Un geco palombaro: riesce a stare sotto acqua per 16 minuti
Una scoperta affascinante: la lucertola costaricana che può respirare sott’acqua. Scopri tutti i dettagli di questa straordinaria specie.
Uno dei meccanismi di sopravvivenza più straordinari nel regno animale è stato recentemente documentato da Lindsey Swierk, professoressa associata di ricerca in scienze biologiche alla Binghamton University, State University of New York. Si tratta dell’anole d’acqua (Anolis aquaticus), una lucertola originaria del Costa Rica, capace di respirare sott’acqua per lunghi periodi, fino a 16 minuti. Questo comportamento, sebbene raro, potrebbe rivelare informazioni cruciali sui meccanismi evolutivi e di adattamento degli animali nel loro ambiente naturale.
Il segreto di un’immersione prolungata
L’anole d’acqua ha sviluppato una strategia sorprendente per sfuggire ai predatori: può immergersi nei torrenti e rimanere sott’acqua per diversi minuti. Swierk ha osservato che queste lucertole non sono particolarmente veloci sulla terraferma, il che rende l’immersione un metodo efficace per eludere i pericoli. Tuttavia, ciò che ha davvero stupito gli scienziati è il modo in cui riescono a rimanere immerse per così tanto tempo.
L’abilità dell’anole di respirare sott’acqua sembra dipendere da un sistema di respirazione unico. Secondo Swierk, le lucertole creano e riciclano una bolla d’aria che si attacca alla loro testa durante l’immersione. Questo meccanismo permette loro di rimanere sommerse senza dover emergere frequentemente per respirare. Il comportamento è stato documentato in un video, dove si vede chiaramente l’anole che espira e inala ripetutamente la stessa bolla d’aria, come una sorta di “ricircolo” dell’ossigeno.
Adattamenti straordinari per la sopravvivenza
L’idea che una lucertola possa respirare sott’acqua è straordinaria, ma il contesto in cui è stata fatta la scoperta è altrettanto sorprendente. Swierk ha inizialmente osservato l’anole durante una passeggiata lungo i torrenti montani del Costa Rica. Notando che la lucertola rimaneva immersa per un periodo di tempo insolitamente lungo, decise di approfondire la questione, utilizzando una videocamera subacquea per due anni consecutivi. Fu in quel momento che il team di Swierk scoprì il fenomeno della “respirazione con bolle“.
La capacità dell’anole di rimanere nascosto sott’acqua offre un vantaggio decisivo contro i predatori, poiché gli consente di “scomparire” alla vista per periodi prolungati. Secondo Swierk, è probabile che questo comportamento evolutivo si sia sviluppato per estendere la durata del tempo che l’anole può trascorrere nascosto sott’acqua, proteggendosi dai nemici naturali.
Oltre la difesa: altri vantaggi della vita subacquea
Sebbene l’evitare i predatori sembri essere la funzione primaria di questo adattamento, ci sono prove che l’anole utilizzi le sue immersioni anche per cacciare. Gli studi sugli stomaci delle lucertole hanno rivelato che esse consumano insetti che vivono prevalentemente sott’acqua, il che suggerisce che le immersioni abbiano anche uno scopo alimentare. Questo rende il comportamento dell’anole d’acqua ancora più affascinante, poiché le immersioni non sono solo un mezzo di difesa, ma anche una strategia di caccia.
Come funziona la “respirazione a bolle”?
La scienza alla base della “respirazione a bolle” dell’anole è ancora oggetto di studio, ma Swierk ha proposto alcune ipotesi interessanti. È possibile che l’anole riesca a creare sacche d’aria intorno alla testa e alla gola, che poi utilizza per scambiare ossigeno con l’aria intrappolata nella bolla. Questo scambio continuo di aria fresca potrebbe permettere alla lucertola di prolungare il tempo che trascorre sott’acqua senza dover emergere. Un altro aspetto affascinante è la possibile capacità della bolla di facilitare l’eliminazione dell’anidride carbonica, aiutando la lucertola a mantenere un equilibrio gassoso durante le immersioni.
Inoltre, la forma della testa dell’anole potrebbe essere un fattore chiave in questo adattamento. Swierk sospetta che la morfologia della testa consenta alla bolla di aderire in modo stabile, evitando la dispersione dell’aria. Questo potrebbe rappresentare un altro esempio di come l’evoluzione abbia modellato le caratteristiche fisiche di una specie per migliorare la sua sopravvivenza in un ambiente specifico.
Il futuro della ricerca
Il laboratorio di Swierk prevede di continuare la ricerca sul fenomeno della respirazione a bolle, con l’obiettivo di chiarire le funzioni specifiche di questo comportamento e di indagare più a fondo sulla fisiologia dell’anole. Le future indagini potrebbero anche rivelare se questo meccanismo di respirazione è presente in altre specie di anoli o in lucertole simili, e come la forma della testa influisca sulla capacità di trattenere le bolle d’aria.
Un altro punto di interesse è se questo comportamento ha implicazioni evolutive più ampie. Swierk ha ipotizzato che se questo adattamento si rivelasse vantaggioso per la sopravvivenza e la caccia, potrebbe rappresentare una caratteristica che si è sviluppata nel corso di generazioni, permettendo all’anole d’acqua di prosperare in ambienti acquatici.