L’inquinamento va fermato all’istante | Chi lo dice ai produttori di vestiti? | È il settore più dannoso a causa della “moda veloce”
Fast fashion, l’illusione di stile a basso costo che ci sta costando il pianeta. Cosa sta succedendo nei Paesi in via di sviluppo?
Il termine fast fashion si riferisce a una pratica che domina il mondo dell’abbigliamento contemporaneo: produrre continuamente collezioni a basso costo e di scarsa qualità. Marchi che seguono questo modello.
Così si spingono i consumatori a comprare sempre di più per restare al passo con le tendenze. Questo ciclo incessante di produzione e consumo trae ispirazione da trend virali quasi in tempo reale.
Le conseguenze di questa corsa all’acquisto compulsivo e di breve durata non si limitano alla sovrapproduzione. Grandi quantità di capi invenduti finiscono per essere smaltiti in discariche abusive o rivenduti nei mercati secondari, dove gran parte degli abiti non trova un vero utilizzo e si trasforma in rifiuti nocivi.
Ma non è solo una questione di sprechi: la filiera produttiva della fast fashion coinvolge Paesi in via di sviluppo che hanno poco potere contrattuale. Quali sono i problemi legati alla fast fashiom per l’ambiente e per le persone? Cosa dice una recente ricerca in merito.
I danni ambientali del fast fashion
In Bangladesh, la produzione sarebbe critica, poiché sarebbe legata a fibre sintetiche come il poliestere. Sostanze chimiche pericolose sarebbero utilizzate senza alcuna regolamentazione e scaricate nei corsi d’acqua locali, come il fiume Turag, che è ormai un simbolo della devastazione ambientale causata dalla moda usa e getta.
Oltre ai danni immediati dovuti all’inquinamento, un altro aspetto preoccupante è la dispersione di microplastiche derivanti dai capi sintetici. Queste particelle microscopiche finiscono negli oceani e nella catena alimentare. Il trasporto globale di questi capi comporta un elevato consumo di combustibili fossili.
Lo sfruttamento umano nelle fabbriche del fast fashion
Il fast fashion non solo distrugge l’ambiente, ma mette in ginocchio milioni di lavoratori, spesso provenienti da paesi in via di sviluppo. Lavoratori, compresi bambini, sarebbero impiegati in condizioni disumane, esposti a sostanze chimiche pericolose senza alcuna protezione. Questi impianti sarebbero al limite della legalità, e le normative ambientali e di sicurezza vengono spesso ignorate.
Gli effetti negativi della fast fashion non si fermano alla produzione. Anche i Paesi che ricevono questi abiti di scarsa qualità, come il Ghana e il Cile, subiscono le conseguenze di un sistema insostenibile. Molti capi sarebbero smaltiti in discariche abusive poiché difettosi o invendibili. Insomma, prima di acquistare un capo della moda veloce è bene pensare anche al futuro del pianeta e delle persone.