di silesauride presente nella stessa zona, è la prova più antica di simpatria (quando due specie vivono nella stessa area e a contatto) tra i silesauridi in Sud America, e questa combinazione unica di caratteristiche sacrali e degli arti posteriori potrebbe indicare comportamenti distintivi, favorendo una differenziazione delle nicchie ecologiche all’interno degli stessi ecosistemi.