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Una scoperta direttamente dal Triassico | Questo “dinosauro” ha 240 milioni di anni: è l’antenato di questo animale

Pterosauri e dinosauri (Pixabay)

Pterosauri e dinosauri (Pixabay FOTO) - www.sciencecue.it

Un viaggio nel tempo alla scoperta dei dinosauri e delle loro origini nel Triassico, l’era che ha dato vita ai giganti della preistoria.

Il Triassico è un periodo geologico che ha avuto inizio circa 252 milioni di anni fa e si è concluso circa 201 milioni di anni fa, segnando l’inizio dell’era Mesozoica. Questo periodo è caratterizzato da un clima caldo e secco, con vaste aree desertiche che si alternavano a regioni umide, favorendo una straordinaria diversità di ecosistemi. 

Durante il Triassico, i continenti erano uniti in un supercontinente chiamato Pangea, che influenzava il clima e la distribuzione della vita sulla Terra. Le condizioni climatiche di questo periodo hanno favorito l’evoluzione di diverse forme di vita, dalle conifere agli insetti.

I dinosauri, che hanno iniziato a emergere durante il Triassico, rappresentano uno degli sviluppi più significativi nella storia della vita terrestre. Questi animali, inizialmente di dimensioni modeste e di diversa morfologia, hanno successivamente dominato il pianeta nei periodi successivi, come il Giurassico e il Cretacico. 

Le scoperte fossili del Triassico hanno fornito importanti indizi sulla vita di quell’epoca. I paleontologi hanno trovato resti di animali e piante che ci offrono una finestra su un passato remoto.

Una scoperta molto antica

Recentemente, in Brasile, i paleontologi hanno scoperto i resti fossili di un silesauride, un antico rettile che visse circa 237 milioni di anni fa, nel Triassico. Questo ritrovamento, avvenuto in una formazione paleontologica nel meridione del paese, ha suscitato interesse tra gli studiosi poiché non è ancora chiaro se l’animale rappresenti un parente stretto dei dinosauri o se possa essere considerato uno dei primi esemplari di dinosauri ornitischi. I silesauridi appartengono a un gruppo tassonomico di dinosauromorfi, la cui classificazione e filogenesi sono oggetto di dibattito tra i paleontologi.

Il silesauride scoperto è stato identificato come Gondwanax paraisensis, ed è uno dei rappresentanti più antichi mai rinvenuti. I resti sono stati trovati nella formazione paleontologica di Santa Maria, nello stato di Rio Grande do Sul, precisamente nella zona nota come “Dinodontosaurus Assemblage Zone”. Qui sono stati recuperati anche fossili di un altro silesauride, il Gamatavus antiquus, evidenziando l’importanza della regione per lo studio dei dinosauromorfi.

Immagine del nuovo silesauride (Temp Müller, 2024)
Immagine del nuovo silesauride (Temp Müller, 2024 FOTO) – www.sciencecue.it

Caratteristiche anatomiche

Gondwanax paraisensis aveva dimensioni contenute, con una lunghezza di circa un metro e un peso stimato tra i 3 e i 6 chilogrammi. Tra le sue caratteristiche anatomiche spiccano la presenza di tre vertebre sacrali, simile a quella dei silesauridi più recenti, e un quarto trocantere del femore, una peculiarità all’interno del gruppo degli Avemetatarsalia. Queste caratteristiche suggeriscono che questo rettile potesse avere un modo di muoversi diverso rispetto agli altri rettili preistorici dell’epoca, il che lo rende un soggetto affascinante per gli studiosi.

I silesauridi prosperarono nel Triassico, ma con l’avvento dei dinosauri ornitischi e saurischi, furono progressivamente soppiantati, fino a scomparire completamente all’inizio del Giurassico. Il ritrovamento di Gondwanax paraisensis offre nuove prospettive sulla comprensione delle origini e dell’evoluzione iniziale dei dinosauri, contribuendo a rivelare i segreti della fauna preistorica del Mesozoico. Dettagli sulla ricerca sono stati pubblicati nella rivista scientifica Gondwana Research, arricchendo ulteriormente il panorama della paleontologia.